五 Pesca • •

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Quando si svegliò fu a causa dei rumori prodotti da Nena. Quando mise a fuoco la scena che aveva davanti la ragazza indossava già la sua tuta e portava con sé un contenitore di modeste dimensioni pieno di chissà cosa.

«Io e SaruKi andiamo fuori, vuoi venire?» chiese lei sorridente.

Joji annuì, dopodiché si preparò per uscire.

In breve tempo uscirono dal bunker e lui poté osservare tutto attorno i resti di un'abitazione.

«Ho bisogno che mi accompagnate alla mia moto.» disse lui nell'esatto momento in cui aveva individuato un angolo in cui avrebbe potuto posizionarla.

Nena e SaruKi lo accontentarono e dopo una bella camminata raggiunsero il suo adorato veicolo. Lui controllò che fosse tutto apposto e permise alle sue nuove conoscenze di ammirare la moto.

«Dove l'hai trovata?» chiese SaruKi.

«Mi è stata lasciata in dono.» fu la sua secca risposta. Non era per nulla intenzionato a confidare quelle informazioni ad un Robotsu.

Alla fine la trasportò fino al posto che aveva individuato accanto al bunker e la lasciò lì. Insieme ripresero a camminare e stavolta sarebbe stata Nena a decidere la destinazione. Durante il tragitto, lei e SaruKi ispezionarono ogni angolo di strada e ogni oggetto che trovavano, alla continua ricerca di nuovi pezzi per la loro collezione. Nena si stava divertendo; quando trovava qualcosa di veramente interessante lo mostrava anche a Joji, che si limitava ad annuire.

Dopo un lungo periodo di tempo passato a cercare e ispezionare oggetti, arrivarono in un edificio diverso dagli altri, che un tempo doveva esser stato una scuola superiore. Nena era molto entusiasta.

«Questo luogo è il più interessante di tutti! Qui ho trovato la maggior parte dei miei libri.» Nena prese a correre, seguita da SaruKi che non le toglieva mai gli occhi di dosso. Joji se la prese comoda; solo quando iniziava a perderli di vista aumentava il passo.

Dovette ammettere che Nena aveva ragione: quel luogo era veramente più interessante degli altri. Mentre osservava i resti di sedie e banchi sparpagliati per le classi, sentì Nena urlare e corse a vedere cosa fosse successo.

Ebbe una paura istintiva e quando la vide sorridente poté finalmente riprendere a respirare. Quel suo urlo fuori luogo lo fece arrabbiare, ma presto si dimenticò di quella sensazione, esattamente quando il suo sguardo incontrò il punto che il piccolo dito di Nena indicava.

Loro si trovavano sul secondo piano dell'edificio e la chioma di un albero da frutto era talmente ampia che era entrata dalla finestra di una delle classi, i quali vetri erano andati distrutti molto tempo fa.

Ma non era l'albero in sé che aveva fatto urlare Nena di gioia, ma i frutti che adornavano la sua chioma verde: tante pesche rosa e rotonde.

Corsero tutti e tre verso la finestra e presero un frutto ciascuno.

«Quelle dall'altra parte devono essere più mature, perché incontrano i raggi del Sole.» affermò SaruKi e allungò la sua coda per arrivare dall'altra parte della chioma. Nena lo osservò con la bocca già piena.

«Com'è?» chiese Joji indeciso se assaggiare o meno la sua pesca. Lei sorrise e gli rispose dopo aver ingoiato.

«Dolce!» e dopo l'ulteriore morso non rimase altro che il nocciolo. Anche Joji assaggiò il frutto e fu soddisfatto del sapore; da tanto non assaggiava qualcosa di dolce. Riempirono un intero sacco di pesche, che Nena continuava a divorare anche durante il tragitto. SaruKi alla settima pesca le impedì di mettere le mani nel sacco e lei gli fece la linguaccia, esattamente come aveva fatto la notte scorsa a Joji.

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