Capitolo 43.

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La mattina successiva vengo svegliata improvvisamente da un senso di nausea davvero assurdo, e devo dire che faccio fatica anche a respirare. Spero di non vomitare, non potrei sopportarlo. Non di nuovo.
Per cui, mi sollevo dolcemente dal letto, facendo dei profondi respiri per poter bloccare questo brutta sensazione. Quando ci riesco, mi lascio sfuggire un lieve sospiro di sollievo.
Il letto è completamente vuoto e devo dire che questo piccolo dettaglio è davvero frustrante. Riccardo è già andato via, lasciando dentro di me, un vuoto immensamente incolmabile. Mi manca di già.
Penso che andare via in questo modo così fuggitivo, sia stata la cosa giusta per entrambi. Vederlo partire sarebbe stato un colpo basso, su tutti i punti di vista.
Non sarà semplice convivere con la sua mancanza, ma sono certa che ce la faremo. Lui sarà in America, io sarò qui. Saremo lontani, ma costantemente vicini. Non importa cosa succederà fra qualche mese, quando tutto sarà finito, ma sono sicura che vivrò con la consapevolezza di non aver mai vissuto un amore come quello che ha legato me e Riccardo.
Elimino ogni dannato pensiero dalla mente, prima di girare il capo e notare l'orario sul mio cellulare. Sono quasi le nove, ma la mia voglia di dormire è praticamente pari a zero. Ho un immenso bisogno di alzarmi e allontanarmi da tutto questo.
Il mio sguardo cattura all'istante un piccolo foglietto bianco appoggiato proprio fra le lenzuola lievemente confuse. È opera di Riccardo. Sicuro.
Lo afferro con le punte delle dita, leggendolo con una lentezza che mi fa quasi esplodere il cuore.

'Ciao, bambolina...
Quando ti sveglierai io sarò già sull'aereo, ma ti giuro che ti chiamerò non appena arriverò. Dormire con te per l'ultima volta è stata una delle cose più belle dell'ultimo mese. Te lo giuro.
Pensami sempre... ad ogni ora, ad ogni minuto e ogni secondo della tua giornata. Scrivimi se sentirai la mia mancanza e guarda il cielo quando ti sentirai da sola. Mi raccomando con l'università, non studiare molto e non stancarti.
Ti aspetto fra qualche mese a Miami, così possiamo rivederci e stare insieme per un po'.
Se ti manco, non piangere. Non potrei sopportarlo. Ricordati soltanto che ti amo, ti amo davvero da impazzire. Più di tutto, più di tutti.
A presto.
Il tuo Riccardo'

Ogni singola parola mi pizzica l'anima come se fosse un coltello, e senza che possa rendermene conto, una lacrima riga la mia guancia con una delicatezza e lentezza incredibile. Sento il mio cuore restringersi piano piano, e vorrei sul serio cercare di eliminare ogni emozione negativa che inizia a riempirlo. Nelle mie condizioni attuali, ho solo bisogno di tanta pace e serenità, eppure non è poi così semplice, maledizione! Non è mai così semplice.
Mi asciugo le lacrime con le punte delle dita, tirando su col naso per cercare in tutti i modi di rilassarmi un attimo. Istintivamente, le mie mani finiscono sul mio ventre con l'obiettivo di proteggere e calmare il bimbo che si trova dentro di me.
"Mamma non piange più... te lo prometto" Lo rassicuro a bassa voce. "Ma mi manca papà, e so che ti manca tanto anche a te"
È chiaro che sia così. In una circostanza del genere, avere al proprio fianco una figura maschile sarebbe davvero l'ideale, eppure non è proprio ciò che è successo a me. Ma chiaramente mi prendo tutte le colpe, è stata una mia scelta.
Lascio scivolare il mio corpo all'indietro, stringendo contro il cuore il bigliettino che mi ha lasciato Riccardo. In questo momento è l'unica cosa che possiedo di lui, a parte qualche sua maglia e il bimbo che porto in grembo, chiaramente. Anzi, spero assomigli a lui. Se così fosse, ne sarei davvero felicissima.
Mezz'ora più tardi, mentre curioso sui social, mi arriva un messaggio di Edoardo.

'Ehi Fede, ho visto che sei già sveglia... Posso passare a trovarti adesso o sei impegnata? Ho accompagnato Riccardo all'aeroporto e sono tornato a casa da quasi un'ora'

Mi prendo qualche secondo per rispondere, valutando per bene cosa fare. Non sarebbe male parlare con qualcuno, dico bene? Magari non devo per forza dirgli ogni cosa, ma spiegare in linea generale cosa provo non è poi una cattiva idea. Temo di averne bisogno. Sul serio.
Digito nervosamente la risposta sullo schermo, sospirando dolcemente e con calma.

'Si, puoi venire. Ti aspetto'

Alla fine della frase aggiungo un bacino, come se lo stessi ringraziando per la sua presenza. Avere qualcuno con cui parlare è tutt'altra cosa. Sul serio.

'Tra mezz'ora sono da te'

E succede esattamente così, trenta minuti dopo, Edoardo bussa alla mia porta. È accompagnato da Lorenzo, che mi sorride non appena incrocia il mio sguardo. Fortunatamente, ho avuto il tempo necessario per cambiarmi e mangiare qualcosa per colazione. Ad essere sincera, non avrei voluto farlo, ma temo che la creaturina dentro di me, abbia bisogno esattamente di questo.
"Ciao, stella! Come va?" Esclama non appena apro la porta per farlo entrare. Mi lascia un bacio sulla guancia, superandomi per raggiungere il centro della camera.
"Benino dai"
"È carino qui... mi piace questo posto"
"Già, ma devo iniziare a cercare un appartamento. Non posso vivere qui per l'eternità"
"Ti aiuto io, ci mettiamo all'opera già da pomeriggio" Si offre con un sorriso, poi continua "Ma fin quando non ti troviamo in appartamento, puoi sempre venire da me. Non puoi stare qui e spendere tutti i tuoi soldi. Il mio appartamento è grande e penso che ci sia abbastanza spazio per la ragazza più rompipalle dell'universo" I suoi occhi si incrociano ai miei, mentre mi scappa una lieve risata all'istante. Il mio umore sembra notevolmente migliorare, e il merito è soltanto suo. Ridere un pochino mi farà sicuramente bene.
"Non voglio darti nessun disturbo. Grazie lo stesso"
"Ma quale disturbo? Mi fa piacere averti fra i piedi... Riccardo ne sarà sicuramente felicissimo"
Io inarco un sopracciglio, non smettendo di sorridere neanche per un secondo.
"Ti ha raccomandato di tenermi sotto controllo, immagino..." Sospiro, spostando lo sguardo verso il soffitto.
"Un milione di volte circa... per l'intero viaggio non ha fatto altro che parlare di te"
L'amore mio. Ha parlato di me. Sono sempre nei suoi pensieri e sarà così per l'eternità. "Quindi? Accetti la mia proposta? Ho una stanza vuota che aspetta soltanto di essere vissuta da una come te"
"Non sarò un peso, vero? Ne sei sicuro?" Sussurro a bassa voce, guardandolo. Lui scuote la testa diverse volte, accarezzandomi la guancia con le punte delle dita. Il secondo dopo mi stringe in un abbraccio. Un abbraccio che profuma di affetto, amicizia e fiducia. Avere qualcuno come lui al mio fianco è davvero una cosa magica. Ne ho bisogno.
"Spero che tu e Riccardo ce la farete a rimanere insieme. Non potrei sopportare di vedervi tristi" Le sue parole scompongono il mio cuore all'improvviso.
"Lo spero anche io. Anche se sarà davvero difficile" Affermo. Dalle sue labbra scappa un lieve sbuffo. Sono certa che non andrà bene un bel niente.
"Non dire così. Ce la farete"
Appoggio la testa sulla sua spalla di nuovo, ricevendo quel pizzico di forza che mi serve.
Avere qualcuno come lui al mio fianco è davvero una cosa magica. Ne ho bisogno. Quando l'ho conosciuto, non pensavo che la nostra amicizia potesse diventare così intensa, così bella.
Rimaniamo per alcuni secondi in questa posizione, fin quando quella maledetta nausea inizia a farsi viva di nuovo, costringendo il mio corpo a staccarsi dal suo. Appoggio una mano sulle labbra lentamente, sentendo il suo sguardo addosso. È confuso, posso notarlo.
"Cosa diavolo hai? Ti senti male?" Borbotta, sollevando dolcemente le spalle.
Non riesco a costruire una frase di senso compiuto a causa di un infinito tremolio che mi pervade ogni singolo centimetro del corpo molto lentamente e vorrei sul serio chiudere gli occhi con la speranza di stare meglio. Per la seconda volta in due giorni, rivivo le stesse sensazioni con la stessa identica intensità.
I miei occhi vengono illuminati da uno strato di lacrime, facendomi spezzare quasi il respiro.
Lo supero velocemente e corro verso il bagno, vomitando tutto ciò che avevo mangiato per colazione. Edoardo corre verso di me, cercando di aiutarmi. Non può fare granché, ma prova a rendersi utile, appoggiando una mano sulla mia nuca e stringendo i miei capelli all'indietro. "Per quale cazzo di motivo stai così? Può essere l'ansia?"
Io lo guardo dopo qualche secondo, sollevandomi soltanto per sciacquarmi il viso. Poi appoggio entrambe le mani sul mio ventre, guardando il migliore amico del mio ragazzo, lievemente instabile a causa di tutto ciò che è appena accaduto.
Lui mi guarda, schiudendo lievemente le labbra, un po' sospreso. Ha capito tutto, posso notarlo dal suo sguardo. "Oh porca puttana, non è possibile" Conduce le mani sulla sua bocca, non riuscendo a credere a tutto ciò che ha di fronte. "Tu sei incinta"
Alle sue parole, abbasso lo sguardo, non sapendo come affrontare questo strano momento.

Ci risentiamo domani con un altro aggiornamento.
Buonanotte a tutte❤🌹

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now