Capitolo 44.

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"Ma come diavolo è possibile questa cosa? Cioè... tu sei incinta, Riccardo è partito per l'America e non hai intenzione di avvisarlo di questa cosa? Ma ti rendi conto della gravità della situazione, Federica?" Edoardo sta delirando da più o meno dieci minuti, precisamente da quando gli ho detto di aspettare un bambino.
"Mi rendo conto, dannazione! Ma non ho alternative, non posso bloccare la sua vita improvvisamente. Ti prego, capiscimi" Mi lagno. Credo che io abbia sbagliato a dirgli tutto.
"No, non ti capisco! Mi dispiace, ma questa volta non riesco a capirti! Lui deve sapere che aspetti un bambino, cazzo, l'avete fatto insieme! Non dirmi che sei rimasta incinta da sola. Stai negando a tuo figlio di avere un padre, e penso che non esista una cosa più triste di questa" Sembra impossessato dal diavolo, eppure ogni sua parola ha un fondo di verità. Un fondo di verità davvero immenso, che mi fa venire letteralmente i brividi.
"Per favore, Edo... non giudicarmi. Ho bisogno soltanto del tuo aiuto. Mi sento completamente da sola contro il mondo, non distruggermi anche tu"
"Non ho nessuna intenzione di distruggerti, ma quando il pancione ti crescerà, cosa diavolo gli dirai? Che hai inghiottito un melone?" Solleva le spalle lentamente. La sua domanda è assolutamente normale.
"Non gli dirò niente. Lui non saprà della mia gravidanza perché metterò un punto alla nostra storia fra qualche settimana"
"Hai intenzione di lasciarlo?" Domanda lievemente sconvolto, schiudendo le labbra. Io sospiro, facendogli un lieve cenno con il capo. "Tu sei completamente folle, sul serio!"
"Probabilmente è vero. Ma ho bisogno del tuo sostegno qualunque sia la mia scelta. Non lasciarmi da sola, ti prego" Gli dico con un filo di voce. Ho realmente paura che possa mandare tutto all'aria.
"Vuoi che ti sostenga in questa immensa cazzata? Mi dispiace ma no! Te ne pentirai molto presto, ne sono più che sicuro"
"Perché dovrei?" Chiedo retoricamente come se potesse darmi tutte le risposte di cui ho bisogno.
"Perché lo ami, scema. Perché vi amate. Parliamo di una cosa tecnicamente impossibile. Se solo facessi le cose per bene, potreste essere una bellissima famiglia"
"Smettila di farmi impazzire e di dire queste cose! Tutto deve andare secondo i piani e tu mi aiuterai. Punto."
"Mi stai dicendo di raccontare balle al mio migliore amico? Cioè, mi stai dicendo di mentire perennemente alla persona che voglio più bene al mondo?"
"È per una buona causa... c'è il suo futuro in gioco e sappiamo benissimo quanto sia importante per lui"
"Se lui sapesse che fra nove mesi diventerà padre, probabilmente manderebbe tutto a fanculo! Futuro compreso!" Forse ha ragione, ma non posso permettergli di far volatilizzare così i suoi sogni. Assolutamente.
"Esattamente, e non è ciò che voglio per lui. Io lo amo e credimi, avrei bisogno di lui più di qualsiasi altra persona al mondo, ma ho preso questa decisione e ti prego di sostenermi. Non posso permettergli di lasciar perdere tutto proprio adesso, proprio in questo momento. Questo dannato corso è l'inizio del suo futuro"
"Anche tu lo sei. Me l'ha sempre detto"
Il mio cuore si restringe piano piano, confondendosi come se fosse un gomitolo di lana.
Afferro le sue mani, stringendole con dolcezza. Lui mi guarda negli occhi, riuscendo a farmi percepire quanto sia sbagliato tutto questo.
"Promettimi che non gli dirai nulla"
"Mi stai chiedendo una cosa impossibile, Federica"
La mia vista si annebbia, mentre sento le lacrime iniziare a farsi vive. Sto per scoppiare a piangere come una bambina indifesa.
"Ti prego, Edo... promettimelo. Almeno tu stai al mio fianco"
"Lo sai che lo farò per sempre. Non devi aver paura di nulla" Mi rassicura con un filo di voce, poi fa un passo verso la mia direzione, stringendomi in un dolce abbraccio. Piango contro la sua spalla, lasciando che ogni problema scivoli via dal mio corpo proprio come stanno facendo le mie lacrime. Ho bisogno di liberarmi, e piangere mi sembra l'unico modo per riuscire a farlo del tutto. "Con Riccardo cercherò di recitare, ma lo farò soltanto perché ti voglio tanto bene e voglio aiutarti."
"Grazie, Edo. Grazie sul serio"
Aumenta la stretta sul mio corpo, lasciandomi uno, due, tre quattro baci fra i capelli. Sento le sue mani spostarsi sulla mia pancia, e scioglie l'abbraccio soltanto per abbassare lo sguardo verso il punto che sta accarezzando.
"Piccolino, hai una mamma completamente folle... ma con una forza di un uragano"
Mi scappa un lieve sorriso. Non so se sia vero... io sembro così forte, eppure essenzialmente sono debole. Forse come un piccolo diamante.
"Sono una pessima persona"
"Non dirlo neanche per scherzo. Non è vero. Credo che se mi fossi trovato nella tua stessa situazione, avrei reagito allo stesso modo" Afferma. Le sue parole riescono a sollevarmi un istante.
"Si?"
"Oh si"
Mi sorride sinceramente, stringendomi di nuovo a sé. Mi dondola lievemente, cullandomi soltanto per farmi calmare. "Riccardo mi ha detto che stanotte siete stati insieme" Sussurra dopo qualche secondo, staccandosi e sedendosi sul letto.
"Si, siamo stati insieme. Ci siamo baciati, mi ha coccolata, mi ha stretta fra le sue braccia per tutto il tempo. È stata una delle notti più belle ed intense della mia vita"
"Quindi niente sesso?" Solleva lievemente un sopracciglio, facendomi scoppiare a ridere.
"Niente sesso, solo coccole"
"Dovevate darci dentro intensamente, in questo modo avresti potuto salutarlo per bene" I suoi occhi sono pieni di malizia e devo dire che la sua reazione mi fa ridacchiare.
"Ma finiscila, deficente" Gli colpisco la nuca lentamente, facendolo imprecare sottovoce.
"Scherzavo scherzavo"
Mi allontano soltanto per bere un po' d'acqua, raggiungendo l'angolo della piccola cucina a passi lenti.
"Vuoi qualcosa da bere?" Chiedo gentilmente.
"No, niente. Grazie"
Annuisco e riempio il bicchiere, bagnandomi le labbra. Onestamente non ho neanche voglia di idratarmi; questo senso di nausea e quest'ansia costante non vogliono abbandonarmi per nessuna ragione al mondo. "Se vuoi possiamo iniziare a sistemare i bagagli... così stasera vieni a dormire da me. Saperti qui da sola mi mette ansia, soprattutto adesso che conosco la tua situazione attuale"
"No, preferisco iniziare domani. Più tardi chiamerò l'ospedale, ho bisogno di parlare con un ginecologo... devo sapere se il bimbo sta bene"
"Se vuoi ti accompagno" Mormora tranquillamente. È chiaro che non farei mai una cosa del genere. Ha già fatto abbastanza per me e non voglio assolutamente essere un peso per lui.
"No, assolutamente. Vado da sola, è giusto che sia così"
"Fede, non farti nessun tipo di problema. Se hai bisogno di un sostegno morale o fisico, io ci sono. Ricordati che sono qui per questo"
"Lo so, ma davvero... non è il caso. Ce la faccio da sola, me la caverò"
"Almeno mi dai la possibilità di accompagnarti in ospedale?" Chiede, sollevando in contempo le spalle.
Un sorriso sincero scappa dalle mie labbra immediatamente. Non si arrende. In certi versi, mi sembra di vedere Riccardo. Sul serio. Gli assomiglia davvero moltissimo.
"E va bene, mi accompagni in ospedale" Rispondo, sospirando. "Adesso li chiamo, vediamo quando possono fissarmi questo appuntamento"
Lui mi fa un lieve cenno con la testa, riuscendo a donarmi quel pizzico di forza che mi serve per poter fare tutto ciò. Afferro il cellulare velocemente, prima di comporre il numero interessato e aspettare che rispondano. La gentile segretaria mi avvisa di aver trovato un posto libero alle cinque di questo pomeriggio con il Dottor Rossi. Senza esitare un istante, confermo di voler fare questa visita, impaziente di scoprire se questa gravidanza stia andando per il verso giusto. Non conosco questo medico, ma non credo che sia un dettaglio di fondamentale importanza.
"Quindi? Cosa ti hanno detto?" Mi domanda Edoardo, non appena riattacco.
"Devo andarci pomeriggio alle cinque"
"Bene, ottimo! Sei preoccupata?" Mi domanda guardandomi, curvando lievemente il capo.
"Soltanto tesa. Ho paura che tutto vada male"
"Stai serena, sono certo che tutto filerà liscio" Mi rassicura, facendomi l'occhiolino. Io annuisco, per poi prendere un profondo respiro e rilassarmi.

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now