Capitolo 49.

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Quella specie di litigio con i miei genitori mi ha del tutto distrutta. Ma fortunatamente, a spezzare questo mio momento di pura depressione e nervosismo è proprio Riccardo, che con una semplice foto e un breve messaggio riesce teneramente a far nascere un sincero sorriso proprio sulle mie labbra.

'Mi manchi. Cosa fai? Potresti mandarmi una tua foto? Ho bisogno di vederti.'

Sorrido come una bambina, osservando l'immagine che mi ha appena inviato. Essa raffigura lui in tutta la sua stanchezza e bellezza. Ha i capelli tutt'altro che ordinati, gli occhi piccoli, stanchi e pieni di vita, e le guance un po' arrossate. È davvero indescrivibile.
Sospiro lievemente, pronta per scattarmi una foto e mandargliela. Inclino leggermente la testa, schiudo un po' le palpebre e sorrido debolmente, cercando di cacciare via quel velo di tristezza che ricopre il mio piccolo viso.
Prima di inviare la foto, la accompagno con qualche breve parolina, sorridendo come un'idiota.

'Eccomi qui. Ti mando un enorme bacio'

Il messaggio viene letto all'istante, e la cosa mi fa ridicchiare. È davvero veloce nel fare certe cose.
Sto alcuni secondi con lo sguardo fisso sullo schermo, sperando che possa ricevere una sua risposta al più presto.
Ma all'improvviso, il mio cellulare prende a squillare, riuscendo a farmi vibrare ogni singolo angolo del corpo. È lui.
Rispondo l'istante successivo, appoggiando l'aggeggio all'orecchio. Avverto un lieve brivido alla schiena, pensando di poter risentire di nuovo la sua voce che tanto amo.
"Fede?"
"Ehi, tutto bene?"
"Adesso va meglio. Avevo bisogno di vederti" Ammette. "In quella foto sei davvero bellissima" Continua poi, riuscendo a farmi imbarazzare, nonostante sia dall'altra parte del mondo. La cosa mi fa immediatamente sorridere.
"Anche tu sei tanto bello"
"Esausto, più che altro" Mi corregge con un sospiro. "In questi ultimi cinque giorni non faccio altro che studiare come un matto"
"È giusto che sia così, dottore" Lo stuzzico, ridendo. "Anche io sto facendo lo stesso da quando è iniziata l'università"
Una parte di questa frase è assolutamente vera, ma chiaramente non è a conoscenza della mia improvvisa partenza. E molto probabile non lo sarà mai.
"Stai studiando anche adesso?" Domanda a bassa voce.
"No, adesso no. Non mi va, onestamente. In questo momento ho solo voglia di parlare con te"
"Incredibilmente eccitante, bambolina"
Io scoppio in una fragorosa risata, facendo ridere anche lui. Il mio cuore si gonfia all'istante, battendo ad una velocità davvero intensa. Riesco a percepire le pulsazioni anche alle orecchie.
Essere distanti mi sta distruggendo, ma so per certo che non importa quanto sia grande la distanza tra di noi, ma è essenziale quanto sia immensa la vicinanza che comunque ci unisce. Nonostante tutto, lo porterò sempre con me, sempre al mio fianco, sempre ad un millimetro dal cuore. Anche dopo che tutto questo finirà. Lo giuro. "Stavo osservando per bene la foto che mi hai mandato... e ho notato un piccolo dettaglio che ha catturato all'istante i miei occhi curiosi..."
Io inarco lievemente un sopracciglio, non riuscendo a capire di quale dettaglio si tratti. Sospiro lievemente.
"Cioè?"
"Il tuo seno è incredibilmente aumentato di volume! È molto più gonfio, mmh, più irresistibile... quasi quasi mi vien voglia di stringerlo fra le mani in una maniera tutt'altro che delicata"
La sua affermazione mi fa mancare la terra sotto ai piedi. Letteralmente.
Chiaramente è gonfio perché aspetto un bambino, e tutti sappiamo che l'aumento del seno è uno dei tanti cambiamenti che subisce il corpo di una donna in questo particolare periodo della propria vita.
Non so cosa rispondere o come gestire questo strano momento, per cui mi limito a pressare le labbra in una linea sottilissima e rimanere in silenzio. "Come mai non è successo quando ero a Roma con te? Maledizione!"
"Penso che la causa siano sia il cortisone per l'allergia, che l'arrivo del ciclo. Ho praticamente dolori ovunque" Sospiro. Questa è la prima scusa che mi è saltata in mente, e devo dire che ringrazio il cielo, per avermi regalato quel pizzico di forza per poterlo fare. Non sono mai stata un granché a mentire, ma devo ammettere che questa volta me la sono cavata alla grande. Fortunatamente, aggiungerei.
"Avresti bisogno di un massaggio intenso e delicato del tuo uomo" Risponde, stuzzicandomi. Nella sua voce riesco a percepire tanta dolcezza, ma anche un pizzico di quella malizia che l'ha sempre caratterizzato.
"Molto probabile"
Lui ridacchia leggermente, facendo ridere anche me. Adoro queste conversazioni. Non hanno mai un fondo lineare, ma sono comunque terribilmente sincere e divertenti.
Ad interrompere questo nostro momento, sono i passi di mia madre e mio padre che avanzano verso camera mia, e a seguirli, un lieve bussare alla porta. Mi irrigidisco all'istante, non sapendo cosa dannazione fare. "Riccardo, ti richiamo più tardi. Mi sta chiamando mia madre al telefono... non ci sentiamo da ieri e devo rispondere"
"Certo, a più tardi. Baci baci"
"Ti amo" Rispondo con queste due semplici paroline, pensando che non esista niente di più bello e vero. Lo sento sorridere all'istante, prima che io attacchi la chiamata, provando a rimanere quanto più serena possibile.
Mi sollevo dal letto lentamente, avanzando verso la porta per poter girare la chiave e aprirla. La figura dei miei genitori mi riempie lo sguardo, e per un istante, mi sembra di morire. Ho realmente paura di tutto. Dopo la nostra discussione in salotto potrei davvero aspettarmi qualsiasi cosa.
"Cosa c'è?" Chiedo. Essere nervosa non fa bene né a me e neanche al mio bambino, per cui cerco di calmare ogni mio animo fragile e irregolare. Penso che sia la cosa più giusta da fare.
"Possiamo parlarti un attimo?" La voce di mia madre è bassa, roca e a tratti anche un po' triste. Osservo i suoi occhi, notando quanto sia immensa quella preoccupazione che li riempie.
Abbasso lo sguardo verso il pavimento e sospiro dolcemente, scostandomi soltanto per farli entrare.
Loro varcano la soglia della stanza con una lentezza davvero esasperante, per poi posizionarsi proprio a qualche metro da me. "Volevamo scusarci per tutto ciò che ti abbiamo detto. Hai ragione... la vita è tua, ed è giusto che sia tu a prendere ogni singola decisione"
"Okay" Riesco a mormorare soltanto questo, mentre percepisco una lieve sensazione di tranquillità pervadermi l'anima molto lentamente.
"Ti aiuteremo e saremo al tuo fianco per sempre. È giusto che sia così, Fede! Dannazione, siamo i tuoi genitori e giuro che non ti lasceremo da sola in un momento così particolare ed intenso della tua vita" A pronunciare queste parole è mio padre, e la cosa mi fa immediatamente esplodere il cuore di gioia. "Sarai da sola contro tutti, ma ti promettiamo che noi non andremo via. Mai e poi mai"
Le lacrime minacciano di uscire, e nonostante io provi più volte a rimandarle indietro, non riesco. Due di esse lasciano i miei occhi per scorrere lungo le mie guance pallide e screpolate, mandando la mia anima in frantumi. La loro presenza è essenziale per me. La presenza dei genitori è essenziale per i figli, soprattutto in un momento del genere. E così sarà per sempre.
"Vi ringrazio" Bisbiglio con voce rotta e tremante. Ciò che accade dopo è un susseguirsi di azioni che provengono dal profondo del nostro cuore: mi tuffo fra le loro braccia come se fossi una bambina, trovando tutto il conforto, la rassicurazione e l'amore che stavo cercando.
Le loro potenti braccia mi stringono e mi sostengono. Non stringono e sostengono solo me, ma anche mio figlio, e lo fanno nella maniera più dolce e sincera che solo i genitori possiedono. Mi sento al sicuro, forse per la prima volta dopo circa due settimane di puro inferno.
"Ti vogliamo bene, bambina nostra" Sussurra mia madre, lasciandomi un bacio fra i capelli, proprio come faceva quando ero piccina.
"Anche io vi voglio bene" Borbotto contro la loro pelle profumata e morbida. "Tanto tanto bene"
Mia madre scioglie questo abbraccio lentamente, appoggiando poi entrambe le mani sulle mie guance bagnate dalle lacrime. I suoi occhi castani brillano, e posso immediatamente percepire quanto sia alta l'emozione che riempie la sua anima in questo momento.
Poi poggio lo sguardo verso mio padre e quando vedo il suo labbro inferiore tremare, mi scappa un piccolo sorriso. Un piccolo sorriso che profuma di sincerità.
"Dobbiamo fare un'ecografia, Fede. Bisogna accertarsi che tutto stia andando per il verso giusto"
"Già fatta. Sono di cinque settimane più o meno, e mio figlio misura circa sei millimetri, mamma" Sono sul punto di continuare il mio pianto improvviso. Parlare della creatura che porto dentro di me a mia madre, è una delle sensazioni più belle che la vita possa regalarmi. "Nascerà a fine Aprile o inizio Maggio"
Sento i loro cuori scoppiare improvvisamente, mentre un'espressione estremamente sorpresa ed emozionata riempie i loro visi. I miei genitori saranno nonni e io sarò mamma. Sarò mamma di un piccolo pargoletto che cambierà del tutto la mia vita.
"Oddio mio... fatico a crederci" Mia madre diventa fragile all'improvviso, e ne ho la certezza quando una piccola lacrima le riga lo zigomo molto lentamente.
Mio padre mi tira in un altro abbraccio e mentre mia madre cerca di riprendersi, aggiungo anche lei alla stretta, stringendo i suoi fianchi con il mio braccio. Le loro mani si appoggiano sul mio ventre, accarezzando il loro nipotino attraverso la mia pelle.
Ho tutto. Ho loro e questo mi basta. Vorrei che non me ci fosse anche Riccardo, in modo da condividere questo momento tutti insieme, ma purtroppo non si può. Non si può assolutamente.
Ma so per certo che lui sarà comunque con me. Lui è con me anche adesso, anche se non è a conoscenza di niente.

Buonanotte💔

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now