XXXIV

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Era passato circa un mese da quando avevo visto per l'ultima volta Jungkook, ma era difficile non pensare a lui dal momento che era su tutte le reti televisive e radiofoniche coreane.

Erano state settimane terribili, passate tra momenti di pianto e disperazione e una rabbia incontrollabile. Forse non gli importava poi così tanto di me se era stata una frase a fargli prendere la decisione di non vedermi più.

Stava anche per scadere il mio periodo di studi in Corea, sarei dovuta partire di lì a una settimana. 

Lynda era molto triste, sarebbe mancata anche a me... era sempre pronta a sostenermi e a risolvere i miei guai.

La questione Jungkook si era rivelata più complicata del previsto... a causa della promozione dell'album non si era fatto più vivo al club e io, dal mio canto, avevo deciso di ritirarmi perché tutto di quel posto mi ricordava lui. 

Dopo un po' di tempo mi ero riappacificata con Lyor e mi aveva anche promesso che sarebbe venuto a trovarmi a Los Angeles insieme a Lynda.

In quel momento mi trovavo al bar del club a ripensare a tutto ciò che mi era capitato in quei mesi... passavo molto tempo lì ultimamente, parlare con Lynda e Lyor mi distraeva da tutto il resto.

«Hazel ti sei imbambolata un'altra volta» mi fece notare Lyor.

Spostai lo sguardo su di lui sbuffando.

«Lo so, scusami... è che non ci posso credere siano passati già sei mesi»

«Mi mancherai piccola pazza»

«Pazza io? Allora cosa dovremmo dire di Lynda?» risi.

«Hai già scritto il tuo resoconto per l'università?»

Già, dovevo scrivere un resoconto della mia esperienza... non solo dell'università coreana, ma della Corea in generale. Non credevo fossero così patriottici i coreani.

«Si e non penso di poterlo consegnare» ammisi.

«Perché?» indagò Lyor.

«Perché mi ritrovavo sempre a parlare di una pers-» per poco non caddi dallo sgabello quando pensai di star vedendo uno spirito.

Jungkook, in tutta la sua bellezza e la sua strabiliante forma fisica, si stava dirigendo verso il bar... probabilmente perché sapeva che mi ero ritirata e che non c'era pericolo di incontrarmi.

«Lyor mi devo nascondere» dissi sottovoce, ero agitatissima.

Se fossi andata in infermeria mi avrebbe vista passare, così decisi di rifugiarmi dietro al bancone, accovacciata vicino ai piedi di Lyor.

«Ehi campione - lo salutò Lyor - non ti fai vedere da un po'»

«Hai ragione, scusami. Sono stato impegnato con la promozione dell'album... tra qualche giorno inizia il tour, si prospettano dei mesi impegnativi. Tu come stai invece?»

«Solito... la stessa noiosa vita da barista di sempre»

«Dai, dammi un bel the al limone»

Strinsi gli occhi cercando di non farmi sopraffare dalle emozioni. Il the al limone era stato oggetto della nostra prima discussione, proprio in quel bar, proprio il giorno in cui ci eravamo conosciuti.

Lyor si allontanò per qualche istante, andando a servire i diversi tavoli. Io mi concentrai sul riflesso di Jungkook sul vetro del bar, mentre sorseggiava la sua bevanda e scriveva qualcosa al telefono sorridendo... ci mancava solo una ragazza.

Un momento... e se fosse stata davvero una ragazza? DIO TI PREGO NO. NO. NO. NO.

Non riuscivo neanche a pensarci.

Double Life - Jeon JungkookWhere stories live. Discover now