Pensa al presente

922 99 13
                                    

LEILA

La serata di ieri è stata stravolta dall'arrivo di Perla e Leonardo. Tra una chiacchierata e l'altra si son fatte le due e questa mattina, il risultato è che io sono uno zombie e ho l'appuntamento.

"Buongiorno, posso esserle d'aiuto?" Mi domanda la signora all'ingresso dell'oratorio.

"Sì, dovrei incontrare la signora Maria la conosce?" Chiedo con gentilezza.

"Sono io." Sul suo viso spunta un sorriso che ricambio, anche se sono imbarazzata.

"Sono felice di conoscerla signora Maria, io sono Leila."

"Finalmente ti conosco. Ho sentito così tanto parlare di te quel giorno che mi hai dato subito una bella impressione. Non sentirti in imbarazzo, potrei essere tua nonna, ti va se ci sediamo?" Mi domanda.

"Se non disturbo volentieri", le rispondo.

"Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per parlare. Mia figlia però ci raggiungerà a breve. Intanto vuoi qualcosa?" Mi domanda.

"Un caffè basterà, grazie mille", le dico.

La signora Maria si alza e chiama il ragazzo che gentilmente ci prepara subito due caffè.

"Io sono curiosa ... Leonardo e il carinissimo Jack mi hanno parlato benissimo di te, sai? Soprattutto Jack che aveva gli occhi a cuore", mi racconta.

"Cosa le ha detto?" Chiedo.

"Mi ha detto che se una ragazza brillante, e che per motivi economici da parte della struttura ti hanno dovuta licenziare. Mi togli un'altra curiosità?" Detesto quando la gente fa domande per quanto riguarda la mia vita privata, ma lei sarà il mio futuro capo per cui sarò sincera fin da subito.

"Se posso, mi dica."

"Per prima cosa non darmi del lei, te l'avevo già detto. Volevo semplicemente chiedere il motivo per il quale non hai continuato a cercare lavoro nei vari ospedali della zona", ottima domanda direi, partiamo con il botto eh?

" Amo quel lavoro, ma avevo bisogno di cambiare aria. I turni in ospedale sono un massacro, passi lì dentro la maggior parte della vita e io dovevo ritrovare me stessa."

"Ciao mamma, ciao Leila, scusate il ritardo", mi volto verso la figlia.

"Non ti preoccupare, ognuno di noi ha degli impegni da rispettare", la rassicuro sorridendole.

"Ti ringrazio della comprensione, di cosa parlavate?" Domanda.

Le rispiego le mie motivazioni ad accettare un altro lavoro e aggiungo che a Milano ho lavorato con Mattia che mi dava molta spensieratezza. Mi fa domande su domande, anche su me e Jack, e io, rispondo in maniera educata.

Passa un'ora e noi siamo ancora qui.

"Hai da fare adesso?" Mi domanda, poco dopo Chloe.

"No, nulla."

"Lorenzo è a casa con mia suocera, se ti va puoi venire con me per conoscerlo e insieme programmiamo la settimana", mi propone.

Accettato l'invito di andare a casa loro, seguo Maria e Cloe verso la sua macchina.

"Signora Maria è stato un piacere conoscerla, spero di rivederla presto", le dico.

"Sicuramente mi rivedrai, magari agli studi." Mi sorride.

In macchina regna il silenzio, non so come attaccare bottone per cui, ci penso un po' su.

"Lorenzo va all'asilo?" Le domando.

"Sì, è all'ultimo anno. Dopo ti spiegherò tutto quanto con calma, sono una di poche parole in macchina."

Almeno so per certo che non mi detesta perché sì, per un attimo l'ho pensato.

Arriviamo a casa sua in poco tempo.

Davanti a me c'è una piccola villetta, molto carina.

"Viene pure", Mi fa cenno di seguirla e una volta entrati dentro mi guardo attorno.

"Vado a chiamarlo, mi aspetti qui?" Mi domanda.

"Sì, certo."

Mentre è su a chiamare il bambino e la suocera, continuo a guardarmi attorno.

Cucina molto ampia con piastrelle rosso mattone, il soggiorno ampio ha le pareti sfumate sull'arancione, intravedo anche una televisione a led, di fronte c'è un divano immenso e vicino al mobile della tv ci sono i giochi di Lorenzo.

Chloe scende con Lorenzo e poi risale a sistemare la stanza.

Il piccolo si avvicina. "E tu chi sei?"

Cammino verso di lui.

"Io sono Leila. Tu devi essere Lorenzo, giusto?" Chiedo al bambino che in risposta annuisce.

"Sì, mamma mi ha detto di scendere perché deve parlare con nonna", mi spiega.

In effetti, poco dopo, sento Chloe alzare la voce.

Il bambino porta lo sguardo verso il pavimento, che sembra essere diventato interessante.

"Cosa ne dici, se mentre aspettiamo la mamma, giochi insieme a me? Ho visto che hai moltissime macchinine", lo invito con molta dolcezza.

"Siiii, sono le mie preferite. Giochi con me?" Mi domanda.

"Sono qui per questo."

Sul suo viso spunta un sorriso enorme, e saltellando va verso la scatola dei giochi.

Mi bastano pochi minuti per capire che la situazione in casa non è semplice e io da oggi ho il compito di renderlo felice.


JACK

"Tutto bene?" Mi domanda, Leonardo.

"No. Non va bene", sbuffo.

"Non ne troviamo una Leo, una che sia all'altezza!" Mi passo una mano tra i capelli e nervoso mi siedo sul divano.

"Siamo solo all'inizio delle ricerche, vedrai che troveremo quella giusta", mi rassicura.

Rido nervosamente.

"Dobbiamo consegnare a Istanbul un nuovo progetto entro gennaio, mi spieghi come facciamo a trovare quella giusta in così poco tempo?" Chiedo agitandomi.

"Hai ragione. Abbiamo poco tempo, ma io sono fiducioso, e dovresti esserlo anche tu", mi dice.

"Inizio a perderla questa fiducia."

Noto il suo sguardo pensieroso.

"Devi dirmi qualcosa che non so?" Chiedo diretto.

"Stavo pensando ad una soluzione", non mi sembra molto convinto.

"Speriamo di trovarla presto questa soluzione, perché ora che stava andando tutto bene non voglio perdere tutto per gente che non ha nemmeno un pizzico di originalità."

"Tu ti stai facendo troppi film mentali. Cosa ne dici, se ci facciamo portare un aperitivo?" Mi domanda.

"Ottima idea, tu ordina, io intanto cerco altre scrittrici da chiamare", lo informo.

Prima però, il mio pensiero va a Leila.

Non si è ancora fatta viva e un po' mi sto preoccupando.

Solitamente al mattino mi scrive più di una volta, oggi, invece, mi ha scritto solo il buongiorno. Tiro fuori il telefono, controllo l'ultimo accesso e segna ancora le nove.

Ma poi penso a cosa dovesse fare e mi tranquillizzo. Spero per lei che vada tutto liscio, perché una seconda possibilità nell'ambito lavorativo se la merita, e sento che questa volta sarà la volta buona.   

Nessuna è come teNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ