Capitolo XV

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Sono sul letto ad osservare il soffitto. Ho la musica a palla e sento il cantante che mi urla nelle orecchie. Fa stranamente bene. Penso al fatto che mi sento sola. È vero, ho diversi amici, una migliore amica, un ragazzo, ma con chi passo la maggior parte del tempo? Con me stessa. E sono sola. Alla gente piace la Emma che si diverte, che si scatena, che ride, che fa ridere. Ecco, io non sono solo così, e se qualcuno ci tiene a me dovrebbe accettare tutto di me. I miei genitori sono la prova vivente che non verrò mai accettata. Se le persone che dovrebbero avermi accettata per primi non l'hanno mai fatto, gli altri non lo faranno mai. E questo mi dispiace, perché io do tanto, e ho tanto da dare, ma nessuno contraccambia a pieno. Sono sempre io ad amare di più. Vi è mai capitato di stare male, che un'amica vi scrivesse o vi chiamasse, percepisse il vostro malessere e vi dicesse "qualcosa non va?" e al vostro "tutto bene" non si fosse arresa e vi abbia detto "Sicura? Non ci credo, dimmi che hai.". Ecco, a me non è mai capitato, e questo è triste. È triste perché io invece ho sempre capito quando un mio amico stava male e l'ho sempre consolato. Credo davvero di non avere nessuno. Mi preparo, esco di casa e mi dirigo a scuola.
***
Le lezioni sono state una noia, come sempre, e per di più oggi Anna non c'era. Al mio messaggio di panico, mi aveva risposto alla terza ora con un secco "Scusa, ho l'influenza." Bene.
Quando esco vedo un viso conosciuto. Oddio che ci fa qui Lorenzo?
Lo vado a salutare.
«Hey! Che ci fai da queste parti?»
«Ciao.»
«Sei venuto a prendere qualcuno?»
«Si.»
«E chi?» Chiedo curiosa
«Te.»Cosa? E perchè mai?
«A cosa devo tutto ciò?»
«Al fatto che devo parlarti Emma, è importante.»
«Ehm ok! Vieni sulla panchina che me ne parli.»
Camminiamo fianco a fianco fino alla panchina più vicina, Lorenzo sembra nervoso, non è che vuole chiedermi di uscire con lui? Spero di no...
«Allora, preferirei partire dalla cosa più semplice, ovvero il motivo per cui mi sono trasferito qui, un motivo un po' singolare.
Io sono orfano, credo, ad ogni modo non ho conosciuto i miei genitori e vorrei sapere qualcosa sulla mia famiglia. La signora dell'orfanatrofio quando a 18 anni sono potuto uscire mi diede un libro, e mi disse che quando mi avevano abbandonato li, era nella cesta dove mi avevano sistemato. »
Sono cunfusa, «Mi dispiace... Ma non capisco cosa c'entro io con tutto ciò.»
«Ecco il libricino.»
Mi mostra il libro e con grande sorpresa, lo riconosco, è il libro di Alice!
«Io questo lo conosco!»
«Lo so, so tutto...»
«Sai tutto tutto?»
«Tranquilla sarà un nostro segreto.»
«Vabe' dai non è una cosa così segreta... Alla fine su internet c'è scritto tutto...»
«Puoi stare tranquilla con me Emma. Solo devo chiederti un favore.»
«Dimmi Lorenzo.»
«Ecco, per sapere chi ha scritto il libricino e sapere tutto quanto di questa faccenda ti volevo chiedere se potresti presentarmi la tua amica Alice.»
La mia amica Alice? Oh Dio, ma lui pensa davvero che io sono...? Non ci posso credere, ma non sta bene! Quanti anni dovrei avere?!
«Lorenzo ci deve essere un malinteso, io non..»
«Non ci parli più con lei vero?»
«No, io non sono Emma!»
«C-certo che sei Emma.»
«Non quella Emma intendo.»
«Certo che sei lei. Non te ne rendi conto?»
«Qui quello che non si rende conto sei tu, Lorenzo.»
«Io non sono Emma, i miei genitori mi hanno chiamata come lei, ma non sono lei!»
Lorenzo mi fa cenno di osservare la sua tasca del giacchetto, fa sporgere un coltellino svizzero, e aggiunge «Si che lo sei, te lo dimostrerò.»

Chi è Emma?حيث تعيش القصص. اكتشف الآن