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Decisi che Taehyung meritava lo stesso calcio nelle palle che ricevetti io. Non mi aveva inviato neanche un piccolo, minuscolo messaggio dove si scusava per avermi dato buca per stare con Jimin. Nel pomeriggio scrissi un messaggio proprio a Minjee, che mi rispose quasi subito chiedendomi quale fosse il problema.

Ricordo che, anni prima, avesse avuto una cotta per me mai dichiarata, ma che scoprii per conto delle sue amiche pettegole. Ovviamente non mi aspettavo che conservasse ancora quei sentimenti per me, ma comunque valeva la pena provaci.

Le chiesi di aiutarmi con gli esercizi di chimica, non a caso lei era la più brava della classe ma non mi sembrava molto propensa a venire a casa mia, perciò mi chiesi se anche lei avesse sviluppato una specie di paura nei miei confronti. Ma in qualche modo la convinsi e sentii il campanello suonare due ore dopo, una ragazza bionda e alta entrò dentro casa mia —con grande sorpresa di mia madre, che non aveva mai e poi mai visto entrare una ragazza in quella casa— e la portai al piano di sopra aiutandola a portare la borsa con i libri.

Ora, giusto per puntualizzare, ero —sono— una frana con le ragazze, non so minimamente come comportarmi con loro e tantomeno quali atteggiamenti piacciono. Ma decidi di far andare tutto come andava.

«La tua richiesta mi ha spiazzata, Jeon —disse prendendo posto sul letto— da quando ti interessa andare bene a scuola?»

«Abbiamo gli esami quest'anno.» Spiegai cercando il mio quaderno in mezzo a tutte le cianfrusaglie e sentivo i suoi occhi chiari fissati su di me.

«Posso farti una domanda?» Chiese.
«Dipende.» Trovai i miei appunti e la guardai.
«Sono vere le voci di te e Kim Taehyung?»

Alzai gli occhi al cielo per quella domanda che mi aspettavo proprio così come uscita dalle labbra di Minjee prendendo poi posto accanto a lei. «Perché tutto il mondo è interessato ai cazzi miei?»

Lei alzò le spalle guardandosi intorno. «Penso sia preoccupazione, più che altro. Sembri un ragazzo troppo normale per uno come lui —disse— a proposito, non mi ammazza mica se mi trova qui con te, vero?» Rise ma sapevo, sentivo, che c'era anche un pizzico di preoccupazione nel suo tono.

Aprii il quaderno e me lo misi sul materasso, incrociando le gambe. «Possiamo solo studiare? Ti ho chiamato per questo.»

«Oh, allora eri serio. —io rimasi confuso— pensavo volessi scopare o che so io.»

Normalmente mi sarei strozzato con la mia stessa saliva ma, al contrario di tutti i giorni comuni, in quel momento avrei dovuto fare un vero maschio alfa che piace alle donne. Avevo bisogno che Minjee mi stesse appiccicata e che Taehyung provasse ciò che provo io ogni volta.

«Se avessi voluto scopare te lo avrei detto e basta.» Dissi, con poco interesse, mentre mi allungavo verso il comodino per afferrare una penna funzionante.

«Non sarei venuta se me lo avessi detto.»

«Davvero?»

La guardai nel modo più spavaldo che conoscessi e funzionò alla perfezione perché le sue guance arrossirono più di quanto avessi mai avuto l'opportunità di vedere. Spezzò quel contatto e sbuffò. «Finiscila e facciamo questa materia del cazzo, per favore.»

«Ai suoi ordini.»

Passò un'ora, forse due, non me ne resi neanche conto. Ogni tanto controllavo il cellulare nell'attesa di chiamate o messaggi da Taehyung ma quel maledetto schermo non si accendeva mai.

Sbadigliai e mi gettai con la testa all'indietro colpendo il cuscino. «Basta, non c'è la faccio più. Se sento ancora parlare di composti aciclici e ciclici mi ficco un coltello nel petto.»

house of cards。vkookWhere stories live. Discover now