Cap 68

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Non ero mai stata una persona spigliata, estroversa o più banalmente era tremendamente difficile, per non dire assurdo, definirmi come una 'chiacchierona' .
Ero una persona silenziosa, introversa. Lo ero sempre stata ed avevo cominciato ad accettarlo, cercando di migliorare questa parte di me.  Là dove fosse possibile, certo . 

In ogni caso ricordo di averci sempre provato, almeno in quelle situazioni meno 'quotidiane'. 
Con quelle persone meno 'quotidiane' .
Ricordo di aver sempre cercato di rompere il ghiaccio, di instaurare una conversazione ma con scarsi risultati, erano pochi gli episodi dove veramente un tentativo del genere poi dava i suoi frutti. 
Cercavo sempre di evitare un silenzio tombale, uno di quelli estremamente imbarazzanti. Soprattutto quando l'opinione della persona accanto a me era rilevante. 
Sentivo il cervello mettersi in moto, correre il più in fretta possibile verso qualche stupida idea, o qualche aneddoto da introdurre nella conversazione. Sperando che poi l'altra persona continuasse a parlare anche per me.
E , se questo accadeva, il gioco era fatto .  

Ma adesso mi trovavo accanto a qualcuno che mi annebbiava il cervello, qualcuno che mi impediva di rovistare nei cassetti della memoria per cercare qualche stupido aneddoto o frase divertente. E per fortuna, per fortuna ci pensò Harry a rompere il silenzio che si era creato una manciata di minuti dopo essere partiti . 

"Non credevo che avresti accettato di uscire con me stasera " 

Forse sarebbe stato meglio restare in silenzio. 

Sospirai prima di rispondere, avrei voluto chiedergli perché. Perché credeva che non avrei voluto trascorrere del tempo con lui, ma la risposta sarebbe stata banale e tremendamente intuitiva .  " Non mi aspettavo che me lo chiedessi  " 

Decisamente meno scontata come risposta . 

Harry ridacchiò "Davvero ? Non ti aspettavi una chiamata o un banalissimo messaggio dopo quello che ti avevo detto alla festa di tuo nonno ? "   

Ed io scossi la testa "No, sai per Zayn e ....e tutto il resto "  mormorai . Harry si fermò davanti ad un semaforo rosso, si voltò per guardarmi "Avresti preferito che non ti scrivessi ? " 
Scossi la testa quasi istantaneamente "é solo una situazione un po' strana " 

Il riccio rise facendo spuntare le fossette, quanto era bello il suono della sua risata "Lo so" 

E poi il semaforo diventò verde ed Harry ripartì, ricominciò a guidare ed andò avanti per trenta minuti buoni . Trenta minuti nei quali nessuno disse nulla, nessuno dei due pronunciò una vera e propria frase o la più semplice e scontata delle parole. 
C'era stato solo silenzio, delle continue occhiatine e qualche sorriso di soppiatto, come se l'altro non dovesse capire quanto la reciproca presenza facesse piacere . Eppure era un silenzio diverso questo . 

Quando però mi resi conto che di minuti ne erano passati quaranta decisi di parlare : 
 "Senti....io capisco che sono la figlia di uno dei tuoi migliori amici, che abbiamo svariati anni di differenza, che tu sei un cantante famoso in tutto il mondo e nessuno deve sapere di questa serata. Ma hai deciso di portarmi ai confini del mondo ? " 

Ed Harry rise ancora, rise tanto per quella stupida affermazione, rise di gusto. Mi piaceva essere il motivo della sua risata .

"No no, pochi minuti ancora e siamo arrivati " mormorò, ed io annuì anche se lui non poteva vedermi. I suoi occhi erano solo per quella lunghissima strada che sembrava non voler mai finire. 

Ed infatti quando l'auto si fermò quasi non mi parve reale "Siamo arrivati " esordì, quando mi mossi per aprire la portiera mi bloccò. Scese dalla macchina, fece il giro ed aprì lui il mio sportello. Faceva il gentiluomo, di nuovo. 

Dad Malik?Where stories live. Discover now