Capitolo 107.

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Quattro anni dopo.

"Matteo, sbrigati! È già tardissimo, non ce la faremo mai ad arrivare in orario!" Urlo a mio figlio, sperando che si sbrighi e mi raggiunga.
Oggi è una giornata importante per lui. Per noi. Oggi è il suo primo giorno di scuola, e penso proprio che la quantità d'ansia che possediamo io e Riccardo sia il triplo di quella che possiede lui, ma penso che sia assolutamente normale.
"Arrivo!" Esclama lui a voce alta per farsi sentire. Io sospiro, lanciando uno sguardo a Riccardo, che nel frattempo mi raggiunge con Alice fra le braccia. Ormai ha quattro anni, e anche lei oggi inizia il suo secondo anno d'asilo.
Il tempo sta letteralmente volando. Io e Riccardo diventiamo sempre più adulti, mentre loro crescono, e lo fanno sempre più velocemente. Stiamo aiutando ad entrambi a costruire il percorso della loro vita, e penso che per un genitore non ci sia cosa più bella.
Giorno dopo giorno è sempre una nuova scoperta, un nuovo mondo da vivere e un nuovo orizzonte da osservare.
Sia Matteo che Alice sono ormai abbastanza autonomi, e ad ogni giorno che passa, mi stupisco quasi dell'intensità di questa cosa. Sul serio.
"Tu sei già pronta, Fede?" Mi domanda Riccardo, avanzando a passi lenti verso di me. Io sospiro, lasciando scivolare il mio telefono all'interno della borsa.
"Si, stiamo aspettando solo al principino" Sospiro, quasi frustrata da questo ritardo di mio figlio. "È pur sempre il suo primo giorno e non voglio che arrivi in ritardo"
"Lo giustificheremo" Afferma lui, sollevando dolcemente le spalle.
"Piuttosto che difenderlo, dovresti incitarlo a fare presto" Gli dico. Le mie parole sono seguite da un lungo sbuffo, che fa sorridere Alice immediatamente. Le pizzico la guancia con dolcezza, prima di tornare a guardare il suo papà, che al contempo, continua a stuzzicarmi con lo sguardo.
"È pur sempre mio figlio, lo difenderò sempre" Afferma, tranquillamente.
"Siete proprio due terremoti. Soprattutto tu." Sospiro, sollevando gli occhi al cielo.
"Anche io, mamma?" Mi domanda teneramente Alice, stringendo il ciuccio rosa fra le labbra. Le sue parole fanno scoppiare il mio cuore all'improvviso. La dolcezza che possiede è davvero estrema.
"No, tu no... tu sei un piccolo angioletto, amore di mamma" Le rispondo, accarezzandole il nasino con le punte delle dita. La sua pelle si rilassa sotto al mio tocco, e penso che non ci sia cosa più bella. "Vieni, andiamo in macchina. Il fratellino e papà ci raggiungeranno lì" Allungo entrambe le braccia verso di lei e la stringo a me, lasciando che le sue piccole manine circondino il mio collo un po' scoperto. I suoi occhietti castani si incrociano ai miei, e mentre le accarezzo i capelli color oro, sento la sua testolina appoggiarsi contro la mia spalla.
"Eccomi! Adesso possiamo andare!" Mentre sto per raggiungere la porta d'ingresso, la voce squillante di Matteo interrompe ogni mia azione, scuotendomi i pensieri rapidamente. Fa irruzione in salotto con un'espressione un po' assonnata, ma al tempo stesso anche curiosa. Curiosa di voler scoprire questo nuovo mondo che aspetta di vivere con tutto se stesso.
"Cos'hai fatto lì sopra per tutto questo tempo?" Gli domanda Riccardo, raggiungendolo e guidandolo verso me e Alice.
"Ho preso lo zaino e ho messo il mio braccialetto portafortuna" Risponde velocemente nostro figlio, mostrando soddisfatto il braccialetto che circonda il suo piccolo polso. Suo padre annuisce, superandomi per poter aprire la porta. "Alice, facciamo la gara fino alla macchina!" Urla Matteo, incitando la sorellina a giocare con lui. L'istante successivo, Alice sgattaiola via delle mie braccia velocemente, correndo con il fratellino sull'erba bagnata del giardino. La scena mi fa immediatamente sorridere e mentre li guardo vivere ogni istante, il mio cuore viene pervaso da un amore davvero infinito, impossibile da quantificare. Davvero.
Vederli giocare insieme già alle prime ore del mattino è sul serio una conquista. La conquista più bella del mondo.
Li osservo mentre sorridono e corrono sul prato, riuscendo a farmi rendere conto di quanto sia bellissima e fiabesca un'immagine del genere.
Per un attimo, ripenso all'istante in cui comprammo questa casa e mi ricordo ancora che, quando la vidi per la prima volta, m'innamorai all'istante dell'immenso giardino che la circondava. Oggi, a differenza di anni, mi provoca lo stesso effetto.
Credo che sia il pezzo forte di questo nostro nido d'amore.
"Non vorrei riprendere il discorso di prima, ma pensi sul serio che io sia un terremoto?" La voce roca, mattutina e rilassata di Riccardo mi riporta alla realtà, riuscendo a provocarmi un intenso brivido alla spina dorsale. Sposto lo sguardo sui suoi occhioni, lasciando che facciano un po' ciò che gli pare.
"Ovvio che lo penso. Sei un vero e proprio terremoto, amore mio" Lo stuzzico, accarezzando le sue guance e stringendole con dolcezza. Lui sospira, ridendo subito dopo.
"Mmh, probabile... ma quando questo terremoto fa il terremoto anche a letto, non sembra che ti dispiaccia, no?" Questa è una vera e propria provocazione alla Marcuzzo e nonostante i tentativi fatti per non cedere totalmente, purtroppo non riesco. "O almeno non ricordo che tu stanotte ti sia lamentata" Continua con lo stesso tono di voce. Un sorriso malandrino si spalanca sulle sue labbra, rendendomi fragile non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale.
Adoro questa complicità che ci rende uniti. Penso che sia una delle cose più dolci che possano esistere.
I miei pensieri si poggiano sulla notte scorsa e sul fatto di quanto sia stato bello e intenso fare l'amore con lui. Devo dire che è risultato davvero frustrante farlo in silenzio e con la costante paura di essere beccati, ma giuro che ogni singola sensazione provata non possa avere una reale e giusta definizione per poterla descrivere nella sua totalità.
Credo che mantenere la nostra intimità così forte nonostante la presenza dei nostri figli sia davvero importante, ed è bello sapere che il tempo non abbia spaccato tutto ciò.
Fare l'amore con lui, sentirlo dentro di me, viverlo e amarlo incondizionatamente, sono il mix perfetto per poter essere felice sul serio.
"Cosa c'entra questo?" Gli domando, tentando di non toccare questo argomento e far emergere l'imbarazzo dentro di me. Odio parlare di quei momenti lì e odio ancora di più quando lo si fa a qualche metro dai nostri bambini.
"C'entra sempre, amore" Ribatte lui, con un sorrisino. I suoi occhi brillano e possiedono una luce che potrei davvero definire immensa e particolare.
"Sei proprio un idiota" Gli colpisco lo stomaco scherzosamente, un attimo prima di essere travolta da un suo abbraccio, che mi circonda le spalle e riscalda il mio cuore.
"Dobbiamo lavorare sul tuo eccessivo imbarazzo, piccola. Stiamo insieme da tanti anni e non dovresti trovarti in difficoltà quando tocchiamo certi argomenti" Mormora, sottolineando le ultime due paroline. La sua voce soffia lungo l'incavo del mio collo, sfiorando la pelle con una dolcezza davvero infinita.
"Grazie tante per quest'interessante lezione, ma ti ricordo che dobbiamo andare a lavoro... i nostri pazienti non possono aspettarci per sempre" Sussurro, sgattaiolando via dalle sue braccia per poi ruotare il capo e regalargli un bacio sulle labbra.
"E va bene, psicologa. Ne riparliamo stasera" Il mix delle sue parole e il nomignolo che mi ha appena assegnato mi fa sorridere come una scema. Adoro quando mi chiama così.
Da quando entrambi abbiamo realizzato i nostri sogni dal punto di vista professionale, ci divertiamo a soprannominarci con i termini 'chirurgo' e 'psicologa'. Sembriamo dannatamente folli, eppure siamo soltanto innamorati e pazzi l'uno dell'altra.
"Bambini, forza saliamo in macchina! Dobbiamo andare a scuola!" Alzo la voce, richiamando l'attenzione dei miei figli, che mi guardano immediatamente, uscendo fuori dal cancello della nostra grande casa.
Io e Riccardo avanziamo verso l'auto sistemando sia Matteo che Alice sui sedili posteriori. Loro sospirano frustrati, lasciando scivolare la testa contro il morbido schienale.
Io raggiungo il sedile del passeggero e osservo i miei figli dallo specchietto, notando quanto sia estrema la dolcezza che li caratterizza.
I loro occhietti brillano alla luce del sole, facendomi innamorare sempre di più di ogni singolo dettaglio che possiedono.
Riccardo appoggia dolcemente la mano sulla mia coscia, lasciata scoperta dal vestitino che indosso, volendo forse, che io guardi anche lui.
Lo faccio. Permetto al suo sguardo di incastrarsi al mio e la cosa mi fa letteralmente venire i brividi.
"A cosa pensi? A ciò che abbiamo fatto ieri sera?" Mi domanda, ridacchiando. È divertito da questa situazione, posso notarlo dal suo sguardo.
"No, a quanto io sia fortunata ad avere una famiglia così" Lo dico a bassa voce, quasi come se fosse un segreto. Un piccolo segreto.
"Quelli fortunati siamo noi ad avere una donna come te al nostro fianco" Bisbiglia. La sua mano scivola dolcemente contro la mia guancia, regalandomi una carezza che profuma di tutto l'amore che lui prova nei miei confronti. Io chiudo gli occhi, assaporando al cento per cento ogni sensazione che mi ha appena attraversato l'anima. Sorrido senza accorgermene, mentre queste sue dolci parole crescono dentro di me come un piccolo fiore.
"È vero, mamma. Papà ha ragione" È Matteo a dire questa frase e ogni singola sillaba aumenta il mio bisogno di piangere. Gli stringo la manina e ne bacio il dorso, facendo nascere un piccolo sorriso fra le sue labbra. Alice mi guarda, volendo che io faccia la stessa cosa anche con lei. Io ridacchio e la accontento, facendola sorridere teneramente.
Sposto lo sguardo su Riccardo, notando le sue pozze celesti piene di lacrime. Vederci così uniti, lo emoziona. Ed emoziona anche me.
"Vi amo da impazzire" Sussurro con un filo di voce. I battiti del mio cuore sono così forti e potenti, che mi impediscono anche di parlare e respirare normalmente. So per certo che non sono molto brava ad esternare le mie emozioni, ma so anche che la mia famiglia è a conoscenza dell'amore sconfinato che provo nei loro confronti.
"Ti amiamo anche noi" Risponde Riccardo, regalandomi un sorriso.
Io li osservo, li amo e li coccolo con lo sguardo, vivendo al cento per cento ogni emozione che in questo istante attraversa le loro anime pure.
Quasi mi viene da piangere, ma mi trattengo. Sono così felice di tutto questo, e giuro di non aver mai avuto nulla di più caro in tutta la mia vita.
È davvero magico tutto ciò che l'amore può creare. Tutto ciò che io e Riccardo abbiamo creato.
Si sa, nella vita non filerà mai tutto liscio, eppure sono certa che dopo tanto buio, un pizzico di luce arriverà. E arriverà per tutti, sconvolgendo ogni cosa e rendendola più luminosa.
E noi ne siamo la prova. Io e Riccardo lo siamo. La nostra famiglia lo è.
Sono dell'idea che nella vita bisogna soltanto lottare. Lottare per le cose che ami e tutto andrà bene. È così. È sempre stato così.
Riccardo l'ha fatto per me, e io l'ho fatto per lui, anche se in silenzio e con il cuore a mille... e ad oggi, penso proprio che sia stata la cosa più giusta e bella che io abbia fatto in tutta la mia vita. E di questo, ne sono più che sicura.

Fine.

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now