2 ~ Fault.

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Capitolo Due - Fault.

Harry's pov.

Osservo mia moglie avvinghiata a un ragazzo biondo e la tazza scivola dalla mia mano frantumandosi a terra, provocando un rumore assordante che attira l'attenzione dei due. Appena riconosco il ragazzo al suo fianco, spalanco gli occhi e dischiudo le labbra per la sorpresa.

È Noel, il suo ex ragazzo. Che cosa ci fa qui? Chi l'ha avvertito del risveglio di Delia e come ha fatto a venire qui?

«Signore, sta bene?» chiede un'infermiera avvicinandosi a me. Serro le labbra, punto lo sguardo sulla ragazza e annuisco.

Come può abbracciarlo? Stupido Harry, ha preso la memoria. Non si ricorda ciò che le è successo.

«Harry, stai bene?» chiede dolcemente Delia accarezzandomi il braccio destro. Abbasso lo sguardo su di lei e annuisco lentamente, prima di fulminare con gli occhi Noel alle sue spalle.

«Perché sei qui, Noel?» chiedo a denti stretti cercando di mantenere la calma. Calmo Harry, non puoi prenderlo a pugni in un luogo pubblico, dice la mia coscienza.

«Ho saputo che Delia si è svegliata, sono andato a casa dei suoi genitori e mi hanno detto che l'avrei trovata qui» dice con una scrollata di spalle arricciando le labbra in un sorriso. Come ho fatto a non pensare a Christian e Robin? Era più che ovvio che fossero stati loro a farlo arrivare qui; lo hanno sempre sostenuto anche dopo che lui e Delia si erano lasciati. È di famiglia benestante, ecco perché.

Riporto lo sguardo su mia moglie e vedo che sta sorridendo, un sorriso diverso da quelli che mi rivolgeva qualche minuto fa -il che mi spezza il cuore-. Deve guardare me in quel modo, non lui. Ma continuo a ripetermi che lo fa perché non si ricorda di me, di noi.

I miei occhi si fermano sul tavolino e vedo la fede, abbandonata lì. Mi mordo il labbro inferiore tremante impedendo ai miei occhi di tradirmi, raccolgo l'anello infilandomelo nella tasca posteriore del pantalone e supero i due a testa bassa. Sapevo che era meglio non incontrarla, non per ora almeno; fa male da morire vederla con gli occhi a cuoricino mentre guarda un altro e invece guardare me come se fossi un completo sconosciuto.

Sento qualcuno afferrarmi per la giacca, alzo lo sguardo e vedo Delia. «Dove stai andando?» chiede aumentando la stretta intorno alla mania e sforzando un sorriso. Non devi fingere con me, riesco benissimo a leggere nei tuoi occhi che per il momento io sono l'ultima delle tue preoccupazioni, penso mentre allungo una mano verso il suo viso per accarezzarla una guancia.

«A casa, mi sono appena ricordato che...» mi passo la mano ingessata tra i capelli cercando in tutti i modi una scusa. «Mia madre! Si, mia madre viene a trovarmi con suo marito» non vedo mia madre dal giorno del suo matrimonio a Londra -dove si è trasferita dopo aver incontrato Robin-, ma ci sentiamo quasi tre volte al giorno.

«Ma... Stavamo-» la blocca scuotendo la testa e accennando un amaro sorriso.

«Ci vediamo» appoggio due dita sotto il suo mento alzandole lo sguardo e poso le mie labbra sulla sua fronte, prima di girare i tacchi e allontanarmi. È meglio così, essere vicini ma così lontani fa male a entrambi, solo che lei non se ne rende conto.

Esco dall'ospedale a testa bassa, prendo le chiavi della macchina dalla tasca della giacca e mi accomodo sul sedile del guidatore. Metto in moto, esco dal parcheggio e sfreccio a tutta velocità verso la casa dei genitori di Delia. Devono darmi una spiegazione; perché diavolo hanno fatto andare Noel da Delia sapendo ciò che le ha fatto?

Stringo il volante con la mano non ingessata fino a far diventare le nocche bianche e mi mordo il labbro inferiore, sentendo il sapore del sangue sulla lingua. Non dovrei guidare in queste condizioni, ne sono consapevole, ma per proteggere Delia farei questo e altro.

Ricordati di noi. |H.S| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora