Capitolo 3.

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"Okay, perfetto" Declina Riccardo, sollevando le spalle in segno di resa.
Mi lascio scappare un piccolo sospiro dalle labbra, che immediatamente richiama la sua attenzione. "Io sto uscendo, ritorno più tardi. In frigo non c'è nulla, per cui ti consiglio di ordinare una pizza o del sushi" Mi spiega qualche secondo dopo, con un pizzico di trasparenza.
"Va bene, lo farò"
"Bene"
Mi prendo qualche secondo per poter osservare il suo outfit. Indossa un jeans nero e una maglia rossa. Un rosso davvero intenso e acceso. Ai piedi porta degli anfibi scuri e tra le mani stringe il suo Iphone bianco.
È attraversato da una leggera confusione e instabilità, ma come ho detto prima, penso che sia una delle caratteristiche particolari di questo ragazzo. "Buona serata"
"Anche a te"
Senza degnarmi di un altro sguardo, si volta, afferra le chiavi di casa e apre la porta, prima di affrettarsi ad uscire e lasciarmi completamente da sola all'interno dell'appartamento.
Sospiro rumorosamente, prima di chiamare la pizzeria più vicina. Ordino una semplice margherita, sperando che arrivi al più presto. Ho davvero tanta fame.
Uccido l'attesa, sistemando un po' casa. So che probabilmente quando tornerà Riccardo, mi ucciderà, ma non m'importa. In fondo è anche il mio appartamento, e vivere in mezzo a tutto questo disordine non è mai stato di mio gradimento e mai lo sarà.
Lavo tutti i piatti, pulisco tutte le superfici della cucina e metto i vestiti del mio coinquilino su una sedia. Per finire, cerco l'aspirapolvere e quando la trovo all'interno del piccolo ripostiglio, mi lascio scappare un piccolo sospiro di sollievo, per poi accenderla e guidarla con leggerezza su tutto il pavimento.
Mi fermo soltanto quando arriva il fattorino, consegnandomi la cena. Gusto la pizza con passione, assaporando del tutto ogni singolo boccone.
Soltanto un'ora dopo, sgattaiolo in camera per riposarmi un po'. Ho davvero bisogno di dormire. L'ansia per domani inizia a farsi sentire, ma provo a non badarci molto e a lasciarmi andare. Per uccidere questa poca tranquillità, chiamo Simona, la mia amica, per poterle raccontare tutte le novità. Non le dico di Riccardo, e spero con tutta me stessa che non mi faccia domande sulla mia possibile coinquilina.
Alle undici circa sono costretta ad interrompere la nostra conversazione a causa dell'improvvisa chiamata di mia madre, che mi rimprovera di non averla più richiamata.
Soltanto a mezzanotte, chiudo gli occhi per poter riposare un attimo, ma il mio corpo non vuole collaborare. Il cuore mi martella nel petto con un'intensità davvero immensa, spezzandomi quasi il respiro. Sento la preoccupazione aumentare a vista d'occhio, e prima che possa letteralmente bloccare ogni mio senso, caccio via il lenzuolo dal mio corpo e scendo giù dal letto.
Devo assolutamente bere qualcosa. Qualsiasi essa sia.
A passi lenti e silenziosi, avanzo verso la porta, prima di abbassare con delicatezza la maniglia ed uscire. Spero con tutta me stessa di non beccare Riccardo, ma non l'ho sentito tornare, quindi credo proprio che sia ancora in giro.
Quando raggiungo i fornelli, preparo una tisana per rilassarmi. Mentre aspetto che l'acqua si riscaldi, presso il fondoschiena contro il bancone, uccidendo al massimo questi piccoli istanti di noia.
Non appena la mia tisana è pronta, mi siedo per sorseggiarla, ma a spezzare del tutto questo mio momento di paura tranquillità è il rumore della serratura, che mi avvisa dell'arrivo di Riccardo. Vorrei davvero avere il tempo necessario per poter tornare in camera, ma lui varca la soglia della cucina in meno di un nanosecondo, raggiungendomi.
Nonostante la luce sia davvero minima, i nostri sguardi si incrociano immediatamente. Le sue iridi mi sembrano un po' più chiare rispetto prima, ma temo che sia soltanto una mia stupida impressione.
"Come mai sei ancora sveglia? Non riesci a dormire perché sei sola soletta in casa?" Mi domanda, prendendomi chiaramente in giro.
Io lo guardo, sperando con tutta me stessa che mi dica qualcos'altro, per salvare almeno un po' la sua dannata educazione. Non lo fa. Rimane in silenzio.
L'unica cosa che riesco a sentire sono soltanto i miei respiri che diventano irregolari e intensi all'improvviso.
"Non riesco a prendere sonno. E giusto per chiarirti le idee, Riccardo... io non ho paura di niente" Affermo, sicura e senza nessun briciolo di imbarazzo. Onestamente sono orgogliosa di me stessa e delle parole che gli ho appena detto. Credo proprio che con lui bisogna soltanto tenergli testa, ecco tutto.
"Ah, molto bene, direi" Sospira, per poi appoggiare il suo cellulare sulla superficie del tavolo. Mi osserva con attenzione, spostando lo sguardo sul mio viso, sul collo, sul seno, sui fianchi, e infine, sulle braccia scoperte.
Divento sensibile all'improvviso e non riesco a capire il motivo di tutto ciò. Ogni mio muscolo viene attraversato da diverse scosse improvvise, che riescono perfettamente a diminuire la mia stabilità sia fisica che mentale. "Quindi, fammi capire un attimo... quando tornerò a casa dovrò averti sempre intorno ogni sera?" Chiede, incrociando le braccia al petto.
"Beh, a quanto pare si" Affermo tranquillamente. "Ogni dannata sera"
"Davvero entusiasmante" Risponde, tutt'altro che entusiasto. Poi si guarda intorno, sospirando. "Hai riordinato? Ti avevo detto di non farlo"
"Eppure l'ho fatto, mi dispiace ma odio il disordine" Affermo, tranquillamente.
Dalla sua bocca scappa un lungo sospiro.
"Cosa stai bevendo?" Domanda abbassando lievemente il tono della voce, qualche secondo dopo.
"Una tisana" Rispondo fredda. Stringo la tazza di vetro fra le mie mani, pressando poi le labbra in una linea sottile e tremante.
"Per calmare la tua agitazione o per riuscire a prendere sonno, Federica?" Mi sembra che abbia smesso di fare il cretino, o almeno lo spero.
"Per fare entrambe le cose, credo" Rispondo senza esitare un istante. A lui gli scappa un piccolo sorriso.
"Beh, posso fermamente affermare che sulla tua persona, questa tisana, piuttosto che rilassarti, abbia esattamente l'effetto contrario" Mi dice. Io sbuffo rumorosamente. Dannazione a lui e alle sue stupide frasi! Socchiudo gli occhi dolcemente, volendo disperatamente spaccargli il viso in due. Perché deve essere così idiota? Si diverte a farlo? Beh, penso proprio che sia così.
"Posso mandarti a fanculo o ti offendi?" Sputo, incazzata. Credo che il fumo mi esca dalle orecchie. La rabbia che mi scorre nelle vene è davvero intensa e infinita.
"No, fai pure... stai tranquilla" Solleva le braccia in segno di resa, continuando a fissarmi con una certa insistenza.
"Bene, allora vaffanculo, Riccardo! Vaffanculo! Sei proprio uno stronzo" La mia voce rimane ferma e roca, e prima che lui possa ribattere un'altra volta, ancora con la tazza stretta fra le mani, lo supero velocemente, senza degnarlo di uno sguardo. Lo lascio lì da solo, un po' sorpreso e con le labbra un po' schiuse.
Soddisfatta e con un luminoso sorriso che mi riempie il viso, raggiungo la mia camera, felice di aver, almeno per una volta, bloccato le sue idiozie.

Sbam! Cosa ne pensate? Io li amo di già😏😍
Un bacio a tutte😘
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now