Capitolo XXV

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Quasi mi gira la testa. Vedo la caverna e non è proprio come me l'ero immaginata. Appena entrata sulla parete di sinistra ci sono una cinquantina di foto. Solo una è in una cornice, ed è di formato leggermente più grande rispetto alle altre. È la foto di Emma e Veronica, non mi immaginavo così ne Veronica ne Emma. Erano così belle tutte e due. Al centro della caverna, esattamente al centro c'è la bara, con una scritta dorata "Se non puoi raggiungere il tuo punto di riferimento, sii il tuo punto di riferimento". Ci sono delle piccole candele tonde sulla bara, in fila. Sulla parete in fondo,al centro di essa c'è un leggìo e su di esso c'è il libricino di Alice. Dalla parte destra alla bara c'è una specie di materasso, e dei lenzuoli consunti.
Mi rivolgo a mamma:«Com'è è tutto intatto?»
«Marco, il migliore amico di Emma, quando fu rinvenuta, fece una donazione alla città purché tenessero questo posto come una sorta di museo, cosicché tutti conoscessero la storia di Emma. Dalla morte di Marco sono i figli a finanziarlo.»
«Ma il libricino è qui... Io pensavo avessi l'originale...»
«Io HO l'originale. Quello che hanno esposto è soltanto una copia in modo tale che quello vero non subisca nessun incidente.» mi dice
«E come mai te l'hanno lasciato tenere?»
Mio padre anticipa mia madre nella risposta:« Ti ricordo che è grazie a noi se ora quella povera ragazza ha un degna sepoltura, era il minimo che potessero fare di lasciarci il libricino.»
«Questo è vero.» rispondo «Certo mi fa veramente strano essere qui... È assurdo, sembra tutto così surreale, una storia inventata insomma, e poi capisci che è tutto vero. Che Emma non c'è più. A quest'ora avrebbe una settantina d'anni, sarebbe mamma e forse nonna. Chissà. Poverina...» abbasso lo sguardo rattristata. Mi padre mi alza lo sguardo e mi dice:«Vogliamo portarle qualche fiore?»
«Ne sarei felice.»
Nel giro di una mezz'ora di macchina siamo al cimitero, troviamo l'edificio di famiglia e entriamo. Siamo pieni di fiori e ci rattrista il fatto che ora che Marco è morto nessuno lì dentro ha più fiori freschi da tanto. Mi inchino per trovarmi faccia a faccia con la foto di Emma. Hanno scelto davvero una bella foto. Guarda l'obbiettivo sorridendo, con i capelli boccolosi che le sfiorano la spalla. La foto è ingiallita, ma si può notare senza dubbio il colore acceso dei capelli. Il volto è roseo, gli occhi luccicanti, di un verde prato con pagliuzze dorate, il naso all'insù piccolo e pieno di lentiggini. Sembrava simpatica e dolce, sembrava una persona che ti sarebbe stata vicino anche se gli avessi raccontato cose assurde sul tuo conto. Sembrava comprensiva. Ed era veramente bella, niente a che vedere con me. Abbiamo in comune solo il nome.
Porgo il fiore nel vaso, una bella rosa di un colore aranciato, come il tramonto. Poi ne aggiungo altri, altrettanto colorati. E leggo la scritta sopra, con un velo di tristezza:
Emma Lerti
1 Giugno 1981 - 6 Settembre 1997

Prima di andarcene trattenendo le lacrime a stento, sistemo un fiore a ogni suo familiare, mi soffermo su sua madre, la sua adorata madre che ora giace accanto a lei.
E chissà, se davvero il paradiso esistesse, adesso Emma starebbe abbracciando sua madre. Magari adesso potrebbe godersi ogni istante con Silvia e Marco. E se gli angeli perdonassero, Veronica e Emma si vorrebbero di nuovo bene da adesso per l'eternità.

Chi è Emma?Where stories live. Discover now