Capitolo XVI

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Ho un male assurdo alla testa e credo di aver dormito almeno un giorno intero. Ho i polsi e le caviglie in fiamme a causa della stretta corda che li cinge. Per concludere ho una strana sensazione di vuoto alla pancia, che oltre ad essere fame, è paura.
Dal buio più fitto una sagoma mi raggiunge nella penombra di questo luogo che non mi è affatto familiare. I miei occhi non mettono bene a fuoco ma lo riconosco, e una morsa mi attanaglia lo stomaco: è Lorenzo.
«Ti sei svegliata. Come stai?» mi intima, quasi dolcemente. Ho tanta paura ma annuisco e rispondo «Mi fa male la testa.»
Lui si siede accanto a me, sul gelido pavimento, e mi dice «Perdonami, ma ho dovuto far si che tu dormissi per tutto il tragitto...»
«Dove siamo?» chiedo io, senza riflettere
«Oh Emma, questo proprio non posso dirtelo. Tuttavia presto saprai, tranquilla, non voglio che la tua permanenza sia dolorosa.»
«Allora mi slegheresti i polsi, perfavore?» cerco di sembrare più pacata e rilassata possibile.
«Già dovresti ringraziarmi che non ti ho messo il nastro adesivo sulla bocca. Confido sul fatto che non urlerai, ma tanto anche se lo facessi, nessuno sentirebbe nulla...»
«Perché?»
«Perché cosa?»
«Perché tutto questo?»
«Ho bisogno di risposte, tu puoi darmele.»
«Ma potevi semplicemente chiedere.»
«Ora basta!» urla, io sussulto, poi abbassa la voce «So quello che faccio, non preoccuparti. Ho un viaggio in mente, io e te.»
A quelle parole penso alle tante volte che fantasticavo sul viaggiare. Quante volte leggendo pensavo:" E se me ne andassi, facessi perdere le mie tracce da tutti, e ricominciassi a vivere, una vita nuova, piena di colpi di scena, meglio che in un film?" Quanto ero stupida. Avevo una famiglia che mi amava, tanti amici e un fidanzato che mi volevano bene, una vita normale, insomma. Cosa c'è di meglio nella normalità? Mi chiedo ora. La Emma del libro era un'avventuriera per così dire, e che fine ha fatto? È morta, e magari è amata anche nella morte, ma intanto ha dovuto rinunciare al bene più prezioso... Quello che vorrei ora, con tutto il cuore è tornare alla vita di prima, quella che a volte mi dava la nausea, mi faceva annoiare e sbadigliare. Anche perché ora non mi rimane nulla, in questo viaggio accanto ad una persona che mi fa soltanto gelare il sangue nelle vene.
«A che pensi?» mi chiede Lorenzo risvegliandomi dai miei pensieri
«Che sarà un viaggio bellissimo» mento per far si che si fidi di me.
«Certo che lo sarà.» risponde sorridendo
«Perché non mi chiedi qualcosa?» lo incoraggio. Magari prima ha le risposte che cerca e prima si libererà di me, e spero nel migliore dei modi.
«Non mi aspettavo tutta questa collaborazione, avrei atteso qualche giorno prima si porgerti qualche domanda ma okay. Ho questa domanda Emma: chi ha scritto il libricino?»
«Alice, l'ha scritto lei.»
«Ma lei è nella storia e non narra.»
«Lo so, ma se ti fidi della mia parola, è lei che ha scritto il libricino, e inserendosi nella storia come personaggio fa si che non si pensi che l'abbia scritto lei.» ma perchè questa domanda?
«Mi fido Emma. Tu la conoscevi.»
«N-no...» ho paura a dirlo ma devo provare « non la conoscevo perché io non sono quella Emma.»
«Perché, dico io, continui a negarlo?!» dice Lorenzo alzando il tono.
«Perché è la verità Lorenzo! Devi credermi, ti prego!» sono disperata e mentre lo dico mi esce una lacrima. Comincio a piangere silenziosamente, lui mi osserva e poi dice:«Ora non sai quello che stai dicendo. Ora dormi, quando ti sveglierai ne parleremo.»
«L-lorenzo ma io sono lucida. Non ho bisogno di dormire, ti prego, ascoltami.»
«Non sai quello che dici Emma.»
Sento un pizzico al braccio, è un ago che mi penetra la pelle, poi buio più totale.

Chi è Emma?Where stories live. Discover now