Nuove alleanze

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21 settembre 1976, Hogwarts

Quella mattina sebbene Arya non fosse presente al tavolo dei Corvonero per la prima colazione, non si faceva altro che parlare di lei: in molti facevano supposizioni riguardo la possibilità che fosse stata espulsa dalla scuola e rimandata a casa addirittura la sera precedente, altri dibattevano ancora sulla partita e sul fatto che i Serpeverde avessero giocato sporco fin dall'inizio, molti si dissero persino a favore dell'azione di Arya, considerandola una sorta di "eroina" che aveva rimesso al suo posto il borioso Nott.

Dal canto suo Regulus se ne restò in disparte a bere il proprio succo di zucca in attesa che fosse recapitata la posta, con l'intento di andare poi a ritirarsi in biblioteca per le due ore libere che precedevano la lezione di pozioni. Tuttavia, mentre ingoiava un altro sorso della dolce bevanda, la mente lo riportò di nuovo al giorno prima quando, dopo che la partita era stata inevitabilmente sospesa, si era precipitato a cercare Arya, sapendo esattamente che sarebbe corsa in quello sperduto angolo del parco di Hogwarts dove andava ogni volta che il resto dell'umanità la infastidiva o quando semplicemente aveva voglia di stare sola con i propri pensieri a fissare la superficie liscia ed uniforme del lago nero.
Tuttavia, si era reso ben presto conto che doveva essere male informato riguardo al fatto che quel posto fosse un luogo di solitudine per Arya, dal momento che, una volta raggiunta la radura, si era trovato di fronte alla commovente scena di lei stretta tra le braccia di Sirius: aveva resistito solo un secondo osservando le mani di suo fratello percorrere la schiena di Arya, e prima che potessero accorgersi della sua presenza era tornato sui propri passi, sforzandosi di concentrarsi su altro. Tuttavia, quell'immagine sembrava essersi indelebilmente impressa nella sua mente e, mentre quel fastidioso ricordo scemava temporaneamente dai suoi pensieri, il suono sordo e metallico del suo calice, che veniva sbattuto con scarsa delicatezza sul tavolo, attirò gli sguardi incuriositi di un paio di ragazze Serpeverde, sedute di fronte a lui

-qualche problema? Tornate a mangiare i vostri toast e a spettegolare-

Disse con il tono più freddo che riuscì a produrre e che fece distogliere immediatamente lo sguardo alle due amiche, le quali tornarono ad ignorarlo, lasciandolo solo con i propri pensieri, almeno finché un gufo non planò fino alla sua postazione, lasciando cadere esattamente nel suo piatto d'argento vuoto un paio di lettere prima di riprendere quota e volare attraverso una delle finestre della sala grande. Regulus afferrò le due buste sigillate senza nemmeno preoccuparsi di guardare quali fossero i mittenti e, sistematasi la propria cartella sua una spalla, si diresse a passo spedito fuori dalla sala grande.

Scelse uno dei tavoli sistemati in un angolo della biblioteca, probabilmente il più angusto e il più freddo, ma anche il meno frequentato dagli altri studenti. Si sedette e prima di immergersi nel ripasso per l'interrogazione di pozioni di quella mattina, decise di dare un'occhiata alle due lettere, non che si aspettasse chissà quali notizie, dato che probabilmente entrambe arrivavano da sua madre, ma sperava che si trattasse di qualcosa che potesse distrarlo dall'immagine di Sirius e Arya abbracciati l'uno all'altra, che continuava a tormentarlo dal pomeriggio del giorno precedente.

Come si era aspettato, la prima lettera recava il sigillo della famiglia Black, perciò dopo aver sbuffato si limitò a lasciarla scivolare sul manuale di pozioni: le raccomandazioni di sua madre sul comportamento che avrebbe dovuto tenere e le amicizie che avrebbe dovuto stringere per mantenere alto e vivo il buon nome della sua famiglia, in quel momento non avrebbero fatto altro che ricordargli che lui era la pedina che doveva muoversi secondo il preciso e raffinato schema progettato dai suoi genitori, mentre Sirius, per il solo fatto di essere stato smistato in Grifondoro, aveva "guadagnato" il diritto di fare ciò che più voleva, compreso frequentare una mezzosangue: preso com'era a maledire il giorno in cui la vita di suo fratello era cambiata per sempre, trascinando inevitabilmente la sua in una spirale di follia, non si rese nemmeno conto di aver davvero pensato ad Arya come a nient'altro che una figura confusa ed indistinta compresa in quella massa di persone che i suoi genitori disprezzavano perché di sangue "non puro".

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