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Avevo perso l'occasione di una vita quel sabato. Vedere Taehyung sotto di me faceva un effetto totalmente diverso, così strano che neanche ci avevo mai pensato.

La domenica passò con più o meno tranquillità, la mia mente era inebriata dalla persona che era Taehyung e non volevo pensare a nient'altro se non a lui. Non mi accorsi neanche della tv che parlava in sottofondo mentre io ero impegnato a prepararmi dei noodles, dove passò la foto di un anziano che conoscevo bene ma che in quel momento —dato che chiacchieravo al telefono con Namjoon— neanche guardai.

«È la voce di Seokjin?» Domandai mentre con una certa destrezza mi versavo i noodles in una ciotola rotonda, per poco del brodo non cadde sul telefono messo in viva voce.

«Sì —rispose subito— te lo devo passare?»

«Oh no, tranquillo —posai il pentolino nel lavandino, poi ripresi il telefono in mano— avete già procreato?»

Molto probabilmente stava mangiando anche lui, perché lo sentii tossire più del dovuto. Ridacchiai e mi sedetti sul divano con i miei adorati noodles  al pollo attendendo una sua risposta —positiva, ovviamente.

«Ti odio tantissimo, Jungkook.»

«È  un si??» 

«No, è un fatti i cazzi tuoi —potevo immaginare il suo viso rosso dalla vergogna— ora riattacco, ci vediamo domani a scuola.»

Così rimasi di nuovo da solo, non che la solitudine mi dispiacesse così tanto, ma non avevo nulla da fare, se non mangiare. Certo, avrei potuto fare qualche compito per la mattina dopo, giusto per non essere bocciato, ma le mie forze fisiche e mentali erano pari a zero.

Presi il telecomando del televisore e cambiai canale. «Che palle questi telegiornali» biascicai, facendo dello zapping veloce che non mi permise neanche  di capire bene cosa stessero trasmettendo i vari canali. Finita la cena, mi arresi e spensi quel maledetto schermo piatto e lasciai persino la ciotola in salotto —mia madre al suo rientro mi avrebbe ucciso— e andai nella mia stanza per schiaffarmi sul letto.

Fissare il soffitto era la cosa che mi intratteneva di più.  Però, dopo qualche minuto, divenne angosciante per tutti i pensieri che avevo per la testa: all'inizio erano solo i più belli, ma successivamente i maligni traditori li sorpassarono creando intorno a me un'aurea piena di negatività.

Guardai l'orologio, erano solo le dieci. Potevo andare a dormire così presto? D'un tratto sentii a porta di ingresso spalancarsi e come il più reattivo dei cagnolini scesi subito dal letto per andare a vedere chi fosse.

«Junghyun?» ... e la sua ragazza.

«Oh, fratellino. Non credevo fossi sveglio.» Disse togliendosi la giacca e sistemando la valigia all'ingresso. La sua ragazza, Lisa, mi salutò con un abbraccio caloroso e mi scompigliò i capelli.

«Non hai un esame all'università domani?» Chiesi a mio fratello mentre andava a riempirsi un bicchiere d'acqua. Lui e lisa, a quanto la mia memoria non possa ingannarmi, si erano conosciuti proprio all'università, tre anni prima. Io la conobbi —così come i miei genitori— solo dopo un anno della loro relazione, e mi sconvolsi che lei fosse una ragazza talmente carina.

«In realtà l'avevo venerdì ma non sono passato —spiegò velocemente— ci riprovo il mese prossimo.»

«Kookie, hai mangiato?» Mi chiese allora Lisa, io annuii sorridendole e poi dissi che stavo per andare a dormire. Sicuramente dovevano scopare e non avevo voglia di stare tra le palle.

«Tu mi devi raccontare un po' di cose, comunque!»

Guardai Junghyun confuso per quella affermazione, «cosa?»

house of cards。vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora