Capitolo 41.

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Varco la soglia della camera di Federica immediatamente, affrettandomi a chiudere la porta alle nostre spalle. Una lieve sensazione di smarrimento pervade entrambi, ma penso che sia assolutamente normale. I nostri respiri sono irregolari, e per un attimo mi sembra di percepire che stiano seguendo lo stesso identico ritmo.
"Conosci quel ragazzo?" Le chiedo a bassa voce. Probabilmente mi considererà un vero e proprio idiota, ma rimanere in silenzio e far finta di nulla, non è mai stato nei miei obiettivi.
"Si, ci siamo conosciuti quando sono arrivata qui. Mi ha aiutata con i bagagli e tutto quanto" Risponde, sollevando le spalle. Io la guardo con attenzione. I suoi occhi sono sempre stati brillanti, pieni di vita, ma questa volta non possiedono questi piccoli particolari.
"Ah, davvero interessante..."
"Non essere geloso, non hai nessun motivo per esserlo" Mi avverte, sedendosi sul letto e dondolando i suoi piedi lentamente. Io la seguo, posizionandomi proprio al suo fianco. Siamo a qualche centimetro di distanza, per cui, stanco e sofferente di aver passato questi giorni infernali senza di lei, appoggio la mano sulla sua gamba, stringendola dolcemente.
"Mi dispiace che tu sia con altri ragazzi e non con me"
Il suo sguardo si poggia sulla mia mano, prima che incroci le nostre dita molto dolcemente. Il contatto mi fa rabbrividire e sentire la sensazione che mi provoca la sua pelle contro la mia, mi fa letteralmente impazzire.
"È soltanto un conoscente. Smettila di fare lo scemo"
Alle sue parole avverto un senso di sollievo, mentre le mie labbra si curvano in un piccolo e dolce sorriso.
"Rimarrai mia anche quando sarò in America?" Sussurro con un filo di voce.
"Immagino di si" Mi risponde, ridacchiando. Il mio umore sembra migliorare all'improvviso. Sentirle dire queste frasi è una delle cose più belle del mondo. Giuro.
"Mi dai un bacio?" Le domando, guardandola all'interno di quelle pozze castane, che tanto mi hanno fatto innamorare.
"Un bacio?" Solleva un sopracciglio, sospirando dolcemente a qualche centimetro dal mio viso.
"Si, un bacio" Ripeto. "Desidero soltanto salutarti per bene prima di andare via"
La sua mano si stacca dalla mia soltanto per poggiarsi proprio sulla mia nuca, spiengendomi dolcemente contro di lei. L'azione mi fa rabbrividire. Poggia le sue labbra sulle mie, stuzzicandole dolcemente. Si muovono con lentezza, risvegliando in me quelle sensazioni che avevo già archiviato da un po'. Mi regala un bacio delicato, semplice, dolce e sensibile. Proprio come lei.
"A che ora hai l'aereo?" Mi domanda, appoggiando la sua fronte contro la mia, non appena si stacca. I nostri sguardi si fondono in una maniera davvero pazzesca, davvero impossibile da spiegare.
"Alle otto e un quarto" Le accarezzo i capelli, cacciando via una ciocca che si è appena scostata dalla sua coda di cavallo. È così bella, Dio mio.
"Va bene"
Ha un'espressione angelica, quasi ingenua, che fa aumentare notevolmente la mia voglia di prenderla e farci l'amore fino a quando il sole non sorgerà. Calmo ogni mio spirito bollente e sospiro profondamente. Penso sia la cosa più giusta da fare.
Federica distoglie lo sguardo da me, poggiandolo su un punto indefinito proprio al mio fianco. È persa a fissare il vuoto, con un'espressione che non riesco a decifrare, nonostante io ci provi diverse volte.
"Sei triste?" Glielo chiedo a bassa voce, appoggiando due dita sotto il suo mento soltanto per obbligarla a guardarmi.
Nelle iridi ha una strana paura, che forse non ha mai avuto da quando la conosco. Non riesco a capire cosa diavolo sia.
Poi sposto lo sguardo sul suo corpo, sperando che possa darmi tutte le risposte di cui ho bisogno. Ha le spalle tese e poco rilassate, le mani incastrate fra di loro e le gambe un po' tremanti. Non sta bene. Posso vederlo.
"Si, sapere che tu vada via mi distrugge"
"Sei sicura che sia soltanto questo?" Le domando. Lei annuisce semplicemente, poggiando poi la sua fronte sulla mia spalla un po' contratta. "Non stai male fisicamente, vero? Ti sento strana... quasi più sensibile"
"Dio no, non sto male fisicamente. Ho il ciclo, tutto qui" Afferma, sollevando le spalle. Poi mi regala un sorriso, un piccolo sorriso di rassicurazione.
"Questa è davvero una brutta notizia. Non avrei fatto comunque niente, ma sapere di avere campo libero fra le tue gambe, sarebbe stato davvero eccezionale" Le sussurro con un pizzico di malizia. Chiaramente scherzo, non l'avrei toccata neanche con un dito. Non l'ho raggiunta qui per fare l'amore con lei o altro, avevo solo bisogno di vederla e di stringerla a me per un po'. Solo questo. Nient'altro.
"Sei un porco manipolatore!" Mi colpisce il braccio scherzosamente, facendomi scoppiare a ridere come un bambino. Prima che possa continuare con i suoi schiaffi continui, blocco le sue braccia con le mie, spingendole contro il suo bacino. Nel silenzio di questa stanza suonano i nostri respiri, mentre i nostri occhi si incrociano, formando un potente vortice che potrebbe davvero portarsi via di tutto, compresi i nostri pensieri sbagliati e le nostre dannate paure.
"Secondo te, smetteremo di amarci un giorno?" Sussurra improvvisamente, facendo crollare il mio cuore in tanti minuscoli pezzettini. La sua voce è così roca, che faccio quasi fatica a sentire ciò che dice.
"Perché questa domanda?" Continuo a guardarla negli occhi, sperando soltanto che almeno loro possano darmi le risposte che voglio e possano chiarire ogni mio dubbio. Non smetto di stringerla comunque, sperando che questo contatto fra i nostri corpi duri per ore.
"Non lo so... tu rispondimi"
"Io penso una cosa: se ami sul serio una persona, non smetterai mai di amarla. Neanche in un'altra vita. Ami lei e basta. Fine del discorso. E probabilmente, per noi è così. Non ci ameremo per sempre, nonostante tutto. Anche se un giorno tutto questo finirà, io sono sicuro che non amerò nessun'altra come amo te. Perché nessuna sarà mai come te. Nessuna."
"E se un giorno dovessimo lasciarci?" Un senso di ansia mi pervade all'istante. Questa conversazione è un colpo basso. Sul serio.
"Potrebbe succedere, ma noi cercheremo di non far accadere ciò. Dico bene?" Stringo le sue mani con delicatezza, sospirando subito dopo.
"Se farò delle cazzate mi perdonerai?" Non so di quale cazzate stia parlando, ma non voglio chiederglielo.
"Perché dovresti fare delle cazzate, scusa?"
Lei sospira, distogliendo lo sguardo dal mio, per poi rincontrarlo qualche secondo dopo.
"Non lo so... è una domanda. Ho solo bisogno di sapere che tu ci sarai. Tutto qui"
"Non c'è bisogno che tu mi chieda queste cose per saperlo. Sai benissimo che sarò sempre al tuo fianco" La rassicuro. Temo che lei abbia bisogno soltanto di essere rassicurata.
"Okay, adesso stringimi... ti prego" Si lagna, accollandosi contro il mio petto. Io la stringo a me dolcemente, facendo un profondo respiro per calmare ogni strano pensiero. Non capisco quale filo stia seguendo, ma penso che non sia il momento di pensarci.
"Ti stringo"
Lo faccio. La stringo forte a me come se non lo facessi da anni, riuscendo a farle scappare un sorriso. "Ricordati che l'amore è raro, Fede... e noi ne siamo la prova"
"Tu sei raro, Riccardo"
Le lascio una bacio fra i capelli, stringendo il suo corpo a me. La abbraccio con un'intensità davvero intensa, sperando soltanto che questo istante non finisca più. Ho bisogno esattamente di questo nella mia vita.
Restiamo in questa posizione per un po', forse qualche minuto, fin quando la sua voce dolce e bassa richiami la mia attenzione. "Rimani a dormire qui o hai da fare?"
La sua proposta mi entusiasma parecchio. Passare l'ultima notte a Roma in sua compagnia è proprio quello che voglio.
"No, assolutamente. Adesso mando un messaggio ad Edo e gli dico che domattina passa a prendermi da qui" Le dico, soffiando sulla sua fronte per poi lasciarle un piccolo bacio.
"Okay" Risponde. "Sono felice che tu rimanga. Ho bisogno di dormire con te" Ammette, facendomi sorridere. Le sue parole mi fanno gonfiare il cuore.
"Anche io, bambolina"

Buon pomeriggio a tutte❤🌹

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now