三 Cucciolo • • •

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Per un po' di tempo continuarono a girare in cerchio, ma il Cucciolo ad una certa si stufò e saltò di lato, accompagnando il tutto con un ruggito. Joji fece lo stesso, ma senza ruggire. Il Saibo animale scosse violentemente la testa e iniziò a correre verso Joji, era velocissimo!

Il giovane ebbe tempo solo di gettarsi lateralmente; il Cucciolo ne approfittò per attaccarlo, ma Joji usò la spada per proteggersi. Le fauci invece di mordere il collo morbido dell'umano, si erano bloccate sulla lama rossa della sua spada. La forza della macchina era superiore a quella di Joji; più spingeva verso il basso, più si avvicinava al suo viso. Joji ce la stava mettendo tutta per non far avvicinare ulteriormente la sua spada e la testa del Cucciolo al suo viso, sudava e aveva un'espressione contorta. Il Cucciolo, sentendo che più spingeva, più si avvicinava a Joji, continuò quell'azione, ma ad una certa, la lama rossa della spada iniziò a conficcarsi nell'oro della sua mandibola.

Quel rosso non era puramente estetico, era una proprietà intrinseca del metallo di cui erano composte le spade dell'umano: la lega più resistente al mondo. Comprendeva oro, argento e infine un minerale, il diamante. Com'era possibile crearla, nessuno lo sapeva; infatti quelle spade erano uniche al mondo, costruite quando gli umani regnavano ancora sulla Terra.

Come se fosse vivo, il Cucciolo si allontanò dolorante. Le ferite che la spada di Joji gli avevano inferto lo fecero innervosire ulteriormente, ma i suoi colpi divennero meno calcolati a causa dell'ira. Prese ad attaccare senza sosta Joji, ma lui, grazie alle sue spade, riusciva a bloccare ogni attacco. La forza del Saibo animale lo aveva spinto diverse volte a terra e gli aveva fatto perdere l'equilibrio, ma lui sapeva come rialzarsi e come cadere. Ad ogni colpo gli spettatori esclamavano stupiti.

Però, Joji aveva una debolezza che il Cucciolo non aveva.

«Smettila di perdere tempo! Stai perdendo le forze, Joji!» furono le parole di Rift. L'umano lo aveva compreso tempo addietro; quello era sempre stato il più grande limite del suo corpo: l'affaticamento. Più lo scontro si allungava, più le forze lo abbandonavano. Doveva sbrigarsi a farla finita con il Cucciolo, altrimenti sarebbe morto a causa di una svista causata dalla stanchezza.

Però, il tempo che aveva combattuto contro il Cucciolo aveva avuto anche il suo risvolto positivo: adesso conosceva il suo nemico e poteva prevedere le sue mosse seguenti.

L'animale Saibo prima saltava e poi attaccava: che fosse con le fauci o con le zampe, era quello il suo modus operandi. All'ennesimo salto da parte del Cucciolo, Joji potè prevedere che lo avrebbe attaccato con la zampa destra, lo aveva notato dalla posizione del suo corpo e dal tipo di salto. Posizionò velocemente la spada nella traiettoria della zampa e il Cucciolo non fece in tempo a ritirarla. 

Era una questione di millisecondi: essi controllavano il fato.

Joji rimase stabile e infierì sul colpo inferto quando sentì che la zampa si era ben incastrata nella spada. Accompagnò il taglio netto con un urlo. Il Cucciolo ruggì di dolore e si allontanò infuriato e ferito. La zampa dorata rimase per terra immobile. Joji era soddisfatto. Sorrise malamente e stavolta fu lui a correre verso il Cucciolo. Questo cercava di proteggersi e di allontanarlo con l'altra zampa che gli era rimasta, ma ormai i ruoli si erano invertiti: la preda era il Cucciolo e il predatore era Joji. 

Quando il Cucciolo si alzò su due zampe per attaccarlo, lanciò la spada affinché si infilzasse nel suo petto. Joji non mancò il bersaglio. Sfilò la seconda spada e respirò affannosamente. Il Cucciolo si abbassò dolorante, incapace di sfilare via l'arma dell'umano. 

Joji cercò di avvicinarsi ulteriormente a lui, ma questo, ormai stremato e stufo, prese a divincolarsi e ruggire più intensamente. L'umano doveva avvicinarsi al suo petto, ne dipendeva la sua vittoria!

JPNWhere stories live. Discover now