Capitolo VI

149 14 4
                                    

Sento il rumore delle chiavi nella serratura. È mia madre che è tornata. Vado alla porta per salutarla.
«Ciao mamma. Com'è andata la giornata?»
«Ehm bene bene. A te a scuola?»
«B-bene pure a me.»
«Sei strana. Hai preso qualche brutto voto?»
«Nono. Macché.»
«Sicura tutto bene?»
«Si, ehm, cioé, no. Okay mi hai scoperto, la verità è che non è tutto apposto perché ho avuto una discussione con Anna. Più un battibecco a dir la verità. Per cui si sono strana, ma non preoccupata. Facciamo sempre pace io e lei.» Bugia.
«Ma sì tesoro. Stai serena.» ci ha creduto. Bene.
Mia madre sta cucinando il pranzo per noi due (mio padre torna a casa a seconda della mole di lavoro che ha) e io le chiedo qualcosa.
«Mamma?»
«Dì Emma.»
«Perché mi avete messo questo nome?»
«Perché? Non ti piace?»
«Sisi. Solo mi chiedevo perché proprio questo tra tanti nomi.»
«Mhm mah, sai io e tuo padre avevamo quei libri dei nomi, lo abbiamo trovato, ci piaceva e te lo abbiamo messo.»
«Ah. No perché ad esempio Anna si chiama così perché la sua bisnonna si chiamava in quel modo ed era stata una donna forte. Pensavo anche voi me lo aveste messo per la stessa ragione.»
«Cosa ti ha portato a pensarlo?» mamma gira convulsamente la pasta.
«Mi piaceva pensarlo. La trovo una cosa bella.»
«Mi dispiace allora, non é il tuo caso. Ti abbiamo messo il nome casualmente.»
«Sai cosa mamma? Ora che ci penso mi piace anche il nome Alice. Ci avevate pensato a mettermelo?»
Mia madre mi guarda con aria interrogativa. Anzi non interrogativa, proprio come se avesse visto un fantasma.
«N-no Emma... Non ci abbiamo mai pensato.»
Driiiiin
Il timer della pasta suona. Diamine. Che tempismo pessimo.
«Dai, vieni a tavola. È pronto.»
Annuisco con la testa "Agli ordini capo!"
Perché non mi vuole dire la verità? Non capisco proprio.
Appena finito di mangiare me ne vado in camera mia e chiudo la porta. Compongo il numero di Anna e aspetto che risponda.
«Pronto?»
«Weee, A che dici?»
«Ma guarda tu chi si fa viva. E! Come stai?»
«A, non puoi capire. Ho scoperto delle cose assurde. Non te le posso dire per telefono però altrimenti mia madre potrebbe sentire.»
«Allora poi mi racconti domani dopo scuola!»
«Non vedo l'ora Anna..»
Anna mi capisce, mi capisce sempre. Solo con lei sento di poter essere me stessa. Anche se questa è una situazione che meno persone lo sanno e meglio è, so che di Anna posso fidarmi e potrò farlo sempre. Il suono di un messaggio mi riporta alla realtà. Oddio. Non posso crederci. È Andrea! Il cuore mi batte a mille. Con la storia di Alice e della casa di cura, non avevo più pensato a lui.
«Ciao Emma!»
«Andrea! Come stai?»
«Bene bene. Tu?»
«Bene!»
«Oggi non ti ho vista a scuola. Che fine hai fatto?»
«Niente niente, solo non avevo studiato chimica e avevo paura che mi interrogasse. Haha!» bugia. Andiamo bene.
«Oh sono contento, pensavo stessi male. Meglio così! Emma, mi chiedevo se uno di questi giorni avresti voglia di uscire con me.»
Non. Posso. Credere. Ai. Miei. Occhi. Si! Si! Siiii! Certo che voglio uscire con teee!
«Si, mi farebbe molto piacere!»
«Che ne diresti di sabato?»
«Ok! A che ora?»
«Alle 4,30? Davanti scuola?»
«Perfetto. A sabato allora!»
«Ma perché domani a scuola non ci vuoi venire? Hahaha»
«Oh già! Allora ci vediamo domani! Hahaha» che figuraccia!
«Non prendere brutte abitudini Emma Jones!»
«Se lo dovessi fare ci sarai tu a fermarmi?»
«Sempre e comunque.»
«Bene.»
Quanto è ,è... Lui! È semplicemente lui e io lo amo, lo amo tantissimo!
Oddio ma sabato è dopodomani! Che ansia!
Non ci posso ancora credere! Mi do un pizzicotto per "svegliarmi". Sono già sveglia, ma tutto ciò sembra proprio un sogno. Davvero un bel sogno.

Chi è Emma?Where stories live. Discover now