29 ~ Fight.

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Capitolo Ventinove - Fight.

«Posso sapere chi ti ha fatto questo?» mi chiede Harry per l'ennesima volta, mentre tampona con dell'ovatta e del disinfettante la ferita sul mio labbro inferiore.

Sono seduta sul bordo della vasca del suo bagno con un sacchetto di piselli congelati premuto sulla guancia. Il colpo è stato forte e, molto probabilmente, rimarrà un livido.

Quando Anne mi ha visto entrare si è precipitata verso di me, mi ha abbracciato ed ha ispezionato il mio viso. Proprio in quel momento è arrivato Robin per portarla fuori a cena, stava quasi per rimandare ma Harry l'ha tranquillizzata, dicendo che si sarebbe preso cura di me.

Ho evitato la sua domanda sin da quando sono arrivata qui, ma ora non ho vie di fuga. Non so nemmeno perché non ho subito detto che è stato Noel a farmi del male... E se venisse a sapere che l'ho detto ad Harry e lo facesse di nuovo.

Rabbrividisco al pensiero e stringo le braccia intorno al mio corpo chiudendo gli occhi, impaurita. Il suo sguardo pieno di rabbia mi tormenta.

Harry s'inginocchia davanti a me, accarezza una mia gamba per tranquillizzarmi e sposta una ciocca di capelli dietro al mio orecchio. Apro gli occhi, una lacrima scivola al mio controllo e tiro su con il naso.

«Noel...» sussurro asciugandomi la guancia con il dorso della mano. «Noel mi ha fatto questo» alle mie parole i suoi occhi si spalancano e stringe le mani in dei pugni.

«Lo uccido» dice a denti stretti, prima di alzarsi in piedi e dirigersi verso la porta.

«No, Harry, aspetta!» con uno scatto veloce afferro la sua mano, costringendolo a fermarsi.

Si volta verso di me «Non posso aspettare, Delia. Quello stronzo deve pagare per ciò che ha fatto!» alza il tono della voce quasi spaventandomi, ma non mi allontano anzi, aumento la stretta intorno alla sua mano.

«Non ne vale la pena. Lui domani tornerà a Toronto e non lo vedremo più» poso una mano su una sua guancia e lui sembra rilassarsi.

«Lo odio» dice prima di circondare la mia vita con le braccia, stringendomi forte a se, e nasconde il viso nell'incavo del mio collo. Ricambio l'abbraccio e gli accarezzo la schiena, cercando di calmarlo.

Non voglio che finisca nei guai per me.

Si allontana di poco, senza sciogliere la stretta e ci guardiamo negli occhi per quelle che sembrano ore. I suoi occhi hanno sempre avuto uno strano effetto su di me, sin da quando l'ho visto per la prima volta nel cortile della scuola.

Mi trasmettono felicità e sicurezza, tutto ciò di cui ho bisogno.

Sembrano passati dei secoli da quando dono qui, invece sono passati solo tre mesi. Tutti i timori, le paure e le ansie sono sparite, al loro posto ci sono la felicità, il divertimento e... L'amore.

Il suo sguardo si posa sulle mie labbra e lo vedo abbassarsi con il viso per baciarmi. Il mio cuore inizia a battere all'impazzata contro la gabbia toracica e chiudo gli occhi.

Le nostre labbra si sfiorano, ma il magico momento, viene rovinato dalla suoneria del suo cellulare. Entrambi sospiriamo e ci allontaniamo.

Estrae il cellulare dalla tasca posteriore dei pantaloni, sorride e mi mostra lo schermo, su cui s'illumina la foto di Lisa.

«Lei e il suo solito tempismo» ridacchia e risponde alla chiamata.

«Lis-» sta per parlare, ma la voce dell'amica lo precede.

«Posso sapere dove diavolo sei, Harold?» dice ed Harry allontana il cellulare dall'orecchio. «Dovevi essere qui con Delia alla sei. Sono le sei e mezzo e, di voi due, non c'è nemmeno l'ombra» borbotta ed io ridacchio.

Ricordati di noi. |H.S| Where stories live. Discover now