Capitolo 99.

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"C-cosa devi dirmi?" La voce mi trema, mentre sento l'ansia e la preoccupazione crescermi nelle vene con un'intensità infinita. Mi sembra di star per morire. Sul serio.
Ho davvero paura di tutto. Paura della sua espressione, paura del suo sguardo, paura delle sue parole e paura della vita in generale. Ho paura di ogni singola cosa, anche la più piccola, anche la più insignificante, anche la più trasparente.
Dopo tutto ciò che è successo fra me e Riccardo, mi aspetto davvero di tutto. Cosa diavolo deve dirmi? Ha trovato un'altra donna? Si è fidanzato? O deve partire di nuovo per mesi? Oh Dio mio, cosa farò io? Cosa farà Matteo?
Anche se siamo diventati due semirette che seguono due direzioni totalmente opposte, non smetterò mai di guardarlo con gli occhi dell'amore, di definirlo come l'unico uomo della mia vita, di volerlo esattamente come il primo giorno, di innamorarmi dei suoi pregi e di quei piccoli difetti, che riescono perfettamente a disegnare il Riccardo di cui mi sono innamorata.
La mia anima è nera a causa di questo amore così folle, ma nonostante ciò, la situazione in sé non mi terrorizza assolutamente, anzi mi spinge ad amare quest'uomo ancora di più. Molto più intensamente, molto più appassionatamente. Mi spinge ad amarlo ancora di più e basta.
Tutto questo è così disordinato, eppure è esattamente ciò che mi accade praticamente sempre.
"Non voglio che tu te la prenda, Fede" Farfuglia con voce instabile. So perfettamente che non riesce a trovare un punto preciso dove iniziare questo discorso, ma non voglio assolutamente aspettare. Neanche un secondo in più. L'agitazione non mi permette neanche di poter sentire ciò che ha da dirmi.
"Dimmi che cosa sta succedendo o darò di matto" Lo avverto, con un pizzico di freddezza. Dalle sue labbra scappa un lungo sospiro, che forse potrei benissimo definire di frustrazione.
"Fra tre giorni partirò per Milano... vado a trovare la mia famiglia" Mi sussurra. Se da una parte, un senso di sollievo mi pervade l'anima, dall'altro, un'infinita quantità di freddezza riesce a spaccarla in due. Non so esattamente come prendere questa sua notizia. È stata troppo improvvisa, ma davvero troppo.
"Vai lì per le vacanze di Natale?" Gli chiedo, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi, che sembrano seguirmi e chiamarmi ogni dannata volta che cerco di evitare ogni singolo sguardo tagliente che mi regalano.
"Si, tornerò il ventinove di Dicembre. Starò via soltanto per una settimana, non un giorno in più, ho solo bisogno di vedere la mia famiglia e di stare un po' con loro. I miei genitori ci raggiungeranno qui a Pasqua, voglio assolutamente che conoscano Matteo"
"Di questo ne sono contentissima. Anche nostro figlio vuole conoscere i suoi nonni paterni" Affermo. Le mie parole sono seguite da un piccolo sorriso. Poi continuo, sentendo il cuore salire su per la gola. "È che io pensavo di poter passare tutti e tre insieme questo Natale..." Sussurro con un filo di voce. A dir la verità, sono un po' dispiaciuta, ma se è quello che vuole, è giusto che lo faccia. "In fondo è il primo Natale di Matteo, ci tenevo che avesse entrambi i suoi genitori al suo fianco"
"Anche io, credimi... ma la situazione fra me e te non va per niente bene, e probabilmente passare insieme una festività del genere, non sarebbe il massimo"
Io sospiro. Forse ha ragione, ma sono certa che stare con Matteo, trascorrere un po' di tempo con lui e viverlo con amore, riuscirà a farci assaporare un po' di calma e tranquillità.
Purtroppo mancano esattamente cinque giorni a Natale, ma noi non abbiamo mai avuto né l'occasione e neanche la forza per discutere come organizzarci, e ogni mia possibile idea è stata totalmente cancellata con questa sua notizia. "Festeggeremo insieme il nuovo anno, Fede. Te lo giuro... ma ti prego, lasciami andare, ho bisogno di staccare la spina un po' da tutto" Sentirgli dire determinate parole con questo tono di voce è davvero frustrante. Mi dispiace che lui voglia andare via. Mi dispiace tantissimo. Ma posso capirlo.
"Non fraintendermi, non ti sto dicendo di non partire. Ho soltanto espresso un mio pensiero, niente di più" Mi difendo prontamente. L'ultima cosa che voglio è far nascere un litigio, l'indifferenza che ci circonda è già abbastanza per entrambi. "Non sarò di certo io a bloccarti. È giusto che tu vada dalla tua famiglia, Riccardo"
Annuisce dolcemente, regalandomi un piccolo sorriso, che posso tranquillamente definire come un sorriso di serenità.
"Tu invece cosa farai per Natale?" Mi sussurra poi a bassa voce. Ringrazio il cielo che non abbia detto nient'altro sulla sua partenza. Probabilmente non sarei riuscita a sopportare altre parole.
"Mi sarebbe piaciuto scappare in Sardegna per le festività... ma i miei mi raggiungeranno qui il giorno della Vigilia. Passeremo il Natale tutti insieme da me" Gli racconto. Lui sorride felicemente, forse al solo pensiero che non rimarrò da sola quando lui non ci sarà. Quando i miei genitori me l'hanno comunicato, il mio cuore è esploso per la felicità. Ho sempre adorato festeggiare il Natale in famiglia, e quest'anno desideravo assolutamente avere Riccardo con me. Purtroppo ha preso questa decisione e io non posso fare nulla per poterla cambiare.
"Ne sono contento"
"Anche io"
Le distanze prendono il sopravvento, e un senso di tristezza mi pervade ogni singolo centimetro del cuore. La freddezza ghiaccia i nostri corpi e tutto ciò che vorrei fare è scappare via da qui e rifugiarmi nei miei sogni, sperando che la situazione possa risolversi almeno lì. So perfettamente che non sarà così e ad ogni anno che passerà, il nostro rapporto peggiorerà sempre di più. Questa è la sacrosanta verità.
Ormai è finito tutto. È finito lui, sono finita io e siamo finiti noi. È finita la nostra storia, la nostra vita e il nostro amore. Ma va bene così. Il destino ha fatto la sua scelta e noi non possiamo variarla. Assolutamente.
Ma la cosa che un po' mi rincuora è che, comunque vada, rimarrà per sempre una parte di me, quella più grande, più importante e più bella.
"Sai cosa pensavo in questi ultimi giorni?" È Riccardo a riprendere la conversazione, obbligandomi a far sfiorare i nostri occhi che si incastrano all'istante e senza nessun tipo di problema.
Ha le labbra rosse e gonfie, e continua a torturarle ininterrottamente come se fossero il suo unico bersaglio in questo momento. Le sue iridi azzurre sembrano più cristalline rispetto al solito, e questa piccola particolarità mi fa immediatamente capire quanto sia un po' più calmo rispetto prima. Accarezza con delicatezza la manina di nostro figlio, che gli schiaffeggia il polso amorevolmente. Sono davvero tenerissimi.
"Cosa pensavi?"
"Vorrei cambiare il cognome a Matteo..." Mormora a bassa voce. Ha quasi paura della mia risposta, posso notarlo. "Solo se per te va bene, è chiaro"
"Certo che mi va bene. Assolutamente. È giusto che sia così" Cerco di rassicurarlo sia con lo sguardo che con le parole, riuscendo a far nascere un piccolo sorriso sulle sue labbra.
"Penso che indipendentemente da me e te, Matteo è sempre mio figlio e vorrei che non abbia soltanto i miei occhi o le mie labbra, ma anche qualcosa che lo leghi a me per sempre. Adesso sono al suo fianco e desidero con tutto il cuore anche mio figlio abbia il cognome. Penso che per un padre sia un grande orgoglio e voglio anche io provare un'emozione del genere"
Non so perché, ma le sue parole mi provocano un brivido al cuore. Avrei voluto che Riccardo avesse vissuto la mia stessa esperienza da genitore, eppure non è andata proprio così, e la colpa è solo ed esclusivamente mia. Non solo gli ho negato di vivere i primi istanti di vita di nostro figlio, ma gli ho anche negato di avere il suo cognome. Gli ho negato una piccola ma grande parte del percorso di ogni singolo essere umano, e penso che non esista una cosa così brutta e triste di questa.
"Assolutamente. A Gennaio provvederemo a fare questa cosa, te lo prometto" Gli sorrido. I suoi occhi brillano all'istante, forse di felicità. Gli regalo una carezza sul viso, lasciando che la mia pelle venga a contatto con la sua. Il mio cuore sembra apprezzare all'istante.
Rilassa i muscoli improvvisamente, mentre il suo sguardo si proietta su Matteo, che ci guarda come se fossimo due angeli. Ci osserva e sorride. Sorride e ci osserva, e lo fa in silenzio.
"Grazie, Fede"
"Non ringraziarmi. Non me lo merito" Sussurro scuotendo la testa, e leccandomi le labbra nervosamente. Ho il cuore a pezzi.
"Invece si! Tutto ciò che hai fatto è passato. Pensiamo al presente e basta! Guarda Matteo e sorridi, lui vuole vederti, vuole vederci felici... lo sai, vero?" La mia mano è ancora sulla sua guancia, e lui ne approfitta per poggiare le sue dita sulle mie. Questa sua azione mi fa immediatamente sorridere. "Non aver paura del passato, lascialo in un angolo e non pensarci"
Annuisco e sospiro, lanciando uno sguardo a nostro figlio che mi sfiora la pelle del collo con le punte delle dita. Poi lascio scivolare la testa contro la spalla di Riccardo, prima che le sue braccia mi stringano a sé con delicatezza. All'improvviso, arriva una piccola lacrima, che scivola giù per la mia guancia morbida, ma che trova riparo fra le dita di Riccardo il secondo successivo.

Sorpresa!
Ecco a voi il secondo capitolo della giornata. PREPARATEVI A TUTTO CIÒ CHE STA PER SUCCEDERE!😏
Vi auguro una buona serata⭐♥️
-Roberta🧸

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now