XXIII

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JUNGKOOK'S P.O.V.

Non sapevo quando e come lo avevano scoperto, ma quel porto era pieno di fan.

Gridavano e sventolavano le loro army bomb attirando l'attenzione di Hazel, la situazione si stava mettendo male.

Fortunatamente Hyunmin mi stava aiutando a gestirla. Lo avevo conosciuto quando avevo frequentato il corso per la patente nautica, non lo vedevo da tanto tempo, ma eravamo sempre rimasti in contatto.

Quando mi ricordai che lavorava a Songdo come guardia portuale, mi convinsi ancora di più che era la meta perfetta per passare la serata con Hazel.

Una volta cessate le urla, Hazel fremeva per uscire a visitare quella città.

Io ero preoccupato che qualcuno mi riconoscesse, non sarebbe stata la prima volta che qualche fan si appostasse per saltare fuori all'improvviso.

Decisi di mettermi la mascherina, il cappello con la visiera e gli occhiali da sole.

Hazel mi osservava stranita.

«A cosa ti serve la mascherina se questa città è a "zero emissioni"? E poi perché hai il cappello e gli occhiali da sole se è notte??»

Mi passai la mano sulla nuca in cerca di una spiegazione plausibile, Hazel stava perdendo la pazienza.

«Jungkook c'è qualcosa che vuoi dirmi?»

Ci sono un'infinità di cose che dovrei dirti, ma non ci riesco... non ci riesco proprio.

Porsi anche a lei la mascherina, non volevo che venisse fotografata da qualcuno.

Lei mi spostò con un gesto rapido la mano, era arrabbiata.

«No, non la voglio. Rispondimi.» mi ordinò.

Dovevo inventarmi qualcosa, subito.

«Questo porto è frequentato da vip che vengono da ogni parte del mondo, sono tutti incuriositi da questa città. Le persone si appostano al porto nella speranza di incontrare qualche personaggio famoso e scattano foto a chiunque. Non voglio che ci scambino per chissà chi e ci rovinino la serata. Scusami... avrei dovuto scegliere un altro posto.»

Il suo viso cambiò completamente, sembrava dispiaciuta di avermi trattato duramente.

E invece me lo meritavo. Mi costava così tanto mentirle, ma avevo paura di rovinare tutto. Per la prima volta nella mia vita stavo capendo cosa volesse dire amare ed essere amato. Quella ragazza mi aveva stravolto completamente la vita. Non volevo permettere a niente e a nessuno di rovinare il nostro rapporto.

Un giorno glielo avrei dovuto dire. Ero consapevole di non poter continuare con quella farsa ancora per molto, ma non ero pronto.

Non sopportavo l'idea di poterla perdere.

«Scusami tu - disse passandosi una mano tra i capelli - mi sento una stupida»

«Non sei stupida» dissi, prendendola per mano e avviandomi verso l'uscita del porto.

Tirai un sospiro di sollievo quando vidi la polizia perlustrare l'area e le vie della città quasi vuote.

Double Life - Jeon JungkookWhere stories live. Discover now