Capitolo 13.

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Il contatto delle nostre labbra riesce perfettamente a regalarmi quella sfumatura di complicità, che definirei davvero intensa.
Non ho idea di che cosa voglia dire tutto questo, vorrei tanto chiederglielo, ma i numerosi baci che mi sta regalando stanno riuscendo a confondermi come uno scarabocchio disegnato disordinatamente su un foglio di carta.
"Riccardo, cosa stiamo facendo?" Riesco a parlare dopo qualche secondo e ringrazio il cielo per questo. Dio mio, lo conosco da due giorni, è il mio coinquilino, un ragazzo misterioso e particolare, eppure sono qui... a baciarlo come se non ci fosse un domani. Come se fosse l'unica cosa coerente da fare in questo istante. Anche se, in questo preciso istante, di coerente non c'è proprio nulla. È tutto così confuso, anche in po' sbagliato.
"Non lo so... non ne ho idea" Farfuglia lui. È confuso, ma nonostante ciò non smette di mordicchiarmi il labbro inferiore costantemente. È una bella sensazione, forse troppo direi. Troppo troppo bella. Vorrei che non finisse mai.
A continuare questo matto gioco si uniscono le sue mani che risalgono sulla mia schiena molto dolcemente, con l'obiettivo di accarezzare ogni singolo lembo della mia pelle. Senza dirmi nient'altro, fa scivolare le dita al di sotto della maglia di cotone che indosso. Esse iniziano a disegnare un lento e disordinato percorso sul gancetto del reggiseno, poi si spostano avanti per sfiorarmi lo stomaco, il seno coperto e infine, il ventre. Tutto questo è davvero troppo per me. È troppo per chiunque, maledizione!
Mi sembra una scena di un film, eppure non è così. Sta succedendo a me, e la protagonista di tutto questo sono io, Federica Carta. Oddio mio.
Mentre lui continua a stuzzicarmi come se fossi il suo unico ostaggio, io non posso fare altro che emettere dei piccoli gemiti di piacere. Ad ogni mio piccolo suono, lui soffoca una lieve risatina, tornando poi, piano piano, ad intensificare questo dannato contatto.
Quando le sue mani sfiorano il contorno dei miei jeans, mi si mozza il respiro all'improvviso. Ogni ragione sembra tornare al proprio posto, riuscendo a risvegliare questo mio stato di trance o di qualsiasi cosa si tratti.
Fortunatamente, riesco a trovare un pizzico di forza per poter stringere le sue spalle e allontanarlo da me.
"Aspetta, Riccardo... fermati un attimo. Non faremo nulla. Non voglio far nulla" Chiarisco. La mia voce trema un po' e riesco a percepire ogni mio respiro diventare irregolare e pesante ogni secondo che passa. Dalle sue labbra scappa un lungo respiro, forse di frustrazione. Onestamente, non lo so.
"Scusami, forse non dovevamo" Borbotta, un attimo prima di spostare le dita sui suoi capelli e tirarli all'indietro. "Mi dispiace, mi sono lasciato prendere dalla situazione"
Se non l'avessi fermato, probabilmente adesso saremo completamente nudi a fare chissà cosa, e penso che non sarebbe una cosa positiva. Almeno in gran parte.
È una situazione incredibile, faccio davvero fatica a crederci. Faccio fatica a credere a tutto ciò che ha detto, a tutto ciò che ha fatto, e a tutto ciò che faremo soltanto per dimenticare un po' questo accaduto. "In realtà, volevo farlo da pomeriggio, eppure il momento giusto sembrava non arrivare mai" Fa spallucce. Posso notarlo un po' agitato. "Ma è arrivato, probabilmente ho sbagliato tutto, ma non ho resistito. Vederti stretta nella tua tuta, con il viso struccato e i capelli raccolti disordinatamente in una coda, mi ha fatto completamente perdere la testa"
Ha perso la testa. Cioè, ha perso per me? Ci conosciamo da pochissimo, come può succedere una cosa del genere? Tutto questo non ha senso. Nessun senso.
"Stavamo per fare una cazzata, lo sai vero?" Lo guardo negli occhi sfiorando con delicatezza ogni piccola parte delle sue iridi chiare e cristalline. Poi sposto lo sguardo sulle sue labbra, notando quanto siano rosse e gonfie. Mi vergogno un po' di esserne stata la causa, e quando il pensiero mi attraversa la mente, una scia di imbarazzo mi pervade il viso piano piano.
"Lo so, e mi dispiace. Non avrei dovuto" Sussurra a bassa voce, quasi un po' tremante. "Ma purtroppo, alcune volte non riesco a bloccare certi desideri..."
Le sue parole mi fanno sorridere lievemente.
"Lo so"
"Non è successo nulla, Federica" Farfuglia. "Saremo amici come prima"
Io annuisco semplicemente, abbassando poi lo sguardo verso il pavimento, non sapendo cosa dannazione dirgli. Ritorno a guardarlo soltanto qualche secondo dopo, schiudendo le labbra per sussurrargli qualcosa di sensato che possa rendere più leggera questa situazione. Che possa rendere più leggera me.
"Vado a rifugiarmi in camera, va bene? Devo studiare..."
"Non mangi nulla per cena?" Mi chiede. L'atmosfera sembra essere un po' più tranquilla, anche se a separarci c'è una distanza davvero immensa.
"No, non credo. Non ho fame" Sembra che il mio appetito sia nettamente diminuito. È davvero assurdo, ma dopo tutto quello che è appena successo, penso che sia assolutamente normale.
"Va bene" Risponde semplicemente, senza nessuna scia di emozione. Poi smette di guardarmi.
Io cerco di essere quanto più naturale possibile, per cui faccio un profondo respiro e provo a tranquillizzarmi un attimo.
"Buona serata, Riccardo"
"Buona serata anche a te" Lascia scivolare le mani all'interno delle tasche dei suoi jeans, dondolandosi sui piedi, un po' imbarazzato. "E... scusami per prima, mi dispiace davvero da morire"
Scuoto la testa e gli sorrido debolmente, un attimo prima di girarmi e raggiungere la mia camera.
Chiudo la porta istantaneamente, sfiorandomi le labbra con le punte delle dita. Mi sembra di sentire ancora il suo sapore. Dio mio, credo di impazzire.
Andare con lui in quella specie di parco non era una buona idea, e in questo momento vorrei soltanto tornare indietro per non farmi coinvolgere. Probabilmente sarebbe successo comunque, ma magari non adesso. È accaduto tutto così velocemente, riuscendo a non farmi capire per bene ogni cosa.
Mi impongo di non pensarci, e cerco di tenere la mia mente occupata con una delle cose che mi piace fare: studiare. Mi immergo totalmente sui vari concetti, eliminando una gran parte di tutto quello che ha appena confuso la mia vita. Vorrei tanto raccontare a mia madre ogni cosa, ma credo che non sia la cosa giusta da fare. Probabilmente, farebbe di tutto per mandarmi via da questo appartamento, e in questo momento è l'ultima cosa che voglio. Mi trovo bene con Riccardo, nel complesso è un ottimo coinquilino.
Sospiro rumorosamente e mi sciolgo i capelli, sistemandoli con le mani subito dopo.
Crollo miseramente su me stessa come se fossi una bambina, soltanto verso le nove, accasciandomi sul letto e stringendo il lenzuolo fra le mie mani, come se fosse il mio unico rifugio in questo momento.

Oggi di nuovo doppio aggiornamento? Che dite?😏
Ho scritto tantissimi capitoli per voi e non vedo l'ora di farveli leggere.
A più tardi🥰
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoOnde histórias criam vida. Descubra agora