Epilogo alternativo

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Emma chiuse il manoscritto soddisfatta. La psicologa le aveva consigliato per superare l'intera faccenda di metterla per iscritto, di liberarsi completamente di tutto. Ma non ne era uscito un semplice sfogo, ne era uscito qualcosa di più complesso, una vera e propria storia, come pensava lei. E ora sentiva di aver finito, quello che doveva dire l'aveva detto, si era completamente liberata da questa situazione. Sicuramente era cambiata ma si sentiva più leggera finalmente.
«Emma è pronto il pranzo!» suo padre la chiamava.
«Arrivo!» scese le scale in fretta e si accomodò sulla sua sedia.
«Come stai?» le chiese le chiese Zoe
«Bene. Dopo mi vedo con Anna, per dirle la notiziona.»
«Oh, bene! Siamo contenti Emi.»
Finito di pranzare Emma uscì di casa e si incamminò verso la piazzetta dove si sarebbe vista con Anna. Camminava pensando a quello che avrebbe detto ad Anna. A come glielo avrebbe detto. Non stava nella pelle.
Nel frattempo nel carcere di San Paolo Lorenzo, steso sul letto a castello scriveva una lettera di risposta a sua nonna Alice. Anche se sua nonna non l'aveva scritta di suo pugno (bensì dettata a Lucia) leggere quelle parole era per lui motivo di forte emozione.
«Lorenzo,
È stata una felicità immensa per me trovare tua madre e te. La mia vita fino a questo momento mi è sempre sembrata troppo lunga e troppo dolorosa. Ho perso la gente che amavo di più all'inizio della mia vita, e credimi non vale la pena vivere senza persone per cui andare avanti. Ma ora che ci siete tu e tua madre mi sento bene di nuovo dopo tanti anni. Fatti forza.
Tua nonna Alice
Ps: Maya sta bene, ma si vede che le manchi.»
Era difficile per Lorenzo scrivere senza bagnare il foglio di lacrime.
Dall'altra parte della città c'era Stefano che adesso doveva trovare un nuovo coinquilino. Certo era stato traumatico per lui scoprire di cosa fosse capace quel ragazzo così taciturno di nome Lorenzo, ma da quel momento aveva cominciato ad apprezzare il povero Federico che invece nella sua stranezza non avrebbe fatto male ad una mosca.
Emma, ignara di quello che nel frattempo succedeva nella città, stava per incontrarsi con Anna. Era lì sulla panchina, con le cuffiette nelle orecchie, ad ascoltare la sua band preferita.
«Emma!»
«Anna!»
«E anche quest' anno scolastico è andato!»
«Già!»
«E ora magari potremmo partire!»
«Già, ma lo sai come sono fatti i miei...»
«Infatti, per questo ci ho parlato io con loro» disse Emma con un sorriso a trentadue denti.
«Per dir loro cosa?»
«Che partiamo per il Canada!»
«Ma è una notizia meravigliosa!» si abbracciarono.
«Sei contenta che finalmente potrai conoscere i tuoi nonni paterni?» chiese Anna ad Emma
«Non vedo l'ora!» rispose sorridendo.
Era stato un anno intenso, per Emma e per i suoi cari, ma era arrivato il momento, per tutti di cominciare a rialzarsi, e ricominciare a camminare.

Chi è Emma?Where stories live. Discover now