八 Selvaggi • • •

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I nemici erano stati sconfitti, Joji cadde in ginocchio, il suo respiro era affannato. Nena corse verso lui e SaruKi.

«Joji! Joji! Stai bene?! Oh,no!» cercò di trattenere un grido quando vide la ferita alle costole che il Robotsu gli aveva inflitto.

«Non è così grave come sembra. È solo in superficie...» il che era vero, ma poteva comunque infettarsi se non veniva curata al più presto.

«Aiutami ad alzarmi.» gli chiese Joji e Nena non se lo fece ripetere due volte. Si avvicinarono a SaruKi e la ragazza corse da lui.

«SaruKi! Cosa ti ha fatto...?» disse senza più riuscire a trattenere le lacrime. SaruKi era ancora attivo, ma il suo petto era stato gravemente ferito, il motore ad energia continua che lo teneva attivo era stato disconnesso in un punto dal resto del sistema energetico. Era diventato instabile. SaruKi lo aveva subito compreso dal controllo virtuale che aveva fatto sul suo corpo. Nena lo teneva fra le sue braccia, sicura dell'illusione che SaruKi potesse sentire l'affetto che lei gli trasmetteva.

«Possiamo aggiustarti, SaruKi! Vero, Joji?!» chiese Nena con le lacrime agli occhi. Joji non sapeva cosa dire, si stava controllando la ferita che gli era stata fatta.

«Nena, il mio motore ad energia continua è stato in parte staccato dal resto del sistema, è solo una questione di tempo prima che si stacchi completamente ed esploda.» spiegò monotono SaruKi. Nena riprese a piangere.

«Ma dobbiamo fare qualcosa! Non ti lascerò morire!» disse la ragazza stringendo la testa di SaruKi al suo petto.

«Nena, io non posso morire, perché non sono mai stato vivo.» rispose lui.

«Sì, ma per me è come se lo fossi! Se non fosse stato così... allora...» Nena non riusciva più a parlare. Continuò a stringere SaruKi stretto a sé. Joji osservava la scena e non sapeva cosa fare, ci stava riflettendo, ma nulla gli veniva in mente. il dolore di Nena lo aveva paralizzato.

«Ascoltami, Nena. Tu devi prendere con te parte della mia memoria, quella memoria a cui solo tu puoi accedere. La mia ora è arrivata. Sei in buone mani.» disse lui e iniziò a estrarre il circuito che conteneva le preziose informazioni sul motore ad energia continua. Nena continuava a dirgli di fermarsi, e cercava di fermarlo con le mani, ma non aveva la forza di impedirglielo. SaruKi le consegnò la memoria, era talmente piccola che non sarebbe sfuggita dal palmo di Nena. La ragazza piangeva e cercava di trattenersi, ma più si tratteneva, più il pianto seguente usciva fuori violento.

«SaruKi... sei la mia famiglia. Solo te conoscevo. Come farò senza di te?» chiese lei. Il petto di SaruKi fece una scintilla rumorosa, il motore ad energia continua si stava destabilizzando ulteriormente.

«Ce la farai. Non sei sola. Non più. C'è Joji con te. Ora andate, prima che l'esplosione vi ferisca.» disse SaruKi e sorrise. Joji prese dalle spalle Nena, cercando lentamente di allontanarla dal Robotsu. Il suo petto aveva iniziato a fare altre scintille, la situazione stava diventando pericolosa.

Joji teneva stretto a sé Nena, ancora singhiozzava e si asciugava le lacrime con furia. SaruKi esplose poco dopo che loro si erano allontanati, l'esplosione li fece perdere l'equilibrio, ma non li ferì. Il pianto di Nena divenne più tetro e Joji non poteva fare altro che tenerla vicino a lui. Anche se era un Robotsu, sapeva che le emozioni di Nena erano vere. Aveva veramente amato SaruKi come un familiare. Era tutto quello che conosceva, l'unica sua interazione sociale per anni e anni.

«Mi dispiace, Nena. Ma dobbiamo andare. Non è sicuro qui.» disse lui e lei si limitò solo ad annuire.

Il silenzio era sceso tra i due, la notte stava arrivando, dovevano sbrigarsi a raggiungere un posto sicuro. Joji non sapeva quanti altri Saibo o Robotsu selvaggi si nascondevano da quelle parti.

Quando arrivarono al bunker, Joji si medicò velocemente la ferita vicino al petto, ma Nena a malapena si mosse. Aveva smesso di piangere, ma si trovava in uno stato di shock.

«Dobbiamo andarcene da qui. Non è più sicuro. Dobbiamo trovare un'altra zona.» disse lui. Aveva già iniziato a fare il suo bagaglio. Il viso di Nena si trasformò in una smorfia di terrore e poi gli urlò contro.

«E dove andiamo?! Nessun posto è sicuro! Siamo destinati a essere uccisi! A morire giovani e nel dolore! Ci danno tutti la caccia! Questo non è il nostro mondo! È inutile sperare, ci aspetta solo la morte.» quelle parole dette con rabbia non potevano essere accettate da Joji. Lui non si sarebbe arreso così.

La prese dalle spalle e la scosse.

«Hai ragione. Ma non mi interessa! Finché sono vivo, finché respiro, finché vincerò la prossima battaglia, io continuerò a combattere! Non morirò invano!» rispose lui con altrettanta rabbia. Nel profondo, Nena voleva sentire quelle parole.

«E adesso alzati e aiutami a fare i bagagli.» gli ordinò Joji. Lei prese un bel respiro e si mise al lavoro. Non presero molto con loro.

"Questa è stata la mia casa per così tanto tempo. Adesso devo abbandonarla. Ma sarò insieme a Joji, questo è l'importante" pensò Nena prima di dare un'ultima occhiata alla sua dimora. La memoria che SaruKi le aveva consegnato la fece diventare un ciondolo che mise al collo, le misure erano perfette. Nascosta alla vista, accanto al suo petto, c'era il ricordo di SaruKi e la sua arma segreta.

I loro visi erano nascosti dai caschi che Matsumoto aveva modificato apposta per loro. I bagagli leggeri erano ben serrati alla moto. Joji si mise alla guida, Nena dietro di lui. Lo cinse con le sua braccia e partirono.

Ma non andarono lontano.

Appena uscirono dal palazzo in cui era presente il bunker, si ritrovarono circondati dai soldati di Hiroshi Gen. Non c'era modo di andarsene.

Joji sentì la terra sotto i suoi piedi scomparire, Nena si dimenticò di respirare.

«Cosa sta succedendo, Joji...?» chiese la ragazza con la voce spezzata.

Joji non aveva il coraggio di rispondere.

Il generale Gen fece la sua entrata.

Fece scivolare ai piedi di Joji le teste del Robotsu e del Saibo sconfitti poche ore fa.

«Questi due erano più vecchi e antichi di tutti noi messi insieme. Due pazzi selvaggi che gironzolavano per le terra del Sol Levante senza un obiettivo preciso. Che fortuna che il destino ve li abbia fatti incontrare questo fatidico giorno. Abbiamo avuto così modo di osservarvi, di prepararci al meglio per questo incontro. Ed eccoci qui, tutti riuniti! Su, forza, scendete dalla moto. Voi venite con me.»

Nena riconobbe la voce, Joji la sentì tremare dietro di sé. Si morse il labbro e cercò di trattenere un urlo. Ma in vita sua si era sentito tanto in trappola. Mai era stato così impaurito. Non aveva solo paura di perdere la vita, ma anche di perdere Nena.

JPNWhere stories live. Discover now