Capitolo 16.

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Dopo aver riso come due matti e aver osservato con precisione ogni cosa che caratterizzava il posto in cui abbiamo passeggiato per ore, cambiamo completamente meta: il Colosseo.
Non appena ho espresso il desiderio di volerlo rivedere, Riccardo lo ha immediatamente realizzato. Conosce Roma meglio di sé stesso, e mentre lo vedo orientarsi senza nessun problema, mi viene da sorridere. Un giorno spero anch'io di poter essere così.
Camminiamo per un po', stretti sempre in quell'abbraccio che mi regala solo tanto calore. L'aria fresca di Roma ci sfrega sulla pelle molto delicatamente, le luci attorno a noi illuminano i nostri corpi e l'atmosfera calda che riempie la capitale, inizia a diventare sempre più intensa. In un certo senso è come se mi sentissi a casa. Alterno lo sguardo da Riccardo al cielo diverse volte, focalizzando e trovando un dettaglio nuovo ogni volta. Ogni tanto anche lui mi guarda e quando lo becco, distoglie lo sguardo velocemente, mentre un leggero rossore si fa spazio sulle sue guance molto lentamente. È davvero una scena tenerissima.
Però, nel preciso momento in cui arriviamo di fronte al Colosseo, i nostri occhi sono solo per la grande struttura. Sembra davvero immenso e posso assolutamente notare quanto sia alta la bellezza che possiede. Di sera è ancora più bello. Diverse luci arancioni e gialle lo contornano, illuminando ogni singola parte; esse risaltano in maniera delicata e perfetta ogni angolazione della struttura. Roma è davvero bellissima e nasconde delle meraviglie che a prima vista sembrano davvero irreali. Penso che in questo posto lascerò un pezzo del mio cuore. Ciò che i miei occhi vedono è davvero pazzesco. Prima Piazza di Spagna, poi il Colosseo, e di fronte a tutto questo non posso non ammettere di essermi innamorata di entrambe le cose con la stessa identica intensità. Quelle piccole imperfezioni che possiedono a causa del tempo, diventano delle bellezze da osservare con attenzione.
"Lo sai che di fronte al Colosseo sei ancora più bella?" La voce di Riccardo suona proprio al mio fianco, riuscendo perfettamente a farmi distogliere lo sguardo dall'enorme struttura che fisso già da qualche minuto.
Le parole che ha appena pronunciato hanno una sincerità di fondo, ma non credo di aver capito bene ciò che ha appena detto.
"Cosa?" Lo guardo attentamente, incontrando i suoi occhi piccoli e dolci, che... Dio mio, sono davvero impossibili da descrivere.
"Devo sul serio ripeterlo?" Si sposta leggermente soltanto per guardarmi meglio, riuscendo a far guizzare il mio cuore alla gola.
"Si"
"Sei ancora più bella di fronte al Colosseo, Federica" Lo ripete con la stessa intensità di qualche secondo fa, riuscendo a darmi la conferma di ogni mio possibile dubbio che mi ronzava in testa l'istante prima.
Riesce a farmi imbarazzare immediatamente, regalandomi un'immensa quantità di calore in ogni centimetro del viso. Il rossore sale su per il collo, per la mandibola, per poi fermarsi proprio sulle guance. Mi manca l'aria. Faccio fatica a respirare e a rimanere in equilibrio, mentre ogni sillaba risuona dentro di me, prima piano e poi velocemente, come se fosse una dannata registrazione da ascoltare un milione di volte.
"Non dire sciocchezze... piantala"
Riesco a trovare la forza di parlare soltanto dopo qualche minuto di assoluto silenzio. Gli unici rumori che riesco a percepire sono quelli del mio cuore, dei dolci respiri di Riccardo e delle diverse automobili che riempiono le strade di Roma. Un bel mix, no?
"Non sono sciocchezze, scema. Lo penso davvero" Il nomignolo che mi ha appena assegnato mi fa immediatamente scoppiare in un sorriso. Penso che il termine 'scema' detto in questa circostanza e con questo tono, sia la cosa più bella, tenera e naturale del mondo intero.
"Non farmi imbarazzare, ti prego" Esclamo piagnucolando, poggiando il viso contro la sua spalla per trovare un piccolo nascondiglio, mentre gli regalo un lieve schiaffetto proprio sul braccio.
"Troppo tardi, bambolina" Le sue mani sgattaiolano sul mio bacino senza nessun problema, mentre scostano la felpa soltanto per accentuare queste delicate carezze. Anche se a separarci c'è ancora il tessuto della leggera maglietta, riesco comunque a percepire la strana sensazione che mi provoca la sua pelle a stretto contatto con la mia.
Non so se tutto ciò che ha appena varcato le nostre vite sia giusto... beh, probabilmente non lo è. Dio, certo che non lo è. Siamo stretti in un abbraccio proprio di fronte il Colosseo, le sue labbra sono fra i miei capelli, mentre le mie sono appoggiate nell'incavo del mio collo, lui mi riempie di complimenti, regalandomi dei soprannomi tenerissimi che fanno letteralmente esplodere il mio cuore, e i nostri corpi sono così incastrati, che sembrano formarne uno soltanto. È tutto così poco lineare, ma penso che non esista una cosa più vera. Almeno per me.
"Non mi piacciono tutti questi nomignoli" Gli dico. La mia voce suona come se fosse un lamento, mentre sollevo la testa per guardarlo negli occhi. La sua reazione è una risata.
"A me si"
"E a me no"
Mentre continuiamo a stuzzicarci come due bambini, non smette di stringermi neanche per un nanosecondo. Mi guarda con un'intensità davvero immensurabile, riuscendo perfettamente a farmi sfiorare il cielo con un dito.
Con le punte delle dita scosta via una ciocca dei miei capelli che mi ricade sul viso, provocandomi la pelle d'oca all'istante. Un intenso brivido mi percorre la spina dorsale in tutta la sua lunghezza, facendomi chiudere le palpebre molto lentamente.
Un gesto del genere è davvero intimo. Non mi aspettavo che lo facesse.
Siamo così vicini che riesco perfettamente a sentire il suo respiro soffiarmi proprio sulla punta del naso e sulla guancia. Le nostre iridi sono incastrate come due pezzi di puzzle, rendendoci uniti al cento per cento.
Ad occhio e croce ci separano tre o quattro centimetri, e posso perfettamente percepire quanto sia alta la tensione che lo riempie in questo istante. Le sue labbra tremano dolcemente, e vorrei soltanto appoggiare le mie dita su di esse per bloccare ogni loro possibile movimento. "Sarà l'atmosfera o non so, ma ho una gran voglia di baciarti, maledizione..."
Sono costretta a prendere un po' d'aria dopo queste parole. Vuole baciarmi... di nuovo.
"Non facciamo cazzate"
Gli accarezzo i capelli con le dita, tentando di farlo rilassare un attimo. Non so se quello che ha appena detto lo pensa davvero, ma credo di si... i suoi occhi parlano.
Scambiarci un bacio adesso sarebbe sbagliato, e penso proprio che continuare ad alimentare questo rapporto ancora per un po' sia la cosa giusta. Per entrambi. Fra qualche mese si vedrà, giusto?
"So che ci conosciamo da pochissime settimane, ma non puoi negare quanto sia intenso il nostro rapporto e alta l'attrazione che ci lega" Sussurra, mentre fa scivolare l'indice proprio lungo il mio collo. "Non puoi negarlo, Federica"
"Non lo sto facendo" Mi difendo immediatamente, appoggiando le mani contro il suo petto per sostenermi. Il mio equilibrio sta pian piano diminuendo. "Ma aspettare ci farà bene. Ne sono certa"
"Cosa dobbiamo aspettare? Che impazzisca del tutto e ti sbatta sul letto come se non ci fosse un domani?" Chiede, con un pizzico di malizia.
Le sue parole mi provocano un vuoto alla pancia. Un vuoto alla pancia piacevole.
"No, aspettiamo che questo legame diventi più intenso"
"Intenso quanto?" Le sue labbra si curavano in un sorriso curioso, che mi fa immediatamente alzare gli occhi al cielo.
"Intenso, Riccardo. Conosciamoci meglio. Le cose frettolose sono sbagliate... prima di scambiarsi un bacio, una carezza più intensa, o qualsiasi altra cosa, avere un rapporto di fondo è davvero essenziale"
Cosa c'è di più bello di questo? Probabilmente sarò antica, ma ho già sbagliato una volta con lui, e non voglio rifare lo stesso errore.
"Dovresti soltanto chiudere gli occhi e lasciarmi fare" Insiste. "Ho davvero bisogno di baciarti... e non voglio aspettare un altro secondo. Ho già aspettato abbastanza, non credi?"
"Non è mai abbastanza" Affermo, sicura. Lui sospira rumorosamente, passandosi una mano fra i capelli. Io lo guardo da un'altra angolazione. "Perché sei rimasto in silenzio per ben due settimane?" Gli chiedo qualche secondo dopo. Questa domanda mi perfora la testa da giorni.
"Perché avevo bisogno di capire un attimo cosa mi stava succendendo. Quando ti ho conosciuta mi hai stuzzicato all'istante, e poco dopo ti ho subito baciata... se non mi avessi fermato, probabilmente ti avrei portata a letto senza nessun problema. Ho pensato a lungo, e mi sono reso conto che potrebbe davvero esserci qualcosa di intenso fra noi due; che sia attrazione fisica, mentale, o qualcosa del genere"
"Siamo troppo diversi per poter stare insieme, Riccardo. In tutti i sensi"
Faccio più fatica del previsto ad analizzare bene tutto ciò che mi sta dicendo, probabilmente impiegherò giorni.
"Il tempo è padrone... per adesso devi solo lasciarti andare" Incrocia le nostre dita lentamente, appoggiandole poi sul mio fianco.
"Non ti darò un bacio adesso." Gli dico, chiarendo la situazione.
"Non rendermi le cose difficili, Federica. Stai giocando con il fuoco"
"Allora vuol dire che mi scotterò" Faccio spallucce, e mi allontano lentamente, non smettendo però, di stringere la sua mano. Lui mi guarda attentamente. "Dammi tempo. Facciamo le cose con calma"
"La calma non è mai stato il mio forte"
"Beh, lo diventerà" Lo stuzzico. Lui sospira. "Adesso andiamo a mangiare... ho davvero troppa fame"
Dalle sue labbra scappa uno sbuffo, che mi fa immediatamente ridere. Lo spingo verso di me, lasciando poi un bacio sulla sua guancia.
"Okay, andiamo"

Ecco il secondo capitolo della giornata! Spero vi piaccia♥️
Vi auguro una buonanotte♥️
Vi voglio bene.👑
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now