XIII

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Erano già passate due settimane dalla partenza di Jungkook ed era solo da pochi giorni che avevo ricominciato a rivolgere la parola a Lynda. Ero ancora furiosa.

Come avevo promesso a Jungkook, mi allenavo tutti i giorni. Lui, invece, non stava riuscendo a mantenere del tutto la sua promessa, mi diceva sempre che era molto impegnato. Non mi volle nemmeno dire dove era andato a finire. Non avevo la minima idea del luogo in cui si trovasse. Era in Corea o da qualche altra parte?

Sarebbe anche potuto essere oltreoceano e io non avrei avuto modo di saperlo. Diceva che mi avrebbe raccontato tutto quando sarebbe tornato e che voleva impiegare il poco tempo che aveva per scrivermi per sapere come stessi o casa facessi durante la mia giornata.

Sapere che lui si interessava così tanto a me, mi faceva sentire benissimo. Ma anche io avrei voluto sapere cosa facesse lui.

Quindi tentai di parlare con Lyor. Lui sicuramente sapeva qualcosa.

Quando mi vide entrare nel bar mi fermò immediatamente.

«Io non ti dirò proprio niente. Chiedilo a lui dove è andato.» mi disse.

Quanto era astuto Jungkook? Sapeva che lo avrei chiesto a Lyor e lo aveva avvisato per tempo. Non avrebbe fatto prima a dirmelo, semplicemente?

«Dai Lyor ti prego!» lo implorai. «Se gli succede qualcosa non so neanche dove si trova.»

«Sono muto come un pesce» disse, mentre serviva il caffè a una signora al bancone.

Io mi sedetti su uno di quegli alti sgabelli, avevo intenzione di tormentarlo.

«È da due settimane che cerco di capirlo. Per favore!»

«No. Voi due mi avete stufato. Parlatevi e non mettetemi in mezzo.»

A quanto pare non avrei ricevuto informazioni nemmeno da lui.

Decisi di fare canoa quel giorno. Mi tornarono alla mente molti ricordi, tra cui quello di un pazzo che mi aveva quasi spaccato lo stomaco e Jungkook che non ci aveva pensato due volte a difendermi, facendosi conciare davvero male.

Spesso mi capitava di pensare all'ultima sera che avevamo passato insieme. Avrei voluto tornare indietro nel tempo e riviverla dall'inizio alla fine... magari saltando la parte in cui piangevo disperata sul mio letto o in cui Lynda ci aveva interrotti, sul più bello.

Allenarmi senza Jungkook era davvero orribile. Riuscivo solo a pensare alla fatica. Non c'era lui che mi distraeva con il suo sorriso e con il suo corpo scultoreo. Mi mancava persino essere spaventata a morte dai suoi stupidi scherzi.

C'erano giorni in cui mi sentivo più attiva, volevo a tutti i costi mantenere la mia promessa per dimostrargli, quando sarebbe tornato, che avevo fatto un ottimo lavoro seguendo i suoi insegnamenti. Altri giorni, invece, la lontananza sembrava essere insopportabile. Mi mancava avercelo vicino, farlo ridere o ridere io stessa per qualche sua stupidaggine. Mi mancava perdermi nei suoi occhi dolci e contemplare il suo sorriso per ore. Mi mancava il suo profumo e mi mancava sentirmi come quando stavo con lui.

L'unico momento della giornata in cui poteva scrivermi era il pomeriggio. Alcune volte per mezz'ora, altre riusciva anche un'ora.

Era troppo poco tempo. Non mi bastava più. Mi mancava da morire.

Probabilmente mi sarei sentita meglio se avessi condiviso il mio malessere con Lynda o se mi fossi lasciata distrarre dalle sue iniziative strampalate, ma ero ancora arrabbiata a morte con lei. Avevo ricominciato a rivolgerle la parola, ma solo per darle informazioni strettamente necessarie, visto che ero ospite a casa sua.

Double Life - Jeon JungkookOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz