Capitolo 61.

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Il fatto che io non sia più da sola all'interno della mia camera, mi fa sorridere il cuore. Proprio sul letto accanto a me c'è Matteo, che dorme serenamente come un angioletto.
Poggiato su un materasso così grande, sembra la cosa più piccola del mondo, e più lo guardo, più me ne innamoro. Vorrei tanto abituarlo a dormire all'interno della sua culla, ma non riesco a staccarmi da lui, pur volendo, la mia anima si rifiuta.
È la prima notte che stiamo insieme a casa nostra, e questo mi fa realmente capire l'inizio di questo lungo percorso che faremo insieme. Adesso lui starà con me, dipenderà costantemente dalla mia persona, e la cosa mi fa esplodere di gioia e al tempo stesso anche di paura.
Non so come me la caverò in futuro, ma spero di essere una buona madre.
Quando chiudo gli occhi per iniziare a riposare e lasciar perdere ogni pensiero, circondo il suo piccolo corpo con il braccio, stringendolo a me. "Buonanotte, amore mio" Sussurro a bassa voce, baciando la sua guancia teneramente. Riesco a prendere sonno qualche minuto dopo, trovando un po' di tregua da questi ultimi giorni un po' frenetici e pesanti.
È il suo pianto a svegliarmi due ore dopo, e quando guardo l'ora e noto che sono le tre del mattino, mi scappa un lungo sospiro. Beh... iniziamo bene, no? Attivo e puntuale. In ospedale era tutto assolutamente diverso, non riuscivo a riposare, per cui anche dargli il latte non era poi così difficile. Adesso no, adesso è cambiato tutto: scoppia a piangere in piena notte, interrompendo il tuo riposino, e tu devi cercare di farlo calmare e coccolarlo nella maniera più dolce possibile, amandolo intensamente.
"Shhh, non piangere così. Sveglierai i nonni" Borbotto, mentre mi sollevo maglia per poter scoprire il mio seno. Lui non mi ascolta assolutamente, agitandosi come se avesse qualcuno o qualcosa che lo disturbi. Esausta, lo prendo in braccio, sollevandomi dal letto per poterlo cullare un attimo.
Provo a mettergli il ciuccio, ma lui lo caccia via con la lingua, facendomi sospirare intensamente.
Poi riesco a trovare un secondo per poterlo attaccare al seno, e non appena inizia a ciucciare il latte, riesco a sfiorare un pizzico di calma.
Chiudo gli occhi, leccandomi le labbra dolcemente, per poi gettare la testa all'indietro, stanca e priva di forza. Credo di non farcela. Sul serio.
Mia madre varca la soglia della mia camera un minuto dopo, guardandomi lievemente triste.
"È irrequieto, vero?" Mi domanda a bassa voce, lanciando uno sguardo a Matteo.
"Molto. Mi dispiace che tu ti sia svegliata" Le rispondo velocemente. Lei scuote la testa leggermente, avvicinandosi e sedendosi proprio al mio fianco. La sua mano sgattaiola proprio sulle mie spalle, con l'obiettivo di circondarmi in un mezzo abbraccio materno. Sa benissimo che ho bisogno di rassicurazioni, e temo che il mio sguardo lo confermi. Sono totalmente distrutta. "Cosa c'è che non va, amore di mamma?"
"Niente, sono stanca, esausta, e credo di non farcela. Sul serio" Mugolo, lagnandomi.
"Perché non dovresti? Sei una ragazza, ormai donna, forte e viva... e sono sicura che riuscirai ad affrontare ogni cosa" Afferma. È chiaro che lo dica, è mia madre, ed è giusto che mi sostenga in un momento così delicato per me, ma ho paura che questa volta le sue parole non siano molto vere. Crollerò molto presto, ne sono sicura.
"No che non ci riuscirò, maledizione! Lo sai anche tu" Inizio a sentire le lacrime prendere il sopravvento e quando una di esse slitta lungo il mio zigomo, scendendo giù per la guancia e fermandosi proprio sul profilo della mandibola, non attendo un istante e la catturo con l'indice, eliminandola. "Penso a quando rimarrò da sola, e inevitabilmente cederò come un castello di carte. Sono troppo debole per poter affrontare una cosa del genere. Lo sono sempre stata, ma non so se riuscirò ad essere all'altezza di tutto quanto. Quando piangerà senza fermarsi, cosa farò? E se non vorrà mangiare? E quando starà male come dovrò comportarmi?" Odio questo crollo che sto avendo, riesce a farmi sentire ancora più debole del previsto.
"Ce la farai, sei mamma e capirai quali possano essere le cose giuste per tuo figlio. Devi stare serena, Fede" Sussurra a bassa voce. "Anche io avevo tante, tantissime paure quando sei nata, ma poi ce l'ho fatta. Ogni volta che ti guardavo dimenticavo ogni problema, ogni dubbio e ogni lacrima... sei riuscita a guidarmi lungo la strada giusta anche quando ero in confusione, e so che riuscirai a farlo anche tu. Sarai abbastanza forte per superare tutto questo, e quando io e papà andremo via, dovrai prenderla in maniera positiva. Questo piccolo dettaglio potrebbe essere un incentivo per conoscere ed amare ancora di più il bimbo che hai dato alla luce; sarete voi due da soli, e a circondarvi ci sarà soltanto tanto amore e un immenso silenzio. Ti abituerai velocemente, ecco perché ti dico di dover iniziare a fare tutto da subito! Che sia il bagnetto, cambiargli il pannolino o vestirlo. Sono delle cose che fanno una paura immensa, eppure basta solo un po' di pratica... non è poi così difficile" Le sue parole sfiorano dolcemente il mio cuore, facendolo battere sempre più forte. Ho paura che questa mia inquietudine possa essere trasferita a Matteo, ma lui rimane assolutamente tranquillo, continuando a bere il suo latte con costanza.
"E se non riuscirò ad essere una buona madre? Se farò soltanto disastri e non mi vorrà bene?" La mia voce trema, e purtroppo non so come diavolo evitarlo.
"Non andrà sempre tutto bene, piano piano riuscirai ad abituarti anche alle sconfitte... ma ti assicuro che amerai Matteo, nella maniera più intensa e pura che esista" Le sue dita cacciano via l'ennesima lacrima che scorre lungo la mia guancia, lasciando che il suo sguardo amorevole, le sue parole dolci e le sue carezze delicate mi rassicurino.
"Come fai ad esserne così certa?"
"Perché ti conosco, Federica. Sei mia figlia e sono sicura che sarai abbastanza forte per affrontare ogni cosa. Hai solo ventidue anni, eppure hai un coraggio dentro di te che solo poche ragazze della tua età possiedono" Mi sussurra. Ogni singola parola, che sia piccola o grande, mi provoca una scia di felicità. Mia madre pensa tutto questo, ma chissà cosa pensa e penserà il mio bimbo di me. Onestamente non lo so. "Posso solo immaginare come tu ti senta... so perfettamente quanto ti manchi Riccardo, quanto lo vorresti al tuo fianco e quanto vorresti condividere ogni momento con lui, e su questo non posso capirti. Quando sei nata tu, con me c'era tuo padre, e il fatto di essere in due mi rincuorava. Ogni peso, ogni responsabilità e ogni preoccupazione erano dimezzati, ma fidati... tante donne sono nella tua stessa situazione, e riescono a farcela benissimo. Sempre e comunque, nonostante tutto riescono ad essere tanto ma tanto potenti, forse più di un uragano" Si ferma soltanto per un istante, riprendendo fiato, ma poi continua il suo discorso. "Io tornerò in Sardegna soltanto quando tu sarai pronta a rimanere da sola con Matteo. Non farò nulla senza il tuo consenso. Te lo prometto, Fede"
"Io non voglio gravare su te e papà. Voi avete bisogno di tornare a casa, di stare tranquilli... non è giusto stravolgere la vita anche a voi"
"La nostra vita è stata comunque stravolta, in senso positivo chiaramente. Per me e tuo padre diventare nonni è stata una delle cose più belle che Dio potesse mai regalarci... noi amiamo prenderci cura di questa meraviglia, riesce a farci rivivere tutte le vecchie emozioni" Non me l'avevano mai detto, ma dai loro occhi percepivo esattamente questo. "Quindi, non preoccuparti di nulla... e stai serena, noi saremo sempre con te"
Anche i suoi occhi si riempiono di lacrime, e quando la vedo piangere, mi si restringe il cuore. Non volevo far emozionare anche lei.
"Grazie, mamma. Sul serio. Grazie di tutto" Appoggio la testa sulla sua spalla, sentendo il suo braccio stringersi attorno ai miei fianchi per attirarmi a sé. Con la mano libera accarezza Matteo, che al contempo, continua a bere il suo latte come se niente fosse.
"Grazie a te, a voi"
Mi lascia uno, due, tre baci sulla fronte, accarezzandomi e proteggendomi con amore, proprio come ha sempre fatto.
Rimaniamo per un po' in questa posizione, mentre lei mi culla e asciuga ogni mia lacrima. Poi, il mio piccolo puffetto interrompe questo momento, staccandosi dal mio seno e facendomi capire che non gradisce più il latte. La scena mi fa sorridere, e poco prima di sollevarlo per fargli fare il ruttino, asciugo le sue labbra con la punta di un tovagliolo. "Questo bambino è davvero goloso, sono certo che il suo peso aumenterà notevolmente"
"Si, lo penso anche io"
Lo guardo, notando le sue ciliegine azzurre perse nel vuoto, mentre con un'espressione sazia e rilassata sul viso, respira profondamente. Curvo lievemente il suo corpicino in avanti, picchiettando il palmo della mano contro la sua schiena per farlo digerire. La scena mi fa ridere. È la cosa più tenera del mondo.
Una manciata di secondi dopo, dalla sua bocca scappa un ruttino, e questa scena fa scoppiare in una fragorosa risata sia me e mia mamma. Questo piccolo dettaglio è riuscito perfettamente a cacciare via la tristezza, lasciando che il suo posto venga preso da un pizzico di felicità. "Anche lui ha il nostro stesso pensiero" Osservo, sorridendo. Mia madre annuisce, divertita da questa situazione.
"Amore di nonna, i principi non fanno così. Devi migliorare sulle buone maniere" Lo stuzzica, guardandomi per poter fare alleggerire le nostre anime. Ridiamo insieme, osservando Matteo che in questo momento, consideriamo il nostro punto di forza.

Vi auguro un buon pomeriggio🌹

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora