Capitolo 23.

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"Come sta andando con lo studio?" Mi domanda mia madre attraverso il telefono.
"Abbastanza bene devo dire... riesco perfettamente ad organizzarmi tutto e questa cosa mi rende davvero molto tranquilla" Rispondo io.
"Ne sono felicissima, tesoro" Esclama, e posso immaginarla sorridere. "È importante che tutto stia andando per il verso giusto"
Fortunatamente, cambiamo subito argomento e mi racconta sugli ultimi avvenimenti che sono accaduti a casa mia. Avverto un senso di nostalgia quando mi racconta che le mie cuginette sentono molto la mia mancanza e per un attimo, vorrei davvero volare per poterle raggiungere. Sono piccine, hanno entrambe sei anni e sono due gemelline; si chiamano Mia e Alessia. Io sono letteralmente pazza di loro e loro sono pazze di me. Il nostro è davvero un rapporto forte e bellissimo, che fa sorridere chiunque ci guardi.
Io e mia mamma parliamo a lungo al telefono, ma dopo qualche minuto è costretta ad interrompere la chiamata a causa del campanello. Scoppio a ridere quando mi avverte che ad aspettarla alla porta c'è il postino con diverse lettere e e bollette da consegnare. Mi saluta, promettendo di richiamarmi in serata. Sospiro con un sorriso sulle labbra, mettendomi ai fornelli per preparare una cioccolata calda. Sono le cinque del pomeriggio, ma ho un eccessivo bisogno di bere qualcosa di caldo e dolce in questo preciso istante.
Proprio nel momento in cui sto per versare il latte all'interno del contenitore di acciaio, Riccardo fa irruzione in cucina, un po' confuso e con una stanchezza immensa negli occhi.
"Ehi, hai finito di studiare?" Gli chiedo, guardandolo. Eh beh, ha davvero una brutta cera.
"Non proprio, ma ho bisogno di fare una pausa" Mi dice. Le sue parole sono seguite da un lungo sbuffo. È rimasto chiuso in camera per circa tre ore. Poco prima, era in cucina con me, ma ha ripetuto diverse volte di non riuscire a concentrarsi a causa della mia presenza. Lo rendevo instabile, per cui, sicura di ciò che stavo per fare, l'ho mandato in camera sua a calci nel sedere, contro le sue continue repliche.
"Sto preparando la cioccolata, ne vuoi una tazza?" Domando gentilmente. Mi risponde con un 'si, grazie', un attimo prima di avvicinarsi a me e appoggiare il suo fondoschiena contro il bancone della cucina. Riesco perfettamente a sentire il suo sguardo scivolarmi addosso dolcemente, ma cerco di ignorarlo, fallendo miseramente come una vera e propria scema.
"Parlavi con tua madre?" Sussurra. Mi viene da sorridere. Parla così piano come se mia mamma fosse ancora al telefono e di conseguenza potrebbe, in qualche modo, sentire la nostra conversazione.
"Si, mi stava raccontando tutto quello che è successo in questi ultimi quattro giorni"
"Non le hai ancora detto di avere un coinquilino maschio, vero?"
"No, e non credo avrò mai il coraggio di farlo" Gli dico, lievemente dispiaciuta da tutta questa situazione. Odio mentire a mia madre, ma sono certa che questa sia la cosa migliore. Almeno per ora.
"Beh, dovrai farlo prima o poi"
Probabilmente, se le dicessi di abitare con un ragazzo come Riccardo, volerebbe qui immediatamente per cercare un altro appartamento giusto per me. E io non voglio questo. Assolutamente.
"Lo so, ma non voglio parlarne adesso" Rispondo, un attimo prima di far scivolare la polverina di cacao all'interno del latte.
Riccardo solleva le braccia in segno di resa, prima di sospirare profondamente. Lui si rifugia in salotto, accendendo la televisione soltanto per canticchiare qualche canzone.
Mentre mi prendo qualche minuto per preparare la cioccolata, i miei pensieri si poggiano, come sempre, su me e lui. Il nostro rapporto si fa sempre più intenso e penso non ci sia cosa più bella. Dal nostro pranzo al Mcdonald sono passati sei giorni, e devo dire che non sono mai stata così felice. Siamo stati insieme praticamente sempre. Trovavamo sempre qualche ora per fare una passeggiata in centro, andare al parco, pranzare insieme, mangiare un gelato in piazza o guardare semplicemente un film sul divano. Non importava dove ci trovassimo, ma la cosa essenziale è che lui fosse con me. Fosse al mio fianco. Tutto qui. Il resto poteva anche andare al diavolo. Davvero.
Tra di noi, l'unica cosa che reganava era tanto affetto. Non facevamo altro che scambiarci diversi baci ed infinite carezze che hanno fatto gonfiare il mio cuore sempre di più. Abbiamo dormito insieme ogni notte, lasciando che i nostri corpi si stringessero intensamente e con rispetto.
Quando mi rendo conto di avere il suo sguardo addosso, ogni mio pensiero sembra svanire. Le sue intense pozze celesti mi perforano anche l'anima e lo odio per questo. Lo odio così tanto, maledizione!
"Smettila di guardarmi" Gli dico calma, mentre verso la cioccolata all'interno delle due tazze molto lentamente.
"Non posso, mi stai chiedendo una cosa davvero impossibile da fare" Risponde lui. Posso vederlo mordersi il il labbro e la cosa mi fa ridacchiare.
Alcune volte capita che lui abbia queste reazioni e ogni volta, tutto ciò che faccio, è scoppiare a ridere come una pazza.
Dopo aver lavato le mani, lo raggiungo in salotto, porgendogli la tazza con una mano. Avverto un brivido quando le nostre dita si sfiorano, ma provo a rimanere quanto più serena possibile.
"Ricaricati con questa cioccolata e vai a studiare. La settimana prossima hai l'esame" Beh, anche io ho l'esame. Ma questi sono dettagli.
"Grazie per avermelo ricordato" Mormora, alzando gli occhi al cielo, mentre un lieve velo di ansia pervade il suo sguardo.
"Di niente, Riccardo" Rispondo io, innocentemente, passandogli una mano fra i capelli. È un gesto che faccio spesso e so perfettamente quanto gli piaccia. Al mio tocco, i suoi occhi si chiudono, mentre getta la testa all'indietro dolcemente.
"Mmh, ti prego non smettere" Mugola, godendosi al cento per cento le mie dita che fanno magie fra le sue ciocche. Vederlo così in estasi a causa mia, mi fa sentire davvero immensa, e sapere di essere invece, uno dei motivi della sua quiete improvvisa, mi rende la ragazza più felice dell'intero pianeta.
Ecco, rimaniamo in questa posizione per alcuni secondi. Lui che assapora intensamente ogni sensazione e io che mi diverto come una bambina. Sorseggio la mia bevanda con molta calma e anche lui, e ad ogni sorso è un lungo sospiro. È davvero buona, e sta riuscendo perfettamente a rilassare ogni mio singolo muscolo. "Lo sai che sei bella anche quando sei assorta nei tuoi pensieri?"
La mia reazione è istantanea: tossisco rumorosamente, confondendomi all'istante e rovesciando una parte della cioccolata calda sulla mia maglia bianca.
"Cazzo"
Riccardo tenta di venire in mio soccorso, infatti afferra la mia tazza e si solleva, aiutandomi a seguirlo. Dio, sono un disastro.
"È stata colpa mia?" Mi domanda, stringendomi i fianchi. Non appena riprendo fiato, ho finalmente l'onore di guardarlo negli occhi.
"Si, non mi puoi dire determinate cose mentre mangio o bevo qualcosa"
"Mi dispiace, bambolina. La prossima volta starò più attento" Mi stuzzica con un sorriso. Io alzo gli occhi al cielo, stringendo le sue mani, ancora perfettamente appoggiate proprio sul mio bacino.
A separarci c'è davvero una distanza minima e basterebbe avvicinarmi di un centimetro per poter sfiorare le sue labbra morbide e gonfie, che mi richiamano ogni volta che tento di non guardarle. Sono la mia rovina. Sul serio.
Il suo pollice finisce sulla mia guancia, poi scende giù per il mento e si ferma proprio sulla bocca, precisamente sul labbro inferiore. Mi tortura la pelle dolcemente, sospirando intensamente forse con un pizzico di impazienza. Io socchiudo gli occhi, ma non appena li riapro, riesco a ricevere una lieve scossa che mi riporta alla realtà.
"Vado a mettere la maglietta in lavatrice... b-bisogna lavarla" La voce mi esce impastata e bassa, e vorrei uccidermi piano piano.
"Adesso?" Lui non molla la presa, anzi fa tutto il contrario. La mia è soltanto una scusa, e penso che lo capirebbe chiunque.
"A-adesso"
Lui annuisce, un attimo prima di guardarmi e lasciarmi andare. Mi stacco a malavoglia, prima di correre in bagno. I battiti del mio cuore sono terribilmente accelerati e proprio nel momento in cui chiudo la porta, vorrei letteralmente urlare senza fermarmi un istante.
Respiro profondamente, provando con tutta me stessa a calmarmi.
Quando sembra che il mio corpo si sia tranquillizzato, lascio scivolare la maglia lungo le braccia e la metto in lavatrice, aggiungendo altre cose chiare che trovo all'interno del cesto. Indosso soltanto il reggiseno e devo dire che un lieve brivido di freddo mi pervade la schiena piano piano.
Lo ignoro del tutto e chiudo l'oblò, ma la voce di Riccardo riesce perfettamente a bloccare ogni mia azione l'istante dopo.
"Fede, ho trovato delle mie magliette da lavare, puoi-" Entra in bagno senza preavviso e la prima cosa che faccio è appoggiare istintivamente entrambe le mani sul petto per coprirmi. Io sono girata verso la sua direzione, e in questo modo, i nostri occhi possono tranquillamente stuzzicarsi come se non ci fosse un domani.
Cerco di rimanere lucida, ma è davvero più difficile del previsto.
Lo guardo, bello come il sole, con diverse magliette fra le braccia, e lo sguardo lucido. Dio mio, sembra la cosa più bella che io abbia mai visto.
Per l'ennesima volta in questa giornata, prendo un profondo respiro, ma stavolta non funziona. Crollo come sabbia senza accorgermene e i suoi occhi ne sono la causa. La dannata causa.

Ecco il secondo capitolo della giornata! Spero vi piaccia. Preparatevi per il prossimo.😏🤪😈
Buona serata♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now