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Fear — Current Joys .
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Sia io che Taehyung passammo la notte a casa di Seokjin. Chiudendo gli occhi nel buio della stanza mi sembrava che quello accaduto nelle ore precedenti era tutto un sogno e ci fu un momento in cui non seppi più distinguere la realtà dalla fantasia. Alle quattro del mattino mi svegliai nel panico con l'immagine di Taehyung ferito e sospirai persino quando lo vidi accanto a me; ma poi, quando distinguevo le cose che mi circondavano e dalla maglia di Taehyung sbucava una fasciatura, tornavo nel mondo in cui ero nato come se mi ci avessero buttato senza paracadute.

Tormentato da quei pensieri mi tolsi le coperte di dosso alle cinque e mezza del mattino e mi diressi verso il bagno per sciacquarmi il viso con dell'acqua gelata che mi fece sentire meglio ed infine in cucina dove avevo intenzione di prepararmi un caffè.

«Hyung, sei già sveglio —constatai ad alta voce notando Seokjin con una tazza di te in mano e lo sguardo perso in qualcosa— non riesci a dormire?»

«Già. Anche tu, a quanto pare.»

Annuii e mi avvicinai a lui sedendomi sulla sedia in plastica. Posò la sua tazza e intuì subito il mio bisogno in qualche modo e mi versò del caffè in un'altra. Lo ringraziai con un sorriso e bevvi quel liquido caldo per tentare di far passare quel sonno.

«Taehyung come sta?»

«Si lamentava nel sonno qualche volta ma ha smesso verso le tre.»

Prese posto accanto a me e rimanemmo in silenzio per qualche istante, nessuno di noi due era ancora lucido sull'accaduto e non potevamo crederci.

«Avrebbe dovuto essere una cosa tranquilla. —disse lui sospirando piano— Non avrei dovuto permetterglielo, cazzo. Sono il più grande —proseguì— eppure ascolto ancora i suoi capricci.»

Mi morsi il labbro mentre lo guardavo con occhi tristi. «Non è colpa tua, hyung. Se non mi intromettevo molto probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto.»

Il suo telefono —che si trovava sul tavolo— si illuminò per una chiamata da sua madre che lui ignorò. La mia intenzione non era di spiare ma il telefono rimase acceso sul registro delle chiamate e notai come accanto al nome ‹Namjoon› era presente un numero infinito di chiamate senza risposta.

Guardai Seokjin che finì il suo tè per poi alzarsi e posare la tazza ancora calda nel lavandino.

«Hyung —attirai la sua attenzione— con Nam? Tutto bene?»

Lui mi guardò per un secondo ma poi spostò lo sguardo su qualcos altro che non seppi definire. «Mh.»

Confuso da quella risposta che in realtà non era affatto una risposta, mossi la sedia dove era precedentemente seduto Jin e gli feci segno di sedersi, lo fece dopo qualche momento di riflessione.

«Come tu ci sei sempre per me, io ci sono sempre per te —dissi posando i gomiti sul tavolo— è successo qualcosa fa voi due?»

«Grazie —mormorò sorridendo appena, poi continuò— sento che qualcosa è cambiato. È quasi una settimana che non ci vediamo se non per il lavoro, non risponde alle mie chiamate, e come hai potuto notare esce solo quando io non ci sono. Mi sta evitando per qualche ragione che non comprendo.»

Aggrottai le sopracciglia a quelle informazioni, ed in effetti non aveva tutti i torti. Nell'ultima settimana Namjoon era uscito pochissimo ma io pensavo si trattasse di Taehyung e delle sue rare uscite col nostro gruppo.

«Avete litigato?»

«No, è questo il punto. —pensò per un istante e le due guance arrossirono di poco— l'unica cosa è... Qualche settimana fa mi ha baciato.»

house of cards。vkookWhere stories live. Discover now