四 Nebbia Rossa • •

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Joji salì sul ponte e la figura con il casco istigò quella di metallo a muoversi. Si spostarono e continuarono ad osservarlo da lontano e nascoste nel buio.

Un rumore le tradì e Joji tornò ad essere attento, mise la mano destra su una delle sua spade e si incamminò verso di loro. Si spostarono ma nel farlo fecero troppo rumore. Joji prese a correre, anche loro iniziarono a correre.

Ora era evidente che qualcosa stesse scappando da lui, qualunque cosa fosse non voleva farsela sfuggire. Se era un animale, sarebbe stata la sua cena, se era un Robotsu o un Saibo, lo avrebbe ucciso, ma se era qualcos'altro, forse il destinatario di Rift, avrebbe finalmente consegnato quella maledetta lettera.

Alla fine le figure non riuscirono più a nascondersi e Joji poté vedere che aspetto avevano. Quando posò i suoi occhi su quella metallica comprese che fosse un Robotsu. Stava trasportando il suo amico con l'aiuto di una coda artificiale.

L'odio e la rabbia perennemente presenti nel cuore dell'umano gli diedero ulteriore forza e accelerò la sua andatura.

Il Robotsu dorato si spaventò e fece lo stesso. L'altra figura imbacuccata non faceva altro che rimanere ben salda nella sua posizione.

Più si avvicinava, più il loro aspetto diventava chiaro, ma prima di poter vedere in volto il Robotsu, Joji inciampò su un oggetto lanciato dal suo amico.

Cadde violentemente e strusciò il viso sul terreno, un ramoscello gli era entrato nel naso e gli bucò la narice. Il dolore era tanto e smise di inseguire gli sconosciuti.

Sembrava una ferita di poco conto, ma non lo era. Preferiva tornare indietro dalla sua moto, piuttosto che rischiare ulteriormente.

Lo fece e le due figure scomparirono nel buio della sera. Quando arrivò alla sua moto e riuscì a sistemarsi per la notte, aveva perso diverso sangue ed era stanco. Le sue orecchie non ignoravano nessun rumore sospetto e il suo corpo cercava di non produrne lui stesso.

Riuscì a medicarsi la ferita e rimase sull'attenti: aveva sentito la presenza di qualcosa non troppo lontano da lui. Joji sperava fossero le figure di prima; non gli piaceva rimanere nell'ignoranza, e sicuramente non si sarebbe addormentato sapendo di avere qualcuno alle costole.

Ma non aveva paura, perché si era confrontato varie volte con il pericolo: queste due presenze, non erano una vera e propria minaccia. L'unica cosa che lo faceva rimanere così sull'attenti era il fatto che si trovasse in un territorio sconosciuto.

Non accadde nulla quella notte e lui non si addormentò.

Quando l'alba apparve all'orizzonte realizzò quanto fosse stanco, ma era niente in confronto a come si era sentito nell'attraversare la Nebbia Rossa.

La giornata passò senza disturbi e Joji decise di tornare di nuovo al fiume, sempre sull'attenti in caso incontrasse di nuovo le presenze di ieri.

Poté pescare senza problemi e fu molto contento del bottino. Si aspettava che gli avessero posto un'imboscata, ma non accadde. "Avevo ragione a non preoccuparmi, chiunque fossero hanno loro più paura di me che io di loro." pensò Joji con il pesce sulle spalle e il naso dolorante. Si sistemò meglio il cerotto insanguinato e sbadigliò. Era quasi arrivato al luogo nel quale si era stanziato, quando all'improvviso sentì qualcosa colpirlo in testa con violenza. Si abbassò  per parare il secondo colpo, ma poi, dall'angolazione opposta, ne arrivò un altro che lo prese dritto in fronte. L'impatto fu tale che iniziò a perdere l'equilibrio. Qualcosa si era lanciato verso di lui, ma Joji non era in condizioni di parare il colpo.

Il Robotsu dorato si era lanciato su di lui e quando il giovane lo vide in faccia sgranò gli occhi per lo stupore.

"Il destinatario!" pensò prima di svenire per colpa dell'impatto con il Robotsu.

JPNWhere stories live. Discover now