XLIV

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Era arrivato il giorno del concerto e non nego che anche io ero molto agitata. Avrei scoperto come sarebbe stato vedere il mio ragazzo esibirsi dal vivo, davanti a tutte quelle persone e fino a che punto sarei riuscita a sopportare i commenti delle sue fan.

Il concerto sarebbe cominciato di lì a poche ore e i ragazzi erano già tutti al trucco. Io ero seduta vicino a Jungkook e gli tenevo la mano mentre due ragazze dello staff lo pettinavano e lo truccavano. Era serissimo e continuava a guardare il suo riflesso nello specchio.

«Sei agitato?» gli chiesi.

«Un po'» mi sorrise.

«Lo sappiamo tutti che quando sali sul palco ti trasformi. Stai tranquillo, farai bene come sempre»

Quando andò a vestirsi sentii alcuni commenti dei membri dello staff e capii ancora di più come Jungkook si dovesse sentire solo anche nel posto in cui sarebbe dovuto essere più al sicuro. Facevano apprezzamenti sui ragazzi non curandosi della mia presenza. Come diceva Jungkook, quelle erano persone interessate ai personaggi che interpretavano sul palco e non ai ragazzi che erano davvero.

Quando Jungkook tornò, mi regalò un sorriso bellissimo e prese posto vicino a me sul divano.

«Sono contento che tu sia qui»

«Lo sono anche io»

Era emozionante vedere come quei sette si dessero forza a vicenda e quanto si volessero bene l'un l'altro, erano più che una famiglia.

Iniziammo a sentire il caos delle fan che prendevano posto nello stadio, doveva essere emozionante per loro. Jungkook camminava freneticamente da una parte all'altra non riuscendo a fermarsi, avrei voluto abbracciarlo e dirgli di stare tranquillo, ma lo staff mi aveva impedito di avvicinarmi a lui perché "lo avrei distratto".

Poco prima di salire sul palco fu proprio Jungkook a trasgredire alle regole e mi lasciò un velocissimo bacio sulle labbra sussurrandomi un "ti amo".

Decisi inizialmente di rimanere dietro le quinte e vederli dallo schermo, anche se avrei potuto uscire e stare sotto al palco insieme alle guardie del corpo. Mi avevano fatta vestire come un membro dello staff, proprio per camuffarmi e non dare nell'occhio.

Jungkook era davvero un Dio. Finalmente capivo come si sentivano gli spettatori, ero incantata, completamente stregata dal suo sguardo, dalla sua voce angelica e allo stesso tempo sexy e i suoi movimenti che mi facevano andare dritta in paradiso.

«Dio Jungkook... non puoi essere reale» dissi tra me e me.

Decisi di uscire per lasciarmi travolgere ancora di più da quell'atmosfera magica, erano belli e bravi. Stavano cantando e ballando "fake love", i miei timpani si ruppero quando Jungkook sollevò la camicia facendo intravedere i suoi addominali.

Le fan erano completamente impazzite... ma probabilmente solo poche di loro sapevano il vero significato di quella coreografia. Jungkook mi aveva spiegato che con quel gesto voleva enfatizzare proprio quell'amore falso basato sull'aspetto fisico o sull'interesse per lui in quanto idol, quell'amore nullo che aveva sempre cercato di evitare.

Quando mi vide mi fece un occhiolino veloce, ovviamente una fan pensò fosse rivolto a lei e passò i successivi dieci minuti a ripeterlo.

Tanto è mio.

Stavano terminando la canzone, quindi rientrai per essere pronta ad aiutare Jungkook a cambiarsi e sistemarsi.

Non appena mi vide si diresse verso di me e nonostante fosse completamente bagnato dal sudore mi abbracciò.

«Sei stato bravissimo» gli porsi la bottiglietta d'acqua e gli asciugai le goccioline sul viso con il panno che mi ero fatta dare dallo staff.

«Jungkook-ah adesso hai anche l'assistente personale! Sono geloso» scherzò Jin, facendomi l'occhiolino.

Double Life - Jeon JungkookWhere stories live. Discover now