XXIV

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Come poteva dirmi una cosa del genere?

Dopo tutto il tempo e la sofferenza che avevamo impiegato per capire che ci amavamo e che non potevamo più vivere l'uno senza l'altro.

Decisi di alzarmi da terra e di stendermi sul letto. Le mie lacrime non riuscivano a fermarsi e stavo facendo del mio meglio per non emettere suoni. Non volevo farmi sentire piangere, anche se Jungkook sapeva benissimo che lo stavo facendo.

Le ore passarono, io non riuscivo a prendere sonno e Jungkook non era ancora uscito dal bagno. Iniziai a preoccuparmi. Stavo per andare a controllare se andasse tutto bene, quando sentii la maniglia aprirsi.

Era vivo.

Pensai volesse provare a dormire, invece si diresse all'esterno. Lo sentii parlare al telefono con qualcuno, ma non avevo idea di chi fosse, dato che erano le tre del mattino.

Aprii lentamente la porta della cabina, cercando di non fare rumore. Non volevo che si accorgesse della mia presenza. Origliai la sua conversazione.

«Ti prego dimmi cosa dovrei fare, perché io non lo so più.»

UN MOMENTO. Stava piangendo?

Non lo avevo mai visto o sentito piangere, forse la situazione era ancora più grave di quanto potessi immaginare.

«Tae, io la amo. Ed è proprio per questo che è così difficile.»

Era Taehyung a quanto pare... ma difficile che cosa?

«Va bene, grazie. A domani.»

Quando terminò la chiamata, corsi subito in direzione del letto, cercando di assumere la posizione più naturale possibile e continuando a fingere di dormire.

Poco dopo Jungkook mi raggiunse e si sdraiò dandomi le spalle.

Non sapevo cosa si fossero detti al telefono e non sapevo cosa lo turbasse così tanto, ma sentirlo così sincero nel confidare a uno dei suoi più cari amici di amarmi, mi aveva resa improvvisamente felice.

Decisi di avvicinarmi a lui e di abbracciarlo da dietro. Lo sentii irrigidirsi per un istante, ma poi posò la sua mano sul mio braccio, tirandolo ancora più a sé e facendo intrecciare le nostre dita.

«Non dirmi mai più una cosa del genere. - sussurrai - Non saprei come sopravvivere senza il tuo amore»

A quelle parole, Jungkook si girò immediatamente. Aveva il viso distrutto, si vedeva che aveva pianto. Presi ad accarezzargli le sue guance arrossate dalle lacrime, cercando di alleviare il suo dolore.

«Ti amo da impazzire»

Sentii una scarica elettrica percorrermi tutto il corpo. Non ero pronta a certe rivelazioni.

Jungkook si appoggiò sul gomito, portando l'altro braccio intorno a me e iniziando a baciarmi. Era così intenso che non riuscivo a staccarmi da lui. Avevo le farfalle nello stomaco. Lo desideravo. I nostri corpi erano come calamite.

Gli tirai velocemente il braccio, facendolo posizionare sopra di me. Lui mi guardò per un attimo sconcertato, poi riprese a lasciarmi dei caldi baci sul collo. Le sue labbra umide partirono da sotto il mio orecchio, fino ad arrivare alla clavicola. I nostri respiri si facevano sempre più corti e affannosi e il mio cuore minacciava di uscire fuori dal petto.

Jungkook infilò la mano tra i miei capelli, stringendoli ogni volta che le sue labbra affondavano nelle mie. Con l'altra mano, invece, mi accarezzava il fianco, fino ad arrivare all'elastico del pantalone.

«Se andiamo avanti, non so se riuscirò a fermarmi» mi disse, affannato.

«E allora non ti fermare»

Double Life - Jeon JungkookOnde histórias criam vida. Descubra agora