Ce la posso fare

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JACK

Alla fine si sono fermati anche a pranzo e Lorenzo mi ha pregato di finire la storia della Rossa, invece abbiamo rimandato alla prossima dormita. 

"Guardiamo un film della Disney?"   Mi propone.

"Li hai?" Le domando.

"Sì, aspetta qui", mi dice.

Ritorna pochi secondi dopo con uno scatolone in mano.

"Dobbiamo scegliere, ne ho un po'!" 

"Guarda per quanto mi riguarda possiamo anche vederli tutti", le dico.

Oggi il pomeriggio sarà solo per noi. 

La osservo in ogni suo movimento. Ascolto attentamente tutto ciò che mi sta raccontando cioè la storia di tutti questi dvd. 

"Fammi capire! Ad ogni compleanno o Natale vi regalavano un dvd?" Le chiedo.

"Proprio così! Non sapevano mai cosa regalarci perché noi eravamo i più come dire... Complicati e con questi erano sicuri di renderci felici!" Continua a  raccontarmi.

"Quindi cosa guardiamo?" Mi chiede.

"Non so, dimmi tu!"

"I cartoni tristi per ultimi, va bene?" Mi propone. 

"Ottima idea! Iniziamo con Hercules, ti va?" Le chiedo. 

"Ti piace molto?" Mi domanda.

"Sono tanti i cartoni della Disney che mi piacciono e si, Hercules è uno di quelli che riguardo volentieri", le spiego.

"Bene. Allora inizieremo da questo!" Si mette a cercare il dvd e una volta trovato lo inserisce. 

Prende il telecomando e successivamente  si viene a sedere vicino a me. Non perdo tempo e le circondo le spalle. Mentre lei fa partire il dvd, io le faccio un po' di solletico.

"Dai, smettila"  Si mette a ridere. Fa partire il film e mi dà una spinta di conseguenza, mi sdraio e la trascino su di me. 

"Sapevi che i cartoni animati hanno un significato nascosto?" Mi domanda. 

"A scuola avevo fatto una ricerca sul significato nascosto dei cartoni animati", mi informa. 

"Eri una ragazza molto intellettuale ai tempi eh?" La stuzzico. 

"Sono sempre intelligente, Yami! Più di te!" Mi dà un bacio sulla guancia, mentre io faccio una smorfia.

"La dovrei avere lì nell'armadio, se c'è, se ti va, te la leggo", mi dice.

"Non dovevamo guardare il cartone?" Le chiedo. 

"Beh, si. Mentre te la leggo, lo guardiamo!" Fa spallucce. 

"Va bene, dai. Almeno imparo anche io qualche cosa, intelligentona", appena dice ciò, si alza e mi metto seduto, e come al solito osservo ogni suo movimento.  

Mi legge tutta la ricerca e beh non sapevo che dietro ai cartoni animati ci fossero tutte una serie di problematiche infinite. 

"È forse troppo forte per me tutto questo e infatti mi chiedo come tu sia riuscita a spiegare tutto così bene",  le domando.

"Questo fa parte del mio periodo scrittura, tornerò ad essere intellettuale, Yami."

"Uh. Quindi io per te sono Yami e tu per me cosa sei?? Intell?" Invento il primo soprannome che mi viene in mente. 

Mi guarda non capendo.

"Oh, andiamo, intellettuale!" Sbuffo. 

Le do una spinta amichevole e si mette a ridere.

"Non osare. È proprio orribile come soprannome, se vuoi me ne cerchi un altro, ma questo proprio no!"  Commenta.

Posiziono la mia mano sul suo viso.

La voglia di baciarla è troppa. 

Non resisto.


LEILA

Ormai so a memoria il suo sapore. Il suo tocco. 

"Mi sono affezionata a te, più di quanto tu possa pensare.." Gli sussurro ad un centimetro dalle labbra.

Gli scompiglio il ciuffo e accarezzo la barba, leggermente più corta del solito che tanto amo.

"È possibile che tu ti stancherai di me prima o poi"  gli dico facendomi seria.

"Non potrei mai, perché dici così?" Mi domanda. 

"Perché io sono una persona con i piedi per terra, tu sei uno spirito libero. Se dovessimo dividerci, mi fai una promessa?" Gli sussurro.

Mi fa sedere in braccio a lui a cavalcioni. Le mie mani sono intorno al suo collo mentre le mie gambe intorno alla sua vita. 

"Non potrei mai lasciarti Lé. Non ora che il nostro legame sta crescendo ogni giorno sempre di più", mi sussurra a sua volta mentre mi sfiora le labbra.

"Però tu promettimi una cosa", gli ripeto prima di appoggiare le mie mani sulle sue spalle.

"Non sono bravo con le promesse Lè, ma ci proverò", mi confessa.

Apprezzo la sincerità.

"Se dovessimo lasciarci per qualsiasi assurdo motivo, promettimi di ricordarti sempre, i momenti passati insieme."

Le mie mani su intrufolano tra i suoi capelli. 

"Non potrei mai dimenticarmi tutto questo", mi risponde. 

"Ma ora spiegami un motivo per cui dovremmo lasciarci!" Mi dice serio.

"La vita è strana e imprevedibile. Chi lo sa e poi non vorrei che ti stancassi di questa monotonia dettata dal nostro lavoro e i film guardati sul divano", gli dico.

"Lè, ascoltami bene. Ti fai troppe paranoie, sono io che ti ho chiesto di stare a casa perché ti voglio tutta per me e non voglio condividerti con nessuno. Comunque per spezzare questa monotonia come la chiami tu, se non avrai Lorenzo, verrai con me a Istanbul, okay?" Si ferma. 

"E non mi dire che non puoi perché non il biglietto è caro, e non vuoi che te lo pago io perché credimi, ti carico sul mio jet di peso!"  È così serio.

"Va bene, ma stai calmo." 

"E se vuoi uscire, adesso io e te, ce ne andiamo da nonna a fare merenda che avrei una certa fame, che dici?" Mi propone.

"Ti correggo. .  ."  Mi guarda facendo una smorfia. 

"Non me lo dire ... Io, te e Oliver!" Prova ad indovinare. 

"Bravo!"   Gli do un bacio a stampo, ma lui, come al suo solito lo approfondisce. Mi tiene ben stretta tra le sue braccia e ora, dopo aver fatto questo discorso, mi rendo davvero conto di quanto io sia così fortunata.

Nessuna è come teWhere stories live. Discover now