九 Discarica •

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Joji, Nena e SaruKi erano alle prese con i selvaggi quando la compagnia del generale Gen finì di attraversare la Nebbia Rossa. Il sistema di SaruKi capace di riconoscere i motori ad energia continua era stato danneggiato e non fu in grado di rilevare la loro presenza.

In silenzio e con grande attenzione la compagnia perlustrò il luogo che avevano raggiunto. Non ci misero tanto a scoprire il bunker che i due giovani umani abitavano; era pieno di tracce che portavano a tale conclusione.

Hiroshi Gen mandò il più veloce dei suoi sottoposti a controllare i dintorni. Quest'ultimo, silenzioso e guardingo, venne attirato dai rumori prodotti dalla battaglia in corso, vide quel che doveva vedere e corse a riferire al generale Gen.

Un calcolo veloce e il piano per catturarli poteva essere messo in atto con estrema facilità. Circondarono l'edificio in cui si trovava il bunker, cancellarono le loro tracce e aspettarono in silenzio il ritorno dei due umani.

Dalle informazioni captate dal suo sottoposto della battaglia, Gen sapeva che il giovane umano Joji se la stava cavando, ma se fosse morto, avrebbe aspettato il solitario ritorno della giovane donna alla sua dimora. Quello era lo scenario preferibile, ma si sarebbe adeguato a qualsiasi evenienza.

Il fato volle che entrambi gli umani sopravvivessero, ma li portò dritti dritti nelle braccia artificiali del generale Gen.

I due umani furono costretti a salire sulla macchina di Hiroshi Gen, la stessa che aveva ospitato Joji la prima volta che era stato catturato dal generale. La paura che avevano in corpo era impossibile da descrivere: nessuno dei due voleva morire o soffrire. Era da tanto tempo che Joji non si era sentito tanto terrorizzato, Nena riuscì a notare questo suo stato d'animo. Era accanto a lui, completamente abbracciata a lui, con una paura tremenda di allontanarsi anche solo di un millimetro. Il braccio muscoloso e teso di Joji la faceva preoccupare, aveva l'impressione di poter sentire il suo cuore battere all'impazzata. Se Joji stava male, anche Nena stava male, odiava l'idea di vederlo in uno stato d'animo così turbato. Ma lei non poteva fare nulla per aiutarlo, e lui non poteva fare nulla per salvarla.

Hiroshi Gen, dal canto suo, poche volte nella sua vita era stato così contento e soddisfatto. Li osservò con curiosità e attenzione, squadrò la giovane donna da capo a piedi più di una volta. Dovette ammettere di essere curioso di quell'incontro. Non aveva mai visto una donna umana. L'emotività espressa dal suo sguardo e dal suo corpo portava con sé qualcosa di unico e intrigante. Hiroshi Gen iniziò a fantasticare su quanto ancora sarebbe riuscito a spaventarla, quanto poteva farla soffrire e quanto lei avrebbe resistito a tali sofferenze, fisiche e mentali. Qualcosa in lei lo infastidiva tantissimo e gli faceva venir voglia di ferirla e godere del suo dolore. "Sono la sua innocenza e debolezza che mi fanno desiderare di diventare un mostro con lei" il generale si rispose da solo poco dopo. Le donne Saibo non gli procuravano la stessa sensazione. Loro erano docili, innocenti e deboli. Nena era innocente e debole, ma non docile. Il solo pensiero di distruggere la sua libertà lo mandava in estasi.

Joji non seppe spiegarsi perché, ma nel vedere lo sguardo che il generale aveva riservato a Nena, comprese immediatamente le sue cattive intenzioni. Una rabbia potente si impadronì di Joji, e la paura si fece piccola nel suo cuore per lasciare spazio a un coraggio pieno d'ira.

Il generale Gen sentì il cambiamento del suo stato d'animo e gli sorrise maligno.

«Non siete curiosi di sapere come vi abbiamo trovati?» chiese il generale beffardo.

Joji e Nena si scambiarono uno sguardo veloce, la ragazza strinse ancora più forte il suo braccio.

«Matsumoto Rift.» fu la risposta di Joji. Hiroshi annuì.

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