Capitolo XXIII

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Tornata a casa ho un tuffo al cuore.
Tutto è come lo avevo lasciato una settimana fa. Ancora non ci posso credere che quell'incubo era durato solo una settimana: a me era sembrato molto di più.
Entro nella mia camera e mi sdraio sul letto a pancia in su, guardo il soffitto. Sono esausta.
«Emma, tesoro, vuoi qualcosa da mangiare?»
«No mamma, a dire il vero preferirei parlare con te e papà di quanto è successo.»
«Speravamo che volessi parlarne.»

«Tutto è cominciato il giorno dopo la mia festa di compleanno. Io vi dirò tutto però non arrabbiatevi, ho fatto degli errori e ne ho sicuramente già pagato le conseguenze.»
«Non ci arrabbieremo, ora dicci, Emma.» mi dice mio padre con tono affettuoso, ma è dai suoi occhi che capisco che ha paura di quello che potrebbe sentire.
«Allora, quel giorno voi siete andati in un posto e non volevate dirmi dove. Avevamo anche litigato per questo, vi ricordate? Dopo di che mi sono messa al lavoro per scoprire dove eravate andati e ho scoperto la casa di cura. Non capivo perché voi mi stavate mentendo e chi andaste a trovare. Il giorno dopo invece di andare a scuola andai lì» gli sguardi dei miei a questa affermazione si fanno più severi «Che vi aspettavate dalla figlia di un detective e un avvocato? Comunque parlai con Lucia, la signora che sta all'ingresso e lei mi accompagnò fino da Alice Cassini (cioè la signora che ogni mese andate a trovare voi). Lei mi scambiò per una sua amica ma mi chiamava comunque Emma. Allora tornai a casa ancora più sconvolta. Decisi di cercare su internet qualche informazione e guardate un po', trovai degli articoli che parlavano di quanto i miei genitori fossero bravi a risolvere omicidi!» mia madre prova a sorridermi ma tutto quello che le esce è uno sguardo implorante «Cercai anche a casa con l'aiuto di Anna e trovai il libricino che dai vostri appunti sul caso scoprii che mi trovavo davanti agli scritti della signora Alice Cassini. Nel frattempo mi ero messa con Andrea, Daniele mi aveva confessato i suoi sentimenti per me da ubriaco e avevo sognato che Anna mi uccideva. Non ce la facevo più, ero stressata, così finsi di stare male e andai da Stefano per risollevarmi il morale. Fu lì che incontrai Lorenzo. È il coinquilino di Stefano.»
«Era.» mi corregge mia madre «Ora è in prigione e aspetta il processo.»
«Era il coinquilino di Stefano, ok. Il giorno dopo mi venne a prendere a scuola minacciandomi con un coltellino svizzero, ordinandomi di seguirlo. Penso che mi drogò perché persi i sensi pesantemente. Al mio risveglio ero in una specie di cantina. Fu lì che mi spiegò la storia del viaggio che dovevamo fare insieme. Dovevo essere la sua Emma, mi diceva. Andammo a quel villaggio turistico. La sera che dovevamo ricordare il "Viola" riuscii a farlo ubriacare. Approfittai per chiamarti, mamma.»
«E non te ne sarò mai grata abbastanza. Avevo l'umore a terra, non sapevo che fine avessi fatto. Saperti viva per me era già tanto, dovevo solo riportarti a casa.»
«Ma poi non ce ne fu più bisogno perché due giorni dopo grazie a Francesca sono qui a casa insieme a voi.»
«Anche lei avrà sempre la mia riconoscenza.» dice mia madre. Mio padre annuisce.
«Sei così ridotta male, piccola. Come ha potuto ridurti così?» dice mio padre preoccupato. «Vado a preparare qualcosa da mangiare.»
«Grazie papà.»
«Ci mancava la tua voce, Emi.»
«A me mancavate tantissimo. Adesso che fine farà Lorenzo?» chiedo a mia madre
«Spero marcisca in prigione. Ti prometto che userò tutti i mezzi in mio possesso purché sia così. Non deve avvicinarsi a te neanche di dieci metri.»
«Grazie mamma. Però io credo che per questo serva anche che noi scopriamo chi sono i suoi genitori.»
«Come vuoi. Ci penserà tuo padre.»
«Grazie.»
«Cosa devo fare io?» urla papà dalla cucina.
Non posso evitare di scoppiare a ridere.
«Come avrà fatto a sentirci?» sussurra mamma ridendo. Poi gli risponde «Dovresti scoprire chi sono i genitori di quel pazzo che ha rapito nostra figlia.» dice mamma in tono aspro.
«E perché mai?» chiede papà
«Desiderio di Emma. Credo si possa fare, no?»
«Anche se non se capisco l'utilità, tesoro, consideralo fatto.»
Io so l'utilità di tutto ciò. Lorenzo non è cattivo, è semplicemente una persona che ha sofferto, e questo deve avergli causato dell'instabilità. Forse se sapesse qualcosa sui suoi genitori si metterebbe l'anima in pace, che sia in prigione oppure no.
«Emi, hai idee sui genitori di Lorenzo, sai qualcosa?»
«Non so qualcosa di certo, ma non potrebbe essere il figlio di Alice? Lui ha detto che all'orfanotrofio lo avevano lasciato con una copia del quadernetto e quando a 18 anni è potuto uscire glielo hanno riconsegnato. Se non è la madre potrebbe essere una parente, non saprei!»
«La tua teoria è interessante. Dirò a tuo padre di cominciare da Alice. Certo,» comincia mia madre con gli occhi lucidi«pensavo che questa storia sarebbe finita quando avevamo scoperto l'assassino di Emma, ma questa storia è un pozzo senza fondo. Non credevo che sarebbe successo tutto ciò.»
«Nessuno poteva neanche lontanamente immaginarlo.» le rispondo.
«A tavola!» chiama mio padre.
Finalmente un pasto decente dopo una settimana di quasi assoluto digiuno. Casa dolce casa.

Chi è Emma?Where stories live. Discover now