十三 Conflitto • •

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Shiro Era rimase in disparte per un breve momento a osservare l'intervento di Akari, che aveva aiutato Hiroshi Gen a spingere Kin Kote lontano, facendolo sbattere contro il muro, dopo tale attacco da parte dei due, Shiro Era andò via.

Akari e Hiroshi Gen avevano messo all'angolo Kin Kote, che non era abbastanza stanco o ferito per non rialzarsi e continuare a combattere.

Hiroshi Gen non aveva di certo modo o motivo di non fidarsi di Akari, d'altronde il punto di vista di quest'ultimo era cambiato solo nel poco tempo che era trascorso da quando aveva conosciuto i due umani.

Nemmeno Kin Kote aveva una considerazione diversa di Akari: era il braccio destro di Shiro Era, una estensione robotica del suo completo volere. Lo considerava una macchina arguta, intelligente, potente, ma non con una sua volontà, anzi lo vedeva come incapace di una volontà propria, capacità che Shiro Era sembrava invece possedere appieno.

Ma così non era ed ora Akari ne era consapevole.

Invece che attaccare Kin Kote insieme a Hiroshi Gen, Akari colse di sorpresa entrambi: penetrò con il suo braccio destro il petto di Hiroshi Gen, catturò nel suo pugno metallico il cuore ancora umano del generale, e tirò verso l'esterno fino a farlo uscire fuori dal petto dello sconfitto.

Hiroshi Gen ebbe modo per qualche secondo di osservare il suo stesso cuore, sanguinante e pulsante, attivo ancora per poco, finché le corde di carne che lo tenevano attaccato a lui non si sarebbero recise.

Vedere il suo stesso cuore nella morsa della mano metallica di Akari fu l'esperienza più terrificante della sua intera esistenza. Non aveva mai avuto così tanta paura e terrore in vita sua, non c'era soluzione per aggiustare lo stato in cui si trovava: aveva compreso che sarebbe morto, ma non aveva modo e nemmeno tempo di comprendere ed accettare l'accaduto.

Le morti improvvise sono spesso accompagnate da una sensazione di terrore universale, quella di Hiroshi Gen non era da meno.

Piangere? Non c'era tempo.

Urlare? Non c'era tempo.

Rimanere in piedi? Non c'era modo.

Chiedere aiuto? Non c'era più motivo.

Akari ritirò il braccio con violenza, lasciò che Hiroshi Gen cadesse al suolo.

L'anima che possedeva tale corpo lo aveva abbandonato poco prima di crollare a terra, il sangue continuò a scendere copioso formando una grande pozzanghera rossa e densa.

Hiroshi Gen era morto e con lui quella grande ambizione e ossessione di diventare immortale.

Tra Kin Kote e Akari si era creato un silenzio tombale. Osservarono brevemente il corpo immobile di Hiroshi Gen e poi i loro sguardi si incrociarono, entrambi sulla difensiva, iniziarono a girare attorno alla stanza per mantenere la stessa distanza.

«Spiegati.» ordinò Kin Kote ad Akari. Il Robotsu abbassò la guardia e decise di rispondere all'imperatore.

«Il generale Gen non è il solo traditore in questa stanza. Ma a differenza sua, le mie motivazioni derivano da un senso di giustizia, non egoismo.»

«Davvero?»

«Assolutamente. Sa, da quando ho incontrato i due umani, i miei circuiti non mi hanno dato tregua. Una domanda si era instaurata nella mia mente, una domanda la quale risposta mi ha portato a tradire Shiro Era.»

«Come faccio a credere che quel che dici è vero? Sei un Robotsu, Shiro Era potrebbe averti ordinato di dire queste cose.»

«Sì, ma a quale scopo, secondo lei, dovrebbe volere una cosa del genere?»

«Non lo so, dimmelo tu.»

«Le dico che sarebbe veramente insensato ordinarmi di uccidere Hiroshi Gen e lasciare Kin Kote in vita. E non solo, sarebbe ancora più insensato che mi venga ordinato di chiedere un'alleanza all'imperatore per sconfiggere Shiro Era e salvare gli umani.» un breve silenzio molto teso si era instaurato tra i due.

«Quindi questo mi stai chiedendo? Per questo hai ucciso Hiroshi Gen?» Akari annuì.

Kin Kote si mise a riflettere, sapeva che non aveva molto tempo a disposizione, così cercò di mettere ordine ai suoi pensieri il più velocemente possibile.

«Perché mai vorresti sconfiggere Shiro Era?»

«Perché è lui la causa dell'estinzione dell'essere umano. Il suo desiderio necessita la scomparsa del suo creatore umano, ma anche di voi. Per lui, voi Saibo siete solo un effetto collaterale, niente di più. Così come ha voluto sterminare l'umanità, vorrà sterminare anche voi. Se riuscirà a possedere le informazioni per la costruzione del motore ad energia continua, per voi è la fine.» Kin Kote si avvicinò ad Akari, anche lui aveva finalmente abbassato la guardia.

«Che ci volesse morti lo avevo capito. Ma quel che mi stai dicendo, a proposito del fatto che si nascondesse lui dietro il massacro degli esseri umani, non lo sapevo. Potevo immaginarlo, ma sentire tu che lo affermi con sicurezza, è un altro conto.»

«Io non sono un Robotsu qualsiasi, non sono nemmeno come Shiro Era, ma sono abbastanza complesso da prendere decisioni personali e costruirmi un mio set di morali. Io non sono d'accordo con il desiderio di Shiro Era, io non voglio che gli ultimi umani muoiano, e non voglio nemmeno che voi veniate massacrati, quindi imperatore, si allei con me, da soli non abbiamo nessuna possibilità contro di lui.»

Akari allungò la mano metallica sporca del sangue di Hiroshi Gen verso Kin Kote. L'imperatore stava ancora riflettendo su quello che aveva sentito, una curiosità particolare era nata dentro di lui, e voleva sapere se c'era modo di trovare risposta al suo nuovo curioso quesito.

«C'è modo di sapere il perché del desiderio di Shiro Era?» Akari ci dovette riflettere per un po', ma aveva la risposta.

«Sì, la sua memoria. Ha immagazzinato tutto nella sua memoria interna, non c'è nulla che lui abbia dimenticato. Ogni esperienza di Shiro Era è immortalata su disco, se si ha modo di mettere le mani sulle sue memorie interne, potremo vedere tutta la sua vita attraverso i suoi occhi. Dal primo giorno che l'hanno avviato, fino ad oggi, è tutto registrato.»

«Sarei interessato a mettere le mani su quelle informazioni, a meno che tu non sappia già perché abbia deciso di sterminare l'umanità. Se così fosse, mi faresti il piacere di dirmelo?»

«Sì, ma potrebbe benissimo avermi raccontato una bugia, io non ho visto le registrazioni delle sue memorie, solo lì c'è la verità. Ma ora non c'è più tempo, vuole allearsi con me, sì o no?»

«Va bene, Akari. Ti aiuterò a sconfiggere Shiro Era. Portami da lui.» Akari sorrise come solo lui sapeva fare: con uno scatto artificiale che era tanto comune nel suo modo di comportarsi.

L'imperatore e il nuovo traditore si avviarono verso Shiro Era, entrambi pronti e desiderosi di sconfiggerlo una volta per tutte.

Kin Kote chiese durante il tragitto ad Akari del perché del tradimento di Hiroshi Gen e il Robotsu gli rispose senza remore. Quando l'imperatore seppe le motivazioni dietro le azioni del suo più fidato guerriero, rimase disgustato da lui; non lo credeva capace di un tale egoismo e narcisismo, mentre invece lui era soltanto quello e nient'altro ormai, aveva completamente perso ogni briciola di etica che gli fosse rimasta. Kin Kote provava così tanta rabbia nei confronti del generale, che non si dispiacque minimamente per la sua morte improvvisa.

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