31 ~ Parents.

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Capitolo Trentuno - Parents.

Il ticchettio della pioggia contro le persiane e il rumore di un tuono, mi costringono a svegliarmi e mi avvicino maggiormente al corpo caldo al mio fianco. Respiro l'odore del bagnoschiuma e apro gli occhi, vedendo Harry dormire beatamente con le braccia intorno alla mia vita.

Mi stiracchio facendo attenzione a non svegliarlo, la coperta sopra di noi si sposta e vedo che non indossa nient'altro oltre ai boxer. Arrossisco all'improvviso, notando un rigonfiamento coperto dal cotone nero e riporto il piumone sopra di noi.

Stringo il labbro inferiore tra i denti e osservo il suo corpo ricoperto di tatuaggi. Sono così tanti... Probabilmente una trentina. Passo la punta delle dita sull'inchiostro e una scia di brividi compare sul suo petto.

Profuma di bagnoschiuma alla mela. Deve essersi fatto una doccia, dopo che mi sono addormentata.

Lo sento muoversi e aumentare la stretta intorno a me. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi assonnati, mentre sbadiglia portandosi una mano davanti alle labbra.

«Buongiorno. Ti ho svegliato?» gli chiedo spostandogli i capelli dal viso.

«Buongiorno» dice con voce roca. «Si, ma vorrei essere svegliato così ogni giorno» si avvicina al mio viso e posa le labbra sulle mie, provocando una sensazione di piacere dentro di me.

«Che ore sono?» mi chiede appoggiando la testa sul mio petto.

Allungo una mano verso il comodino, afferro il mio cellulare e controllo l'ora.

«Le undici e mezzo» dico inserendo il codice per sbloccare lo schermo. Ho un messaggio da parte di mia madre, la quale mi chiede di tornare a casa di perché deve parlarmi.

Inarco un sopracciglio e rispondo con un "okay".

Che cosa deve dirmi?

Riporto il cellulare sul comodino e infilo una mano tra i suoi capelli, intrecciandoli tra le dita. «Devo rientrare. Mia madre vuole parlarmi»

«Okay» si alza dal letto e si avvicina all'armadio, infilandosi a caso un pantalone e una maglietta.

***

«Sono a casa» annuncio chiudendo la porta di casa alle mie spalle. Sistemo il cappotto sull'attaccapanni insieme ed entro in cucina, dove trovo i miei genitori. Papà è seduto a capotavola, il suo posto, mentre mamma è impegnata ai fornelli. «Ehi» dico attirando la loro attenzione.

Mamma alza lo sguardo e mi rivolge un'occhiata, che non riesco a decifrare, mentre papà mi guarda in silenzio piegando il giornale e appoggiandolo sul tavolo.

Perché sono così strani?

«Ieri sera è venuto Noel a trovarci» dice e, solo con questo capisco tutto. «Il tuo amico, quell'Harry, non è stato molto gentile nei suoi confronti e tu non hai fatto niente per difenderlo»

Come il solito, Noel ha detto la verità a modo suo.

E poi... Perché è venuto dai miei genitori?

«Che cosa hai sulla guancia, tesoro?» mamma cerca di avvicinarsi, ma lui la blocca alzando una mano.

«Harry mi stava difendendo, papà» dico e indico la ferita sul mio labbro inferiore. «Noel mi ha schiaffeggiato perché...» sospiro chiudendo gli occhi. «Perché gli ho detto di non... Non amarlo più»

Dove trovo tutto questo coraggio?

In passato sarei rimasta in silenzio.

Mamma spalanca gli occhi e guarda papà, che però resta impassibile.

Ricordati di noi. |H.S| Where stories live. Discover now