Numero dodici, Grimmauld Place

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Nonostante tutto quel tempo, Londra gli era parsa grigia esattamente come l'aveva lasciata. O forse era colpa dei vetri del numero dodici di Grimmauld Place che erano diventati nettamente più opachi rispetto all'ultima volta che vi aveva guardato attraverso: faceva fatica persino a ricordarsela l'ultima volta che aveva osservato il mondo babbano che circondava la prestigiosa dimora della famiglia Black, un mondo che era lì, appena fuori dalla porta di casa, ma in cui non gli era mai stato permesso di trovare un posto.

Tuttavia, Regulus Black non era tornato in Inghilterra solo per nostalgia di quel cielo perennemente cupo e piovoso: era tornato perché qualcosa in quel piano, che tredici anni prima l'aveva quasi ucciso, era andato inesorabilmente storto. Era tornato a Londra e si era precipitato a South Kensington, ma quando aveva bussato alla porta della signorile villetta dove avevano vissuto suo fratello e Arya ad aprirgli era stata una donna che con Arya non c'entrava nulla, con i capelli scuri raccolti in una coda mezza sfatta e che teneva tra le braccia un bambino che piangeva e strillava come se gli avessero appena strappato dalle mani la cosa più importante della sua vita. Quando quella donna gli aveva chiesto, non senza una certa impazienza, chi fosse e cosa volesse, lui si era limitato a sorridere dicendole che doveva aver sbagliato numero civico, dileguandosi poi nuovamente nelle vie più oscure di Londra laddove né il ministero né altri avrebbero potuto trovarlo.

Se Arya non era più in quella casa avrebbe potuto essere dovunque e quel pensiero inizialmente fece salire una certa ansia a Regulus: doveva trovarla, doveva assolutamente parlarle e metterla al corrente di ciò che aveva scoperto e del perché il loro piano, che sembrava essere filato liscio oltre ogni più ottimistica aspettativa, era invece stato del tutto inutile, o quasi. Sdraiato sullo scomodo letto di una delle migliori stanze di un pub londinese malfamato e fatiscente, Regulus fissava la lettera che Arya gli aveva inviato tredici anni prima e a cui lui non aveva mai risposto:

"ho fatto ciò che mi hai chiesto, non è più una minaccia"

Allora, quando aveva letto quelle poche, criptiche parole qualcosa in lui aveva esultato, credendo poi che davvero fosse tutto finito quando il piccolo Harry Potter era sopravvissuto determinando la disfatta di Lord Voldemort. Solo tempo dopo, quasi per caso, era venuto a conoscenza del più oscuro dei segreti di Tom Riddle e aveva capito che il 31 ottobre 1981 nulla era finito e che tutto sarebbe presto ricominciato.

Era stato suo padre, alla fine, a dirgli che Arya sarebbe partita per Hogwarts il primo di settembre una volta che Regulus si fu deciso a tornare a Grimmauld Place, quando l'orribile stanza per cui stava pagando fu diventata davvero troppo cara. Regulus aveva provato a chiedergli come lui sapesse degli spostamenti di Arya, ma Orion si era limitato ad alzare le spalle ed era tornato a chiudersi nel suo studio senza dargli mai una qualche risposta.

Regulus, costretto a fidarsi alla cieca delle parole del padre, si era quindi smaterializzato il primo di settembre nei pressi di Hogsmeade ed avvolto in un mantello scuro si era diretto nella foresta proibita, raggiungendo dopo un'ora di camminata la banchina a cui si fermava l'espresso di Hogwarts carico di studenti che tornavano al castello per un nuovo anno scolastico: solo quando quella massa di ragazzini che sfoggiavano sulle divise i colori delle loro casate si era finalmente dispersa l'aveva vista, ferma sulla banchina a contemplare la maestosità di Hogwarts. Arya si era voltata un istante soltanto nella sua direzione, ma prima che lui potesse rivelarle la propria presenza era intervenuto il vecchio custode Gazza che l'aveva poi accompagnata al castello, dove Regulus non avrebbe mai potuto raggiungerla e costringendolo, almeno per quella sera, a desistere dai propri propositi.

Regulus aveva tuttavia molto presto rinunciato definitivamente alla possibilità di riuscire a parlare ad Arya mentre si trovava ad Hogwarts quando, il giorno dopo, anche il suo secondo tentativo di raggiungerla era stato stroncato dall'arrivo di Severus Piton che, constatò Regulus, non era cambiato di una virgola se non per lo sguardo che si era fatto più scuro e arcigno di quanto non si ricordasse.

LumosWhere stories live. Discover now