23 ~ Meeting.

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Capitolo Ventitré - Meeting.

Osservo il paesaggio che mi circonda, cercando di memorizzarlo nella mia mente. Dopo alcune ore di viaggio in aereo, finalmente, siamo ad Aspen: non ci sono mai stata prima d'ora e sono felice di essere qui con Harry per, forse, uno dei momenti più importante della sua vita.

È molto nervoso e non riesce a stare fermo proprio come Gemma, che durante il viaggio in aereo si è mangiate tutte le unghie della mano sinistra a causa dell'agitazione.

Mi stringo nel cappotto rosso, quando il vento viene a contatto con la mia pelle scoperta, ed Harry se ne accorge. «Senti freddo?» mi chiede ed io annuisco, prima che mi circondi le spalle e mi stringa al suo petto.

Le mie guance si tingono di rosso e noto Gemma sorridere nel guardarci. Siamo fuori dall'aeroporto ad aspettare il loro padre da quasi dieci minuti e spero che arrivi subito, perché potrei rimanere congelata.

Una Mercedes nera parcheggia davanti a noi e sento Harry sussultare. È Desmond?

La porta del guidatore si apre e le mie speranze svaniscono quando un uomo dai corti capelli rossi, occhi azzurri e una divisa elegante nera si avvicina.

«Siete voi Harry e Gemma Styles?» chiede ai due, che prima di rispondere si scambiano un'occhiata confusa.

«Si. Lei è...?» chiede la castana inarcando un sopracciglio.

«Ronald, l'autista del Signor Styles. Il Signore è rimasto bloccato ad una riunione, mi ha ordinato di venire a prendervi e portarvi allo chalet in montagna, dove la Signora Styles e sua figlia vi stanno aspettando» ci spiega rivolgendoci un sorriso.

Wow, un'autista personale.

«Iniziamo male» borbotta Harry roteando gli occhi.

Ronald sembra non averlo sentito ma Gemma ed io si, perciò lo colpiamo sul braccio.

Sistema le nostre valigie nel portabagagli, ci accomodiamo nei sedili posteriori e, dopo aver controllato lo specchietto retrovisore, Ronald esce dal parcheggio.

***

Rimango a bocca aperta quando Ronald parcheggia di fronte allo chalet del padre di Harry. È in legno, ha due piani, due grandi finestre permettono la visione del bosco innevato e tante luci colorate di Natale lo circondano. È bellissimo, passerei il resto dei miei giorni qui.

L'autista apre la portiera e scendo seguita dagli altri altri due, meravigliati quanto me.

«Ecco le vostre valigie. La Signora Styles vi aspetta dentro, non abbiate paura non morde» sorride Ronald ed io faccio lo stesso, mentre Harry e Gemma deglutiscono.

Affermiamo le nostre valigie e ci avviciniamo all'entrata. Gemma si fa coraggio, suona il campanello e aspettiamo che qualcuno venga ad aprire.

Sposto lo sguardo sul paesino a qualche chilometro da noi, ma il click della porta mi riporta alla realtà e torno a guardare davanti a me.

Una bambina dai capelli castani raccolti in una coda, dai grandi occhi verdi, la carnagione chiara compare di fronte a noi. Indossa un maglioncino bianco, una salopette di jeans, degli stivaletti e al petto stringe un orsacchiotto bianco.

La sorellastra di Harry e Gemma.
Ci guarda per qualche secondo e poi corre dentro casa, quasi spaventata.

«Chi è alla porta, tesoro?» chiede una voce femminile.

«Non so» risponde la bambina.

Poco dopo una donna sui quarant'anni compare nella nostra visuale con la piccola in braccio e ci rivolge un grande sorriso. Indossa un maglione rosa, un jeans chiaro e degli stivali. Anche lei ha i capelli castani raccolti in una coda alta, gli occhi castani e le labbra fine ricoperte da un rossetto chiaro.

Ricordati di noi. |H.S| Where stories live. Discover now