Capitolo XXVI

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È la prima volta che entro in un carcere e non è assolutamente un'esperienza piacevole. Ma glielo devo, lo devo a Lorenzo, devo presentargli la sua famiglia, quello che ne rimane. Ha solo la madre e la nonna per diverse ragioni, ragioni che ora spiegherò a Lorenzo o forse lo farà sua madre.
Quando i miei mi dissero che avevano trovato la famiglia di Lorenzo ero felice ma appena venni a conoscenza dell'identità della madre ero sconvolta. E non parliamo della nonna.

«Ciao Lorenzo.»
«Emma!» ha gli occhi lucidi, me ne accorgo nonostante lo spesso vetro che separa, solo una fessura ci permette di parlarci.
«Come promesso ho trovato la tua famiglia, tua madre e tua nonna. Ora le fanno entrare, ma tu, mi raccomando Lorenzo, cerca di mantenere la calma. Eccole.»
La madre e la nonna di Lorenzo entrano nella stanza e si avvicinano a vetro.
«Ciao Lorenzo, mi chiamo Lucia, sono tua madre...» la sua voce si spezza, sembra che stia per scoppiare a piangere da un momento all'altro «... E lei è tua nonna, Alice»
Gli occhi di Lorenzo si sbarrano, come immaginavo, e come si erano sbarrati anche i miei giorni fa.
«Dunque, non so da dove cominciare. Innanzi tutto sappi Lorenzo che anche per me è tutto nuovo visto che anche io ho ritrovato mia madre e mio figlio da poco. Tua nonna ha fatto qualcosa tanto tempo fa, lei ha» abbassa la voce «ucciso una sua coetanea, questo le ha causato gravi problemi. Dopo aver avuto me ha avuto una grave crisi post-partum ed è stata costretta ad affidarmi ad un orfanatrofio perché mio padre l'aveva lasciata nel momento in cui era più vulnerabile. Tua nonna mi lasciò il libricino che aveva scritto su Emma come suo unico ricordo. Crebbi completamente sola e senza l'idea di giusto o sbagliato, senza una grande educazione e senza figura materna e paterna. Conobbi tuo padre a 19 anni e me ne innamorai subito. Fu quello l'errore. Appena rimasi incinta di te lui mi lasciò e io, senza nessuno che potesse aiutarmi, fui costretta a darti via, proprio come mia madre aveva fatto con me.»
Lorenzo ascolta le parole di Lucia e vedo le lacrime sgorgargli dagli occhi.
«E guarda lo scherzo del destino: sai per quanti anni ho lavorato proprio nel posto in cui mia madre (tua nonna) è ricoverata? Quindici. Ancora oggi non posso crederci. Fu solo quando questa bellissima ragazza venne alla Casa di Cura che realizzai che la signora Cassini, proprio lei, poteva essere mia madre. E tu sei mio figlio! Oh, Lorenzo! Io ti chiedo scusa! Ti chiedo scusa per averti abbandonato! Ma credimi ho fatto quello che credevo meglio per te. Scusami.» Lucia scoppia a piangere e Lorenzo la consola.
«Mamma, (mi fa strano pronunciare questa parola dopo 27 anni) io capisco quello che dici, non ce l'ho con te. È vero, ho sofferto molto in tutta la mia vita, mi sono sempre sentito rifiutato da tutti, i miei genitori in primis. Ma ora so che mi vuoi bene e ci siamo ritrovati, che è la cosa più importante. E anche io devo ringraziare solo Emma, che nonostante tutto quello che le ho fatto mi ha aiutato a raccogliere i cocci della mia vita e a rimetterli insieme, pezzo per pezzo. Quando uscirò da qui mamma, saremo una famiglia felice te lo prometto. »
Ora viene a me da piangere. Questa scena è così commovente. E sono sicura che anche Alice nonostante la sua condizione sia più felice ora. Ora anche lei non è più sola. Vedo che stringe la mano a Lucia che sta parlando con Lorenzo.
Ad interrompere questo bellissimo momento c'è il poliziotto che annuncia la fine della visita e ci scorta fuori. E mentre esco saluto Lorenzo e gli sussurro, quasi fosse al mio fianco: "ti voglio bene".

Chi è Emma?Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum