cap3

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Erano quasi le due del pomeriggio quando Isabella Parker decise di scendere in mensa per mettere qualcosa di appetitoso nel suo stomaco. Varcò la porta della mensa,si diresse a prendere un vassoio dove appoggió una bottiglia d'acqua,un po' di pasta al pomodoro , delle posate ed una mela,le piacevano le mele,quelle verdi soprattutto.

Si guardò attorno in quell'ora la mensa era piena ragazzi affamati ,alcuni più piccoli di lei,altri della sua età ed altri ancora più grandi. In quelle tre settimane non aveva fatto amicizia con nessuno,nessuno che non fosse suor Maria ovviamente.
Bella ancora non si capacitava di come fosse riuscita ad aprirsi così tanto, ed in così poco tempo, con una donna che conosceva appena.

La ragazza individuò un tavolo vuoto nell'angolo vi si diresse ignorando le occhiate curiose dei suoi coetanei. Non le piaceva stare da sola, non le era mai piaciuto,aveva sempre avuto sua madre o David  ma adesso non aveva nessuno neanche durante l'ora del pranzo. In genere suor Maria le faceva compagnia ma si erano viste quella mattina e la donna le aveva riferito che quella sera avrebbero riparlato,perciò non contó sulla sua compagnia anche quel giorno a pranzo.
Ma dovette ricredersi,suor Maria stava attraversando la mensa con un vassoio in mano ed con un caldo sorriso sulle labbra,diretta nel tavolo in cui stava pranzando Bella.

"Ma non avevi detto che ci saremmo riviste stasera a cena?"disse la più piccola con aria di sfida alla donna dagli occhi verdi che ormai si era seduta di fronte a lei  "No,ho detto che a cena ti avrei raccontato ciò che l'assistente sociale mi dirà tra un paio d'ore. Perché?  Preferivi pranzare sola?" Bella scosse la testa ridacchiando,non aveva ancora capito come facesse suor Maria a voler trascorrere tutto quel tempo in sua compagnia,non era sua madre, non era David ne tanto meno una sua familiare,era convinta di farle pena ma si sbagliava di grosso.
In un certo senso suor Maria rivedeva se stessa in isabella"No,mi fa piacere che tu sia qui,non voglio restare sola"suor Maria le  sorrise ed annui,mentre prendeva una cucchiaiata della sua zuppa di piselli.

La mora guardò il piatto della donna di fronte a lei e sorrise al ricordo delle smorfie di disgusto che apparivano sul viso di sua madre ogni volta che vedeva  quella brodaglia verde. 
L'ultima volta che Gyne prese la febbre Bella la costrinse a mangiare una zuppa di piselli <<la farà stare meglio>> aveva detto il dottore,ma non fu così,mezz'ora dopo averla finita Gyne la vomitò sul pavimento e per giunta la febbre le era salita ancora .
Le faceva male ricordare sua madre,il dolore al petto si fece risentire. Scavava sempre più in profondità,non lo sopportava più,era come se qualcosa la stesse divorando dall'interno. Ma per quanto il cuore le facesse male,sarebbe riuscita a sopportare per sempre quel dolore,pur di non dimenticare la donna più importante della sua vita.

Non voleva scordarsi dei suoi occhioni azzurri che erano in grado di tranquillizzarla con un solo sguardo,i suoi lunghi capelli biondi,fin troppo simili a quelli di suor Maria,a cui adorava fare le treccine quando non riusciva ad addormentarsi.  Non voleva scordarsi di tutte quelle notti in cui Gyne aveva asciugato le sue numerose lacrime, tutte le assurdità fatte assieme.
Le corse sotto la pioggia,i film dell'orrore , le innumerevoli volte che avevano fatto tardi a scuola perché entrambe si erano addormentate sul treno ed avevano perso la fermata . 
Tutto il cibo spazzatura che mangiavano ogni sera a cena perché nessuna delle due sapeva cucinare.
"Bella,hai cominciato a rimettere in borsa tutte le tue cose?"Chiese suor Maria,distraendo così la ragazza dai suoi pensieri , lei scosse la testa tornando alla realtà .
"Non ho molto lo sai,quelle poche cose che ho tirato fuori non ci metterò molto a rimetterle in valigia,quando arriverà il momento" disse Isabella mettendo in bocca l'ultima cucchiaiata di pasta.

"Potrebbe arrivare prima di quanto credi"borbottò sotto voce la donna dai capelli dorati "Come?"  chiese Bella con un tono meravigliato,Maria non pensava che la ragazza mora seduta di fronte a lei l'avesse sentita,o almeno un po' ci sperava.

"Te l'ho spiegato,Meredith mi ha detto al telefono,  tre giorni fa, che era questione di giorni "

"Questione di giorni per cosa? I miei nonni possono adottarmi,torno in Italia?". La donna sospirò e posò il cucchiaio nel piatto ancora pieno, ormai le era passata la fame .

La domanda della mora non sorprese affatto suor Maria,o almeno non lo fece più di tanto. Non le aveva mai detto chiaramente 'tra meno di una settimana andrai a vivere con tuo padre biologico'.

No, non aveva mai accennato minimamente alla possibilità di convivere con suo padre e quando per la prima volta le due ne parlarono chiaramente,ed isabella chiese con chi sarebbe dovuta andata a convivere dopo la scomparsa della madre,la donna dai capelli biondi e gli occhi verdissimi si era limitata a dire :

'l'assistente sociale sta provvedendo ad i documenti d'adozione da parte di alcuni tuoi parenti prossimi'.
E Bella ci credette,perché sua madre non aveva mai detto molto su di lui,e lei stessa non pensava che quello che sarebbe dovuto essere suo padre si sarebbe mai preso cura di lei ,fu l'unica volta che le due parlarono di ciò.

"In realtà,Meredith ha rintracciato tuo padre,lui è d'accordo a prenderti in custodia"ammise suor Maria abbassando lo sguardo

"Cosa? No,i nonni avevano detto che lui non sarebbe mai stato d'accordo a prendermi con se,e che comunque loro avrebbero fatto tutto il possibile per adottarmi legalmente!"  Quasi urlò la ragazza, ma si ricordò dove si trovava e con chi stava parlando  .
Ed era vero,i genitori di Gyne avevano parlato con la nipote riguardo all' adozione, due giorni dopo il funerale della figlia . Le avevano detto che avrebbero discusso con l'assistente sociale fino a che non avesse acconsentito a farla adottare da loro legalmente.

"Bella lui è tuo padre,ha la precedenza",replicò la donna sperando di far calmare isabella "Non mi interessa se ha la precedenza!" Disse la ragazza alzando forse un po' troppo il tono di voce,ricevendo così occhiatacce da suor Matilde,la quale stava pranzando qualche tavolo più in la in compagnia di altre tre sorelle:

"Bella! Non alzare la voce ,lui è tuo padre ha tutto il diritto di conoscerti",replicò suor Maria, ma quella fu la goccia che fece traboccare il vaso .
"Poteva pensarci prima non credi?" e detto ciò la ragazza mora si alzò ed uscì dalla mensa,diretta nella sua stanza.

Esattamente alle tre e un quarto di quel pomeriggio Meredith Osbourne, l'assistente sociale che si stava occupando dell'affidamento di Isabella Parker,fece la sua entrata all'interno di un orfanotrofio gestito da una decine di suore.  Era la seconda volta che entrava nell'istituto, non era rimasta colpita la prima volta,figuratevi la seconda.

I muri erano gialli,i soffitti bianchi,con qualche macchia di muffa qua e là,non c'erano molti arredamenti qualche dipinto dai colori scuri appesi sulle pareti, che agli occhi di Meredith risultavano tristi e privi di emozioni.
Meredith Osbourne era una bella donna di appena trent'anni anni,ma faceva del suo meglio per dimostrarne venti.
Aveva dei lunghi capelli neri,in perfetto contrasto con i suoi occhi azzurri e la pelle olivastra,le gambe lunghe erano fasciste a perfezione da scuri pantaloni aderenti. Al di sopra dei quali vi era una camicetta bianca coperta da una giacca nera.

Era bella,e non solo lei sapeva di esserlo, mentre attraversava il giardino dell'orfanotrofio catturó moltissimi sguardi . C'erano quelli ragazzi che non riuscivano a staccare lo sguardo dalla quella camicetta un po' troppo sbottonata e un po' troppo trasparente,quelli invidiosi di alcune ragazzine e gli occhi attenti delle suore superiori del convento,che criticavano mentalmente il modo di vestire di quella giovane donna.

Ma Meredith non si preoccupò di loro, continuò a camminare sicura di se ed andò dritta nella piccola stanzetta infondo al corridoio,dove la volta precedente che era stata nell'orfanotrofio,aveva incontrato suor Maria.
Apri la porta,certa di trovare quest'ultima là dentro,ed infatti fu esattamente ciò che accade . Suor Maria era seduta sulla sedia blu scura,intenta a leggere chissà quali importanti fascicoli. "Buongiorno" disse Meredith prima di accomodarsi di fronte a suor Maria.

Dad Malik?Where stories live. Discover now