38 ~ Parents II

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Capitolo Trentotto - Parents 2.

Rivolgo un ultimo sguardo ad Harry e, dopo aver preso un respiro profondo, suono il campanello. Siamo di fronte casa mia, o per meglio dire, dei miei genitori.

Oggi è il giorno libero di mia madre e sono sicura di trovarla a casa a quest'ora. Devo dirle dell'ammissione ad Harvard e se hanno intenzione di aiutarmi a pagare, o potrò dire addio al mio sogno.

Sento la serratura scattare e afferro una mano di Harry, il quale mi rivolge un sorriso, incoraggiandomi. Non voleva accompagnarmi all'inizio: ha paura che mamma e papà possano trattarmi male perché l'ho portato con me, ma non m'importa. Fa parte della mia vita e, se vorranno fare pace con me, dovranno accettarlo.

La chioma bionda di mia madre compare nella mia visuale. Spalanca gli occhi e dischiude le labbra quando mi riconosce. Indossa una tuta blu e le pantofole, solito abbigliamento che usa quando sta in casa.

«Delia» si porta le mani davanti alle labbra e vedo i suoi occhi inumidirsi.

«Mamma, io-» deglutisco, ma vengo interrotta dal suo abbraccio. Dischiudo le labbra, incapace di parlare.

«Mi sei mancata da morire, bambina mia!» esclama aumentando sempre di più la stretta intorno al mio corpo. Una lacrima sfugge al mio controllo, chiudo gli occhi e ricambio l'abbraccio.

Avevo davvero bisogno di questo.

Anche lei mi è mancata tanto.

Appoggia le mani sulle mie spalle e co ritroviamo faccia a faccia. «Sono felice che tu sia venuta qui. Entrate pure, mi stavo preparando un thè, spero ne vogliate un po' anche voi» tira su con il naso e si asciuga le guance con le mani, prima di farsi da parte per farci entrare.

Harry è rimasto in silenzio per tutto questo tempo.

Mi giro verso di lui, allunga una mano verso il mio viso e asciuga la lacrima con il pollice. Gli rivolgo un sorriso, che ricambia, intreccio le dita con le sue ed entriamo in casa.

Ci accomodiamo intorno al tavolo della cucina, mentre mamma versa in delle tazze il thè. Le appoggia davanti a noi e si mette seduta a capo tavola, posto abituale di papà.

«Come mai questa visita, tesoro?» mi chiede sorridendo.

«Ehm» prendo la lettera dell'Università dalla borsa e gliela porgo. «Ho ricevuto la risposta da Harvard. Mi hanno accettata» dico e lei mi guarda sorpresa.

«Oh Dio, sono orgogliosa di te!» esclama leggendo il contenuto della lettera. «Andrai a visitare il campus sabato?» mi chiede ed io annuisco.

«Devo chiederti una cosa, però» mi mordo il labbro inferiore.

«Certo, qualsiasi cosa»

«Tu e papà mi aiuterete a pagare gli studi? La borsa di studio non copre tutto e, senza il vostro aiuto, non posso farcela» spiego, mentre gioco con le mie dita.

«Ovvio che ti aiuteremo, tesoro. Abbiamo affrontato un momento difficile, ma le cose si aggiusteranno» sorride e mi accarezza una guancia. «A proposito di questo... Mi dispiace non aver risposto alle tue chiamate, ma conosci tuo padre. Quando è arrabbiato bisogna solo aspettare che si calmi» abbassa lo sguardo ed io annuisco.

«Dov'è lui?» le chiedo.

L'ho visto a scuola questa mattina e, a quest'ora, dovrebbe essere a casa.

«Ha una riunione a scuola» alza le spalle. «E tra di voi, come va?» chiede cambiando discorso. Sembra che non voglia parlare di lui.

«Tutto bene» risponde Harry appoggiando una mano sul mio ginocchio.

Ricordati di noi. |H.S| Where stories live. Discover now