十二 Massacro • •

9 2 0
                                    

Joji non sentì quando qualcuno o qualcosa si avvicinò a lui in silenzio.

Fu preso dalle spalle con violenza e quando il suo sguardo incontrò quello del suo assalitore, rimase felicemente sorpreso di scoprire che fosse un umano.

Un giovane uomo che gli tappò la bocca con furia.

Lo prese in braccio e lo portò via da lì, Joji non porse resistenza.

Quando fu portato al sicuro, il piccolo non poté credere a quello che stava vedendo: l'uomo lo aveva portato da suo fratello, Noriaki.

Noriaki era vivo!

Si abbracciarono così forte che Joji fece difficoltà a respirare, ma non gli importava. Era troppo felice che il fratello fosse vivo.

Noriaki si asciugò una lacrima solitaria dal viso e gli sorrise con gli occhi lucidi. Joji in quel momento si ricordò che la madre fosse invece morta, e non poté trattenersi dal piangere di nuovo.

«Mamma è morta, io l'ho vista...» Noriaki lo strinse di nuovo a sé e lo lasciò singhiozzare tra le sue braccia.

L'altro uomo li osservò in silenzio e dopo aver dato del tempo al piccolo per riprendersi, decise di parlare.

«Rimanere qui è pericoloso, dobbiamo spostarci.» Joji in quel momento lo guardò più attentamente. Conosceva quel giovane uomo, il suo nome era Kage.

Anche lui era un guerriero, colui che possedeva la seconda spada di metallo rosso. Lui e Noriaki erano ottimi amici, anche se spesso erano in competizione uno contro l'altro. Ma tal competere fu positivo per entrambi, perché li rese i due guerrieri più forti e meritevoli del villaggio.

Ma in quel momento si sentivano entrambi deboli e indegni del titolo che fu loro dato. Avevano fallito nel salvare il villaggio. L'esercito Robotsu che li aveva attaccati era troppo forte e numeroso.

Poterono distruggere solo poche unità, ma si batterono con valore contro ogni Robotsu incontrato sul loro cammino. Ma il loro agire fu abbastanza solo per assicurarsi la propria sopravvivenza. Rimasero in battaglia finché l'ultimo umano del villaggio non fu eliminato. I Robotsu continuarono a dar loro la caccia, ma riuscirono a scappare da loro e a coprire le loro tracce; non poterono fare altro per il villaggio, non c'era più nessuno da salvare, sopravvivere era l'unica scelta..

Noriaki era della stessa opinione di Kage, dovevano andare via da lì. Prese la mano di Joji e si incamminarono. Lontani dal villaggio, lontani dal pericolo, verso una vita più solitaria e triste, ma pur sempre ancora una vita...

Da quel momento in poi, i tre umani decisero di vivere una vita da vagabondi. Da quel che sapevano, non c'erano altri umani ancora in vita oltre loro.

I primi tempi ebbero un po' di speranza di ritrovare qualcuno altro vivo, ma non accadde. Gli unici incontri che ebbero furono con altri Robotsu e con gli animali selvatici.

Noriaki e Kage iniziarono a insegnare a Joji, immediatamente dopo il massacro, l'arte della spada. Non c'era giorno che non si allenava, e non c'era giorno che non imparava una nuova tecnica di sopravvivenza.

Anche se era felice di essere insieme al fratello, a Joji mancava tantissimo l'affetto della propria madre. I due uomini erano dei guerrieri, non sapevano come coccolare un bambino. Ma Joji non aveva più bisogno di coccole e attenzioni, ma di imparare a sopravvivere.

Essendo loro tre maschi vagabondi, non c'era affetto tra di loro. Ma c'era fiducia e fratellanza. In fondo si volevano bene, ma non lo avrebbero mai ammesso o dimostrato. Joji divenne esattamente come Noriaki e Kage: distaccato, freddo, calcolato, forte e attento.

JPNWhere stories live. Discover now