Cap 61

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Amiche buona pasqua !!!!! Come state ? Vi avviso che sarà un capitolo lunghetto, fatemi sapere se la piega che la situazione prenderà potrebbe piacervi. Spero con tutto il cuore che stiate tutti bene e che questo capitolo vi distragga almeno per una decina di minuti, baci .

Quella stessa sera non riuscì a dormire, continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto senza trovare una posizione minimamente comoda. Chiudevo gli occhi solo per riaprirli il secodo successivo, ricordavo di essermi infilata sotto le coperte verso le dieci e mezza, quando capì che non sarei riuscita a riposare quella notte e che da lì a poco sarei scesa in soggiorno erano le quattro e mezza.
Zayn dormiva , lo sentivo russare da un altro piano, ma non mi preoccupai neanche di essere troppo silenziosa sapevo che non si sarebbe svegliato neanche con le cannonate, era come me d'altronde.
Mi sedetti sul divano, cercando tra i cuscini il telecomando della televisione, ma non c'era. Ciò che invece trovai fu il telefono di Zayn che continuava a vibrare, ma capì dalla lucetta rossa lampeggiante che erano email di lavoro. Mi aveva rivelato di averla messa rossa perché era il colore che più gli imprimeva coraggio. All'inizio mi era sembrata una creinata, ma dopo due mesi passati con lui avevo capito che per fare quel lavoro, stare continuamente sotto i riflettori e nel mirino dei giornalisti, non era facile. E ce ne voleva di coraggio, eccome se ce ne voleva.

Lo riposai e presi il mio che era nel giubbotto accanto al divano, lo sbloccai, la foto dello sfondo era stata scattata pochi giorni fa . C'eravamo io, David e Jake ed ancora una volta mi sentì tremendamente in colpa .
Riposai il telefono e alzai lo sguardo, l'orologio segnava le cinque precise . Decisi che quella sarebbe stata l'ultima sera passata preoccupata per un biondino dagli occhi verdi .
Alle otto dovevo essere fuori casa e scelsi di essere almeno un po' produttiva .

Salì al piano di sopra , andai in bagno ed aprì l'acqua della doccia, ci restai per quaranta minuti.
Dopo essermi asciugata tornai in camera, infilandomi la divisa della scuola, poi mi sedetti davanti allo specchio guardandomi riflessa. Quello che vedevo non mi piaceva, avevo delle occhiaie enormi, i capelli gonfi e le labbra pallide. Dovevo affrontare una persona che , in quel momento mi terrorizzava, e per riuscire a farlo dovevo sentirmi più sicura di me stessa.
La ragazza nello specchio non era affatto sicura, ma assonnata e terribilmente confusa .
Sospirai, poi aprì il cassetto vicino all'armadio per cercare qualcosa che mi aiutasse, le occhiaie andavano coperte e le labbra dovevano essere almeno un po' più colorate . Poi passai ai capelli, lì avevo appena lavati ma proprio per questo erano fin troppo gonfi e sapevo mi avrebbero fatta sembrare ancora più goffa . Decisi di raccoglierli in un coda alta, e mi ci vollero tre elastici venti forcine e quindici minuti buoni , ma alla fine era fatta. Era perfetta , dritta e senza bozzi .
Guardai di nuovo l'immagine nello specchio, adesso si, adesso potevo affrontare di tutto e di più. Mancavano solo le energie, dei pancake sarebbero stati perfetti.

Alle otto meno un quarto Zayn corse in cucina in pieno panico perché la sveglia non aveva suonato "Certo che ha suonato, solo che il telefono era qui, sul divano " gli risposi in tutta tranquillità dando un ultimo morso alla mia colazione .

"E perché non mi hai svegliato perché non sei venuta ad avver- ma sei già vestita ? Ed hai cucinato " Constatò il moro dopo essersi avvicinato a me ed aver osservato meglio la cucina. Non avevo fatto neanche troppo disordine ed avevo ripulito tutti gli utensili necessari per creare l'impasto.
"é trucco quello che vedo sul tuo viso ?" posai la forchetta sul piatto e misi tutto nel lavandino .

"Smettila " lo ammonì passandogli accanto, lui mi bloccò pendendo il mio viso tra le mani avvicinandolo al suo, i suoi occhi erano fissi nei miei e mi scrutavano con un' attenzione con cui, prima d'ora, raramente mi avevano osservata "Dimmi la verità, sei fatta ?"

Mi scostai da lui sbuffando sonoramente "Ma che cavolo dici !" e poi lo spinsi letteralmente fuori casa, costringendolo a giudare con le pantofole . Si stava facendo tardi ed io, in una giornata simile, non potevo assolutamente essere in ritardo.

Dad Malik?Where stories live. Discover now