Capitolo 80.

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Il rumore delle onde del mare, i respiri di Riccardo, i diversi piagnucolii di Matteo e i battiti del mio cuore riempiono questo momento, che definirei davvero uno dei più dolci che io abbia mai vissuto.
"Abbiamo fatto davvero un capolavoro" Osserva l'uomo proprio al mio fianco, mentre stringe nostro figlio fra le braccia e lo appoggia contro il suo petto. Il bimbo sospira dolcemente, sfregando il suo piccolo visino contro la pelle del suo papà, coperta dalla leggera magliettina di cotone.
"Si, è vero. Siamo stati bravi" Sussurro con un lieve sorriso. L'atmosfera sembra alleggerirsi improvvisamente e per un attimo riesco ad assaporare un pizzico di tranquillità. È assurdo come una cosa così piccola e delicata come Matteo possa, in un modo o nell'altro, portare calma e amore, ed eliminare totalmente quell'immenso orgoglio e quella grandissima quantità di paura. È davvero assurdo, eppure un bambino ha la capacità di farlo. Un bambino ha la capacità di fare tutto.
"Mi racconti qualcosa del parto? Chi l'ha fatto nascere? Chi ha tagliato il cordone? Che sensazioni hai provato quando l'hai visto per la prima volta?" Mi domanda a bassa voce. Ritornare a vivere quei piccoli dettagli e quelle immense emozioni mi fa sorridere. È davvero impossibile spiegare tutto, ma posso provarci.
"Ricordo il giorno della sua nascita come se fosse ieri... mi si sono rotte le acque la sera del diciotto Maggio, e quando è successo, la corsa in ospedale è stata immediata. Le contrazioni sono arrivate in fretta, distruggendomi piano piano e ogni cinque minuti... ma la voglia di vederlo era più forte di qualsiasi altra cosa. Il travaglio è durato circa dodici ore, per tutto il tempo tu sei stato il mio unico punto di forza... immaginavo di averti al mio fianco, ma non era proprio la stessa cosa. Mia mamma è stata con me per tutto il tempo, sopportando le mie urla continue e quelle strette di mano tutt'altro che delicate. Dopo diverse spinte, Matteo è nato alle undici e quindici del mattino, portando quell'immensa felicità che desideravo già da diversi mesi. Pesava due chili e novecento grammi, e misurava più o mano cinquanta centimetri. Il medico che mi ha aiutato a farlo nascere e che ha tagliato il cordone è stato il dottor Rossi, che mi mi ha seguito per tutti i nove mesi della gravidanza" Affermo, cercando di non tralasciare neanche un piccolo dettaglio.
Una scia di tristezza pervade i suoi occhi, e mentre sento il mio cuore essere colpito per la milionesima volta, distolgo lo sguardo, sperando di poter continuare a raccontargli ogni cosa. Posso solo immaginare come possa sentirsi, e credo non esista nessuna parola che possa essere all'altezza di ogni sua emozione.
"E poi? Te l'hanno appoggiato al seno?" Mi domanda a bassa voce. Cerca di ricostruire quel momento piano piano, riuscendoci perfettamente. Posso notarlo dai suoi occhioni.
"Si, l'ho stretto a me e gli ho dato il latte. Sembrava una pallina, era davvero piccolissimo e morbidissimo... non ci credevo che potesse sul serio esistere una cosa così minuscola, che diventa man mano sempre più grande. Credevo fosse tutto un sogno"
A lui scappa un sorriso, mentre continua a stringere Matteo fra le braccia. I nostri occhi diventano lucidi improvvisamente, lasciando che ogni sensazione prenda il sopravvento.
"Hai pianto?"
"Si, ho pianto tanto. Ho pianto durante la gravidanza, quando è nato e dopo il parto. Ho pianto sempre, e molto probabilmente continuerò a farlo"
"Non devi. Assolutamente... non importa cosa tu abbia fatto, è importante andare avanti, e ce la faremo. Stai tranquilla"
"Ce la faremo?" Domando a bassa voce, volendo disperatamente che lo ripeta. Ne ho bisogno. Chiaramente non lo obbligherei mai a ritornare da me, ma il fatto che mio figlio abbia suo padre mi fa stare meglio. Molto meglio. Mi sembra un sogno. Davvero.
La situazione fra me e lui non si sistemerà mai totalmente, ma è importante che si crei un rapporto fra di loro. Voglio soltanto questo, il resto non mi importa. Onestamente parlando, è l'unica cosa che voglio.
E se solo potessi tornare indietro, non rifarei assolutamente ciò che ho fatto. Gli direi ogni cosa, in modo da condividere ogni singolo pezzo di vita con lui.
"Si, ce la faremo. Io e te ce la faremo. È inutile negarlo, ogni cosa ci porta e ci porterà sempre a lui. Impareremo a rimanere in equilibrio nonostante tutto, impareremo a farlo per Matteo, ed è questo ciò che conta davvero" Curva gli angoli delle labbra in un lieve sorriso, facendo sorridere anche me all'istante. "Ci sono tante persone nella nostra situazione, e so che anche noi riusciremo a farcela. Come abbiamo sempre fatto"
Vorrei tanto obiettare, dirgli che ogni caso è diverso dall'altro, che la gente decide di separarsi insieme, al contrario di noi. Son stata io a fare tutto quanto e questo cambia ogni cosa. Vorrei dirgli che il nostro legame è totalmente differente a quello che possiedono gli altri. Il nostro è tutt'altra cosa, e non penso esista un aggettivo che possa descriverlo nella sua integrità. È davvero impossibile.
"Lo spero con tutto il cuore"
"Lo spero anche io" Mi rassicura con dolcezza. Mi accarezza il viso con lo sguardo, lasciandomi una dolce carezza che profuma di pura rassicurazione. Non mi sfiora neanche con un dito, ma è come se lo facesse. Sul serio.
Dopo qualche secondo, smette di guardarmi, lasciando che i suoi occhi sfiorino le onde del mare con una dolcezza davvero incredibile. "Come hai scoperto di essere incinta?" La sua domanda arriva improvvisamente, sconvolgendomi sia il cuore che la mente.
Viaggio nei ricordi, tornando indietro di qualche mese per poterlo rivivere di nuovo con la stessa e identica intensità. Sembra passato un secolo, eppure sono trascorsi poco più di dieci mesi. Dio mio, dieci mesi.
"Non mi sentivo bene... avevo giramenti di testa, tremolii continui e confusioni. Ma poco dopo, a tutte questi piccoli sintomi si è aggiunta anche la famosa nausea, che ha illuminato ogni mio pensiero. Ho capito all'istante cosa potesse essere, e ho cercato di avere conferma con l'arrivo ciclo, notando di avere un mese di ritardo. Ero confusa e poco serena, ma sapevo comunque dell'estrema sicurezza che avevamo ogni volta che io e te facevamo..." Mi blocco improvvisamente, non riuscendo a terminare la frase. È Riccardo a farlo al mio posto, e la cosa mi provoca un brivido.
"Facevamo l'amore" Queste sue parole vengono seguite da un lieve sospiro, che mi fa quasi male. Ritornare a vivere quei momenti lì è un crollo emotivo. Mi manca fare l'amore con lui. Davvero da morire.
"Esatto"
Arrossisco improvvisamente e senza accorgermene. Lui sorride sotto ai baffi e questa cosa non fa altro che aumentare notevolmente la mia instabilità. Distolgo lo sguardo immediatamente e sospiro piano piano.
"E poi? Cos'hai fatto?" Mi chiede, desiderando soltanto che io continui il mio racconto.
"Niente, il giorno dopo sono andata in farmacia per acquistare un test di gravidanza e non appena l'ho fatto, il risultato non ha assolutamente sbagliato. Ero incinta di ben quattro settimane"
"Quindi secondo i miei calcoli, abbiamo concepito nostro figlio quando eravamo in vacanza in Sardegna..." Afferma velocemente, iniziando a fare due più due.
"Si, esattamente lì"
"Come hai preso la notizia di diventare mamma?"
"Avevo tanta paura di tutto, ma dopo no. Il dopo è avvenuto in maniera abbastanza naturale. Un figlio è la cosa più bella e incredibile che ti possa capitare nella vita" Sussurro, guardando Matteo che fissa un punto indefinito proprio di fronte a lui, mentre si gode le diverse attenzioni di suo padre, che continua a stringerlo e coccolarlo con una dolcezza davvero immensa.
"Adesso posso confermarlo anche io. È davvero la cosa più bella e incredibile di tutta la vita, di tutto il mondo"

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Vi auguro una buona serata! Un bacio a tutte♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now