XI

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JUNGKOOK' S P.O.V. (Point Of View)

«E un, due tre...»

Guardavo i miei compagni dallo specchio della sala, tutti in posizione in attesa dell'otto, per iniziare la coreografia di Idol, la canzone del nuovo disco.

Ero sfinito, erano settimane dure quelle che precedevano l'uscita dell'album. Coreografie nuove da imparare, registrazioni in sala, nuovi video musicali, acconciature e trucchi sempre diversi, viaggi a non finire e tanta voglia di continuare a seguire il nostro sogno, nonostante la fatica che questo comportava.

Dormivo una media di quattro ore a notte e mi allenavo per sedici. L'ansia del comeback si faceva sentire, mancava sempre meno. Io e i ragazzi eravamo tutti sotto pressione, in quei momenti era più facile avere delle piccole incomprensioni, nonostante il forte legame che ci univa. Per me erano e saranno sempre dei fratelli.

Il mese successivo saremmo dovuti partire per gli Stati Uniti per finire di registrare gli ultimi brani e girare i video per YouTube. E in tutto questo dovevo gestire una nuova situazione: Hazel. Quella ragazza mi aveva completamente fatto perdere la testa.

«Jungkook!»

Un grido mi riportò alla realtà. Mi ero distratto, di nuovo. Era proprio per questo che volevo passare meno tempo possibile con lei, era fonte di distrazione e io non volevo assolutamente distogliere la mia attenzione dalla mia carriera artistica. Il ballo, il canto e i ragazzi erano le cose più importanti della mia vita, non avrei mai permesso a nessuno di rovinarle.

«Scusate, ricominciamo.»

Gli altri membri si guardarono preoccupati, non era da me distrarmi alle prove e questo mi faceva terribilmente innervosire.

Ricominciammo a provare la coreografia e per le seguenti quattro ore ballai senza sosta, anche mentre gli altri si erano concessi una pausa.

Jimin mi posò una mano sulla spalla, intimandomi di fermarmi.

«Hey, usciamo a prendere una boccata d'aria.» mi disse.

Non avevo più forze, lo seguii senza protestare. Salimmo sulla terrazza della Big Hit, c'era uno splendido tramonto quella sera. Questo voleva dire che un'altra giornata era terminata ancora prima che mi accorgessi fosse iniziata. Mi svegliavo ogni giorno che il sole non era ancora sorto e mi rinchiudevo in sala prove fino alla sera, mi mancava godermi l'aria fresca del mattino o il sole caldo del mezzogiorno.

«È per quella ragazza vero?» mi chiese sedendosi sulla ringhiera.

Conoscendo la sua capacità di equilibrio e di rimanere ancorato a terra, mi iniziai a preoccupare che potesse cadere da una terrazza al ventesimo piano nel pieno centro di Seoul.

«Jimin non fare il figo, scendi prima che cadi.»

Mi rispose con un' occhiataccia, ma mi ascoltò. Ne era consapevole che stava rischiando la vita.

«Comunque non mi va proprio di parlarne» dissi sedendomi su uno dei divanetti.

«Posso capire come ti senti. Cerca di capirlo anche tu e di risolvere questa situazione, non puoi permetterti distrazioni in questo momento. Io ci sarò sempre per te, ricordalo.» disse abbracciandomi.

Io ricambiai l'abbraccio senza dire una parola e notai Namjoon raggiungermi. Mi aspettava la ramanzina del leader.

Jimin decise di lasciarci soli e Namjoon prese posto vicino a me.

«Jungkook, non voglio chiederti che succede perché so che lo ha già fatto Jimin e so che sicuramente non avrai voluto parlargliene. Però questa situazione deve essere risolta, il nostro gruppo deve rimanere coeso, dobbiamo aiutarci e supportarci a vicenda, come abbiamo sempre fatto, specialmente in questo momento. Lo devi a noi, alle nostre fan e soprattutto a te stesso. Il comeback è alle porte, dobbiamo essere più carichi che mai. Sai benissimo di poterti sfogare con qualsiasi membro. In me troverai sempre un fratello più grande a cui chiedere consiglio. Non perdere mai la tua luce.»

Double Life - Jeon JungkookWhere stories live. Discover now