5 ~ Faint.

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Capitolo Cinque - Faint.

Harry's pov.

Maow, maow.

Il miagolio di Macchia e le sue zampe sul mio viso mi svegliano. Apro gli occhi sbadigliando e mi stiracchio, senza farlo cadere. Mi tiro su a sedere, tenendolo stretto a me e gli accarezzo la testolina facendogli fare le fusa.

Giro lo sguardo verso il comodino e sospiro quando vedo che sono le quattro del pomeriggio. Non ho chiuso occhio per tutta la notte, continuavo a pensare alle parole di Delia e alla rabbia nei suoi occhi. Perché diavolo Noel le ha messo in testa che Lisa ed io facevamo sesso? E poi; Lisa ed io, scherziamo? Si, è una bella ragazza, ma ci conosciamo da quando eravamo dei bambini e non ho mai pensato a lei in quel modo.

Mi tolgo le coperte di dosso, scendo dal letto, sempre tenendo Macchia in braccio, e vado in cucina dove trovo Lisa seduta intorno al tavolo con dei fogli sparsi su di esso. Inarco un sopracciglio guardandola, mentre mi avvicino alla cuccia del cucciolo e lo lascio con le zampe per terra. Che cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere all'università?

Mi accomodo su una sedia accanto alla sua e continuo a fissarla, fino a quando non alza lo sguardo su di me. Gli occhi sono gonfi e arrossati, il naso rosso e le labbra gonfie e screpolate; sicuramente ha pianto tutta la notte.

So come si sente.

«Che ci fai qui, Lisa?» le chiedo spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Non avevi una riunione?»

«Non-» tira su con il naso passandosi una mano su una guancia bagnata. «non ho dormito tutta la notte e non me la sono sentita di andare, ho un aspetto orribile» dice indicandosi e facendo una smorfia.

«Prova...» deglutisco. «Prova a non pensarci» anche se so che è impossibile, penso tra me e me.

«Come faccio, Harry?» chiede sbraitando. «Le ha detto che noi due facevamo sesso. Cioè, tu ed io? Non succederà mai, nemmeno tra un milione di anni!» esclama indicandoci, facendo una smorfia di disgusto.

Ridacchio leggermente e annuisco.

«Siamo come fratello e sorella» sospira abbassando gli occhi. «Come può Delia anche solo pensarlo?» appoggia i gomiti sul tavolo e s'infila le mani tra i capelli. Capisco perfettamente come si sente; lei e Delia avevano un rapporto speciale e vederlo sgretolarsi per colpa di un coglione è orribile.

«Noel, in questo momento, è una delle poche persone qui a Seattle di cui si fida. Tu ed io... Siamo d-degli sconosciuti» le appoggio una mano su una spalla. È così e, anche se è dura, dobbiamo accettarlo.

«Ma-» alza lo sguardo e, quando sta per replicare, le appoggio una mano sulla bocca facendola stare zitta.

«Niente ma. Ora alzati da questa sedia, porta i tuoi compiti in camera, fatti un bagno caldo e rilassati» le accarezzo una guancia sorridendo, per rassicurarla. Ricambia il sorriso, allunga una sua mano verso il mio viso e infila un dito in una mia fossetta, prima di raccogliere le sue cose e andare al piano di sopra.

Sospiro, mi appoggio contro lo schienale della sedia e abbasso lo sguardo sulla mano sinistra. Come sono riuscito a convincere Lisa di essere forte, quando io non lo sono per niente? La fede al mio dito s'illumina attirando la mia attenzione e alcuni dei ricordi con Delia mi ritornano in mente, facendomi venire le lacrime agli occhi e mi mordo il labbro inferiore.

Come sta?

Come la stanno trattando i suoi genitori?

Avrà dormito bene?

Noel è con lei?

Il solo pensiero di loro due insieme mi fa rabbrividire, faccio strisciare le gambe della sedia sul pavimento e mi alzo in piedi. Mi avvicino al frigorifero, prendo il cartone del latte e ne sorseggio un po', ma il suono del campanello m'interrompe.

Ricordati di noi. |H.S| Where stories live. Discover now