Capitolo 29.

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"Allora, Riccardo.. tu quanti anni hai?" Ci siamo appena messi a tavola, ma le domande frequenti di entrambi i miei genitori non tardano ad arrivare.
"Venticinque. Ho venticinque anni" Risponde lui calmo, poi mangiucchia un pezzettino della sua pizza, e temo che l'abbia fatto per evitare qualche secondo delle loro dannate domande.
"Ah, quindi sei più grande della nostra Federica?" Sorride mia madre, guardandomi con occhi amorevoli e apprensivi.
"Eh già"
"E frequenti la sua stessa università, giusto?" Gli chiede, guardandolo con molta tranquillità.
"Si, però io sono nella facoltà di chirurgia" Le spiega, orgoglioso. "Se riesco, vorrei tanto diventare un chirurgo, ma so perfettamente quanto sia difficile e lungo questo percorso"
"Beh, non lo metto in dubbio... ma sei un ragazzo in gamba e sono certa che ce la farai" Riccardo sembra imbarazzarsi e questa cosa mette in imbarazzo anche me.
"Grazie mille, signora. Me lo auguro con tutto il cuore" Le sorride. La sincerità riempie i suoi occhi, e giuro di non aver visto nulla di più bello.
"E vi conoscete da molto?" Si intromette mio papà, guardando entrambi con la stessa identica intensità.
Decido di aiutare Riccardo, rispondendo al posto suo. "Si, l'ho conosciuto non appena sono arrivata in questo appartamento. Era qui insieme a sua sorella" Mento spudoratamente. Sulle loro labbra sorgono dei piccoli sorrisi, mentre da quelle di Riccardo scappa un pesante sospiro. Posso tranquillamente capire quanto sia frustrato, e ne ho la conferma quando ripete la medesima azione qualche secondo dopo.
"Ah, capisco..." Osserva mio papà, ascoltando per bene ogni mia parola. Io respiro profondamente, sperando con tutto il cuore che la smettano di curiosare in questo modo. So perfettamente quanto sia normale tutto questo per tutti i genitori, ma io non riesco ad accettarlo. E penso che non lo farò mai.
"E tu abiti molto lontano da qui?" Spulcia mia madre, guardando Riccardo che la fissa a sua volta con trasparenza. Oh Signore, spero che tutto questo finisca presto, è davvero una situazione davvero confusa, davvero strana.
"Oh no, signora. Abito proprio al sesto piano" Farfuglia lui. Stiamo raccontando solo balle e questa cosa mi rende molto più instabile del previsto.
"Capisco" Afferma bevendo un sorso della sua birra. "Penso che sia davvero ottimo che nostra figlia abbia un amico come te... sei un tesoro di ragazzo"
"Beh, io e sua figlia ci conosciamo da poco, ma posso confermare lo stesso pensiero su di lei" Il suo complimento mi fa arrossire. Arrossire violentemente. I suoi occhi brillano e mi sembra di vedere due piccole e luminose lucciole che riescono perfettamente ad illuminare questa confusione che mi pervade l'anima già da qualche minuto.
Per un attimo, il pensiero del nostro primo incontro attraversa la mia mente, e mi viene da ridere. Eravamo così poco affiatati, non facevamo altro che stuzzicarci come due bambini, e adesso eccoci qua... insieme, dopo aver fatto l'amore e con i miei genitori a cena. Non so come potrei definire il nostro rapporto, ma posso fermamente dire quanto sia incedibile e forte ciò che ci lega. Non se si tratti di amore, di attrazione o di qualsiasi altra cosa sia, ma da quando lui ha varcato la soglia della mia vita, il sorriso sulle mie labbra è sempre presente. Non va' via neanche per un istante. Tutto ciò che mi circonda sembra più bello e ogni piccolo passo che faccio, lo faccio con la consapevolezza di non essere mai da sola. Ho lui e il resto non mi serve.
Non so cosa succederà domani, fra una settimana o fra un mese, ma voglio vivermi con passione ciò che si è appena creato tra di noi. Probabilmente non sarà una favola, ma ogni piccola cosa sarà un capitolo, che piano piano aumenteranno, fino a formare un libro. Il nostro libro. Quel libro che un giorno leggerò ai miei figli e ai miei nipoti seduti su un prato a mangiare caramelle. Sarà qualcosa di magico e probabilmente con una fine, ma non importa. Non ci importa, e questo posso tranquillamente notarlo ogni volta che guardo negli occhi Riccardo.
Quando riesco a tornare alla realtà e sollevo lo sguardo verso di lui e verso i miei genitori: loro stanno sorridendo ad ogni sua singola parola. Non so cosa diavolo stia raccontando, probabilmente qualcosa su di me, ma non ho nessuna voglia di ascoltare, sono completamente persa nei miei strani e folli pensieri.
Per fortuna, tutto ciò riesce a darmi una spinta, una scossa, che fa aumentare notevolmente la mia forza per poter dire la verità alla mia famiglia. Probabilmente non la prenderanno bene, ma non è importante. Ho un bisogno eccessivo di dire a verità ad entrambi, sin dall'inizio.
"Mamma, papà... devo dirvi una cosa" La mia voce tuona all'improvviso nella stanza, provocando un silenzio immenso che porta i loro sguardi verso la mia direzione, compreso quello di Riccardo. Il suo viso è attraversato da una lieve scia di preoccupazione, e penso sia assolutamente normale.
"Cosa, tesoro?" Mio papà mi stringe la mano dolcemente proprio sulla superficie del tavolo, riuscendo a tranquillizzarmi per qualche istante.
"Tutto ciò che vi abbiamo raccontato sono delle falsità... Riccardo non è il fratello di nessuno, lui è il mio coinquilino. Noi due abitiamo insieme" Lo dico improvvisamente, sorprendendo tutti. Mia mamma e mio padre hanno la stessa espressione, invece il ragazzo accanto a me sembra rilassarsi improvvisamente.
"C-come il tuo coinquilino? Perché non l'hai detto prima piuttosto che raccontare delle stronzate da giorni?" La prima a parlare è mia mamma, che socchiude gli occhi diverse volte, forse con l'intenzione di rilassarsi un attimo.
"Mi dispiace averlo fatto, ma non avevo il coraggio di dirvelo... se ve l'avessi detto settimane fa, probabilmente sareste venuti qui, cercando di convincermi a cambiare appartamento e io non volevo farlo... non volevo separarmi da Riccardo e non lo voglio tutt'ora" Spiego.
La mia voce è bassa e si incrina leggermente proprio alla fine. "Quando sono arrivata a Roma, mi aspettavo di trovare una ragazza, eppure ho trovato lui. All'inizio è stato difficile andare d'accordo, ma poi ce l'abbiamo fatta"
I miei genitori sospirano lievemente, un po' confusi. Ma la cosa che mi rincuora è che non riesco a scorgere neanche un filo di rabbia nei loro occhioni, ma forse solo un pizzico di delusione. Delusione nei miei confronti. "Sono mortificata, mi dispiace davvero" Continuo. Le parole sembrano non essere mai abbastanza, e forse non lo saranno mai.
"Ecco, riguardo a questo... abbiamo un'altra cosa da dirvi" Questa volta è Riccardo a parlare, richiamando l'attenzione di mia madre e mio padre. Io giro il capo verso di lui, non sapendo cosa diavolo voglia dire. Rimango confusa e ansiosa di sapere qualcosa per qualche secondo. "Io e vostra figlia non siamo soltanto coinquilini... ma forse qualcosa di più" Lo dice senza problemi, senza aspettare un mio segnale, senza nessuna incertezza. Le sue parole riescono a farmi ghiacciare sul posto, e in questo momento vorrei sul serio sparire da qui e ritornare quando ogni cosa si sia conclusa.
Ho realmente paura che venga un attacco di panico ad entrambi. Sono seriamente preoccupata e a questo proposito non posso fare niente, se non aspettare un loro segnale o qualcosa del genere.
"Federica, cosa significa ciò che ha appena detto?" Mia mamma mi rivolge uno sguardo un po' smarrito, mentre mio padre preferisce rimanere in assoluto silenzio.
Non me l'aspettavo che lo dicesse adesso e così velocemente. Non abbiamo avuto modo di parlare da soli su tutto ciò che è successo, per quale diavolo di motivo ha appena detto una cosa del genere? Non è assolutamente incredibile? Dio mio, che situazione.
"Beh, io in realtà-" Inizio, ma Riccardo m'interrompe, continuando il mio discorso come se stesse raccontando una storia. Al contempo appoggia la sua mano sulla mia coscia, stringendola con le dita con molto delicatezza. In un certo senso è come se mi avesse appena poggiato una pentola bollente sulla pelle.
"Forse mi sono espresso male, ma tutto ciò che volevamo dirvi è che... io e Federica stiamo insieme." Dice velocemente. L'aria all'interno dei miei polmoni sembra dimezzarsi e mentre i miei respiri si fanno più intensi, inizio a percepire quanto la mia fine sia vicina.

Ci risentiamo stasera con il secondo aggiornamento della giornata.🎈
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz