Capitolo 39.

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Questa notte non ho chiuso occhio. Il pensiero che io possa essere incinta mi frullava nella mente come un vortice, confondendomi. Ho davvero bisogno che qualcuno mi dica che si tratti di un incubo. Solo questo.
Non voglio assolutamente essere fraintesa, la gravidanza è il dono più bello che possa capitare ad una donna, ma in questo caso io sono ancora piccola, ho solo ventun anni, ho una vita davanti e avere un bimbo adesso non risulterebbe l'ideale.
La situazione tra me e Riccardo non va bene e avvisarlo su una notizia del genere, sarebbe davvero struggente. In questo momento spero che si tratti soltanto di un semplice falso allarme. Tutto qui. Non credo di chiedere il mondo, dico bene?
Decido di cacciare ogni pensiero proprio nel momento in cui avanzo verso la farmacia. L'ansia mi pervade all'istante, ma cerco di essere forte in tutti i modi. Non posso permettermi di crollare, né ora e né mai.
"Prego signorina, mi dica..." La giovane farmacista al di là del bancone, richiama la mia attenzione, lasciando che i miei pensieri mi lascino almeno per qualche minuto. I suoi occhi azzurri-grigi si incrociano ai miei immediatamente, trasmettendomi un'infinita sicurezza.
"Si, scusi... ho bisogno di un test di gravidanza" Affermo. La mia voce trema, il mio cuore anche, come se fosse una foglia secca che viene portata via dal vento senza una meta ben precisa.
"Certo, glielo porto subito" Quando si gira per poter raggiungere lo stanzino pieno di medicinali, il mio sguardo si poggia proprio sul suo ventre gonfio. È incinta. Ad occhio e croce avrà circa ventisei anni e aspetta un bambino. Ha un sorriso davvero luminoso sul volto, e temo che il merito sia soltanto del piccolo esserino che porta in grembo. Ho sempre saputo che i bimbi facciano miracoli, che portino, in qualche modo, la luce ovunque. Credo che siano la cosa più vera e giusta del mondo. Ne sono più che sicura.
"Ecco qui il suo test" Non appena ritorna, appoggia una scatolina di cartone non molto lunga sulla superficie, alternando lo sguardo da me all'oggetto. Io sospiro freneticamente, sentendo l'agitazione aumentare ogni secondo di più.
"È normale che io mi senta così?" Le sussurro a bassa voce. Non so per quale dannato motivo le ho appena chiesto una cosa del genere ad una sconosciuta, ma forse ho solo bisogno di una rassicurazione. Non conosco il suo nome, la sua storia e le sue idee, ma sono certa che lei abbia già provato tutto questo.
"Si, è tutto normale. Ma credimi... se il test risulterà positivo, considererai il tuo bambino il più grande capolavoro della tua vita." Le sue parole mi fanno sorridere, mentre sento un leggero velo lacrime riempire i miei occhioni scuri. "Questo pallone scoppierà fra circa due mesi e mezzo, e nonostante l'ansia e le paure, io non vedo l'ora di stringere fra le braccia la mia piccola bambina" Dice tutto ciò con una luce particolare nel viso, forse quella luce che solo le donne in questa situazione, possiedono. Le sue mani sono perfettamente appoggiate sulla sua pancia, come se stesse proteggendo sua figlia.
"È una femminuccia?" Chiedo teneramente, tirando su col naso.
"Si, si chiamerà Federica"
"Che coincidenza! Anche io mi chiamo Federica" Sorrido. Penso che sia il destino.
"Oddio che bello, non me l'aspettavo" Esulta sollevando le braccia. Io le sorrido un po' imbarazzata, afferrando una banconota da venti euro, prima di poggiarla sulla superficie in legno. "E sono sette euro e novanta centesimi"
Non appena mi porge l'oggetto avvolto all'interno della piccola bustina di plastica, lo stringo dolcemente fra le mani, sospirando piano. Mi tende il resto, regalandomi una dolce occhiata.
"In bocca al lupo, Federica" Mi sorride amichevolmente poco dopo, ma poi continua "Comunque io sono Sabrina"
"È stato un piacere conoscerti" Allungo una mano verso la sua direzione, stringendola con molta delicatezza.
"A presto"
"A presto! E tantissimi auguri per la tua piccolina!"
Lei mi ringrazia sottovoce, prima che io esca dalla farmacia e raggiunga il lungo viale per tornare nel b&b che mi ospita. L'aria fresca di Settembre mi sfiora la pelle con dolcezza, rinfrescandola delicatamente. I miei respiri sembrano calmarsi, anche se alla mia anima anima accade esattamente l'opposto. Non riesco a rilassarmi in nessun modo. Davvero. Mi sembra di avere qualche macchinario dentro il corpo che in qualche modo, mi controlli, mi dica cosa fare e come farlo.
Però, ogni singola sensazione di preoccupazione e inquietudine sembrano aumentare notevolmente quando raggiungo la mia stanza. Mi rinchiudo in bagno all'istante, concentrandomi soltanto sul test che stringo fra le mie dita. È un semplice oggetto bianco, che sembra avere il futuro di ogni ragazza, di ogni donna, in quel piccolo schermo che lo riempie. È davvero tutto così strano, ma al tempo stesso anche magico.
Facendo molta attenzione, seguo le istruzioni per farlo, sentendo continuamente un senso di confusione pervadermi la mente. È tutto così nuovo per me, che mi sembra quasi di essere la protagonista di un film. Attendo qualche istante per scoprire il risultato, e spero soltanto che il tempo passi in fretta. Penso che sia la cosa più giusta per la mia serenità. Mi siedo sul pavimento, con la schiena contro la porta e le gambe al petto. Posiziono il test proprio di fronte a me, pregando il cielo che il risultato sia negativo. Soltanto questo.
Sussulto improvvisamente non appena noto sul piccolo schermo appare una breve scritta che mi fa letteralmente perdere il respiro.

'Incinta 3-4 settimane'

Sono incinta.

Sono incinta di quattro settimane. Oh Dio Santo. Aspetto un bambino. Cioè, io Federica Carta, aspetto un bambino. E Riccardo è il padre. Santa Pace, io e Riccardo saremo genitori. Genitori! Ma tutto questo è davvero indescrivibile.
Mi prendo la testa fra le mani, scoppiando a piangere come una bambina. Sono terribilmente scossa, forse come non lo sono mai stata. Cosa dovrò fare? Come dovrò comportarmi? E Riccardo? Dovrò dirglielo? Dio mio, non lo so... non credo che sia la cosa più giusta da fare. Una notizia del genere bloccherebbe ogni suo sogno, ogni suo obiettivo, e non è ciò che voglio. Riccardo sogna tutto questo da anni e l'ultima cosa che desidero è far crollare tutti i castelli che ha costruito fin'ora.
Istintivamente, allontano le mani dal mio viso e le appoggio sul mio ventre, sfiorando la pelle attraverso la leggera magliettina che indosso. Le lacrime scorrono lungo il mio viso senza fermarsi, ma poco importa. Niente ha senso in questo momento.
"Ciao, amore di mamma" Inizio sottovoce, piangendo. La voce fa davvero fatica ad uscire, ma ho bisogno di parlare con la piccola creaturina che si trova dentro di me. "Sei un minuscolo esserino che vive nella mia pancia da più o meno un mese. Sai... quando io e il tuo papà ti abbiamo concepito, non siamo stati molto prudenti. Eravamo su una spiaggia in Sardegna, era tutto così bello, lui era bello, e in quel momento avevo solo voglia di fare l'amore con lui. È stato tutto così veloce, così intenso, che non ci siamo resi conto di non aver fatto molta attenzione. Probabilmente, stai per venire al mondo al momento sbagliato, ma sarai il tesoro di mamma. Ho solo ventun anni, lo so... sono ancora una ragazzina, ma ti amerò nella maniera più pura e fiera che esista. Ti amerò con tutta me stessa, te lo prometto. So perfettamente che avrai bisogno del tuo papà, ma lui non ci sarà. Ci sarò soltanto io, che avrò il ruolo di entrambi, te lo prometto. Il tuo papino sarebbe contento di sapere della tua esistenza, ma lui domani partirà per l'America e non voglio assolutamente trattenerlo. Ti crescerò io, da sola... ma con una potenza e un amore che solo una mamma può avere. Ti crescerò paragonandoti ad un piccolo gioiello, te lo prometto. E anche se sarò da sola al tuo primo pianto notturno, alla tua prima poppata, al tuo primo dentino, alla tua prima bua, alla tua prima parola, ai tuoi primi passi, al tuo primo giorno di scuola, alla tua prima delusione amorosa e alle tue prime lacrime, giuro che sarai la cosa più bella della mia vita, la cosa più preziosa. Sarai il mio unico amore, il mio unico punto di riferimento, la mia unica forza, la mia unica speranza. Sarò così forte da poterti portare in cima al mondo. Ti farò sia da madre che da padre, e ti prego non odiarmi, ma capiscimi e sostienimi. Il mio cuore è nelle tue piccole mani, custodiscilo con amore e amalo, proprio come ha sempre fatto tuo padre da quando ci conosciamo. Tu sei la prova di tutto questo, e ti giuro amore mio, che quando mi chiederai se il vero amore esiste, io ti parlerò di lui. Ti parlerò del tuo papà, che considero l'uomo più importante della mia vita. Non so se tu sarai un maschietto o una femminuccia, ma se sarai un maschietto, diventerai il mio re, proprio com'era ed è ancora tuo padre per me... se invece sarai una femminuccia, sarai la mia piccola principessina da viziare, proprio come facevo con le bambole quando ero piccina" La mia voce si spezza a causa di un singhiozzo, per cui sono costretta a fermarmi soltanto per riprendere fiato. "H-ho fatto tanti sbagli nella mia vita, ma tu, tu sarai la cosa più bella che la natura potesse mai regalarmi. So che non sarò una madre perfetta, ma farò di tutto per essere all'altezza delle tue aspettative. La mamma è qui con te, amore mio. Ti amo davvero da morire" Accarezzo la mia pancia, scoppiando a piangere per la milionesima volta come se non lo facessi da anni. Mi sento estremamente debole e sola, mi sento debole e sola contro il mondo. Credo di non essermi mai sentita in questo modo.
"Ci sono io qui, mamma. Sono qui con te" Mi sembra di sentire queste parole, e un secondo dopo percepisco per la prima volta la presenza del mio bambino dentro di me. Le mie labbra scoppiano in un piccolo sorriso e mentre abbraccio la piccola creaturina, piano piano costruisco il mio futuro. Mio e del mio piccolo gioiellino.

Piango💔
Scusate per quest'assenza ma sono stati dei giorni un po' incasinati.
Vi auguro una buona serata! Baci🎈♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now